AttivaGiovani: ok Comitato Lcv a interventi formativi, ora in Aula
(ACON) Trieste, 26 gen - Il Comitato per la legislazione, il
controllo e la valutazione (Clcv), presieduto da Roberto Cosolini
(Pd) e riunito in modalità telematica, ha promosso la relazione
triennale con cui la Giunta regionale era chiamata a dare conto
in merito all'andamento degli interventi formativi, come previsto
dalla clausola valutativa della Lr 7/2017 AttivaGiovani.
"Esaurita positivamente questa fase - ha evidenziato Cosolini al
termine dei lavori che hanno visto la partecipazione anche di
alcuni consiglieri della II e della VI Commissione - ora la
relazione è pronta per l'Aula consiliare e ne chiediamo la
calendarizzazione".
La riunione è stata interamente riservata alle disposizioni per
il sostegno all'occupabilità dei giovani all'assunzione con
contratti di lavoro subordinato di prestatori di lavoro
accessorio e misure sperimentali di accompagnamento intensivo
alla ricollocazione.
I contenuti della relazione sui primi tre anni di applicazione
della Lr 7/2017 sono stati illustrati dai consiglieri Ilaria Dal
Zovo (M5S) e Stefano Turchet (Lega) che saranno anche relatori in
Aula. Dal Zovo ha parlato di "numerosi e ambiziosi obiettivi su
un tema urgente: favorire l'inserimento lavorativo stabile dei
giovani, ridurre le forme di lavoro precario, aumentare
l'occupabilità dei soggetti a rischio di esclusione dal mercato,
nonché sostenere l'assunzione con contratti di lavoro subordinato
di prestatori di lavoro accessorio".
Sono 91 i progetti formativi presentati nell'ambito di
AttivaGiovani, 48 dei quali avviati e conclusi. Sui 536 giovani
iscritti nell'arco del triennio, 340 hanno terminato i rispettivi
percorsi. "Oltre a una seria riflessione sull'ampiamento numerico
dei candidati famminili, per quanto riguarda la mappatura - ha
proseguito Dal Zovo - vi è la necessità di una comprensione più
profonda dei net temporanei e di quelli di lungo termine,
maggiormente a rischio".
Disomogenea, invece, l'adesione da parte dei territori che non
sempre hanno attinto alle risorse destinate con un forte impegno
progettuale emerso nell'area giuliana dove il 44% degli aderenti
(150 su 340) è risultato alla fine occupato. Il lavoro a tempo
determinato ha costituito la voce più rilevante (55,8%), seguito
da quello intermittente (11%) e da apprendistato (10,1%).
Turchet, vicepresidente del Comitato, ha parlato di
"raggiungimento quasi completo degli obiettivi, nonostante la
necessità di applicare alcuni correttivi. Lo strumento è utile
per il coinvolgimento dei giovani che non lavorano, non vanno a
scuola e non partecipano ai corsi di formazione. Giovani sospesi,
parcheggiati e disorientati che bisogna appassionare, facendo
uscire le loro potenzialità, anche se non ambiscono ai settori
tradizionali. Dobbiamo ascoltare il territorio e capire come
inserirli: gli Enti di decentramento regionale possono avere un
ruolo prezioso".
"Ci siamo attivati per un settore particolare di persone in base
alle caratteristiche indicate dalla Commissione europea. Ossia,
chi sfugge a tutti i percorsi formativi e alla ricerca attiva di
lavoro. Soggetti - ha precisato Rosolen - che dobbiamo cercare,
trovare e attivare, risvegliandoli dal loro letargo al di fuori
della società. La difficoltà maggiore è quella di identificarli e
stimolarli ma, con il secondo bando AttivaGiovani, stiamo
individuando nuove aree verso le quali indirizzarli".
Fondamentale potrà rivelarsi l'apporto dei Comuni o degli Enti
locali dove già esiste una politica dei giovani con scambi di
esperienze utili per le realtà più piccole. Inoltre, la misura ha
trovato maggiore successo soprattutto nei settori della
creatività e della cultura.
Nel corso della discussione, Chiara Da Giau (Pd) ha parlato di
"un primo tentativo efficace con numeri interessanti. Serve però
una riflessione per ottimizzare il reperimento dei soggetti che
sfuggono al servizio sociale e al monitoraggio delle scuole. La
legge si rivolge agli over 18 ma, forse, bisognerebbe far partire
il focus dai 16 anni". Il leghista Antonio Lippolis, invece, ha
suggerito "di ampliare verso l'alto di almeno 4-5 anni la fascia
attuale fissata sui 18-29 in considerazione dell'allungamento
della vita e dell'innalzamento dell'età pensionabile".
Massimo Moretuzzo (Patto per l'Autonomia) ha chiesto chiarimenti
"riguardo gli interlocutori territoriali. Sono state coinvolte
anche le Uti o solo gli ambiti socio-assistenziali? Quali le idee
per rivedere e migliorare il rapporto con gli Enti locali?".
Furio Honsell (Open Sinistra Fvg), infine, ha espresso la sua
preoccupazione e auspicato particolare attenzione "riguardo le
situazioni di crisi industriale e occupazionale presenti in
regione che si collegano a cifre non soddisfacenti e
ripercussioni anche a livello familiare".
ACON/DB-fc