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AttivaGiovani: sì Aula ad attuazione Lr 7/2017 per coinvolgimento Neet

18.02.2021
16:59
(ACON) Trieste, 18 feb - Tutti d'accordo sulle relazioni disposte da Ilaria Dal Zovo (M5S) e Stefano Turchet (Lega), componenti del Comitato di controllo, con cui hanno informato l'Aula in merito all'attuazione della legge regionale 7/2017 per il sostegno all'occupabilità dei giovani e all'assunzione, con contratti di lavoro subordinato, di prestatori di lavoro accessorio e misure sperimentali di accompagnamento intensivo alla ricollocazione per il triennio 2017-20.

Dai due consiglieri si è appreso che si può parlare di raggiungimento quasi completo degli obiettivi della legge, nonostante la necessità di applicare alcuni correttivi. Lo strumento si rivela utile per il coinvolgimento dei Neet, i giovani che non lavorano, non vanno a scuola e non partecipano ai corsi di formazione.

"La nostra preoccupazione - ha esordito Dal Zovo - si fonda su questo dato: mentre il tasso di disoccupazione giovanile nella maggior parte degli Stati europei fino all'inizio del 2020 era in media diminuito, il tasso di giovani inattivi è rimasto stabile o è persino aumentato. La valutazione dell'efficacia della Lr 7/2017 appare inoltre indispensabile anche alla luce del fatto che il 30 ottobre 2020 è stata adottata la proposta di raccomandazione del Consiglio Ue che ha istituito la Garanzia Giovani. La proposta si prefigge di rinnovare il quadro strategico e contribuire ad attenuare l'impatto della crisi Covid-19 per un migliore sostegno all'occupabilità dei giovani e per evitare un'altra crisi della disoccupazione giovanile".

I due relatori hanno, poi, presentato all'Aula i dati forniti dall'assessore regionale al Lavoro, Alessia Rosolen. Tra i tanti, emerge che in regione, nel 2018, la percentuale di giovani della fascia d'età 18-24 anni che non ha titoli scolastici superiori al diploma di scuola secondaria di primo grado e che non è in possesso di qualifiche professionali ottenute in corsi con durata di almeno 2 anni è dell'8,6%, sensibilmente inferiore alla media nazionale, pari a 13,5%. Questo dato, unitamente al fatto che circa il 40% dei giovani 20-24enni partecipa al sistema di istruzione e formazione, è incoraggiante, perché fotografa una regione nella quale i giovani, hanno un buon livello di formazione e possono rappresentare una risorsa per il sistema produttivo locale.

Nel corso del triennio 2017-20 si è registrato un progressivo decremento della percentuale di Neet: passando dal 16,9% del 2017 al 13,7% del 2019, la nostra Regione si colloca al di sotto della media nazionale (22,2%) e al terzo posto tra le Regioni italiane dopo Trentino-Alto Adige e Veneto. Inoltre, sono 91 i progetti formativi presentati nell'ambito di AttivaGiovani, di cui 48 avviati e conclusi. Emerge in particolare l'attività svolta dall'Unione territoriale intercomunale (Uti) giuliana: grazie alla presenza nel territorio di luoghi di aggregazione giovanile e al sistema dei ricreatori è stato, infatti, più facile sia avviare progetti sia individuare i giovani potenzialmente interessati dagli interventi.

Sempre nell'arco del triennio, i giovani coinvolti nei percorsi AttivaGiovani sono stati 536, di cui solo 340 hanno completato il percorso intero. Un dato importante è che la percentuale di occupazione alla fine del percorso formativo è doppia per chi ha completato il percorso, 44%, rispetto a chi non l'ha completato, 22%. Tra le tipologie contrattuali prevale nettamente il lavoro a tempo determinato.

L'attività della terza annualità, che al momento non è ancora conclusa, è stata pesantemente condizionata dal verificarsi della pandemia da Covid-19, poiché - hanno evidenziato ancora i relatori - nei tre mesi di lockdown la presentazione dei progetti è stata sospesa e anche successivamente la necessità del rispetto delle misure di sicurezza per il contenimento del virus hanno dimolto ostacolato l'avvio delle attività educative di tipo laboratoriale e arrestato di fatto la presentazione di nuove progettualità. Le progettualità presentate hanno avuto a riferimento una vasta gamma di settori formativi, tuttavia ai servizi socio-educativi e al turismo è stata riservata particolare attenzione, probabilmente perché si tratta di contesti nei quali per i giovani è più facile agire liberamente per ricercare/scoprire il proprio talento e la propria vocazione.

In sede di progettazione degli interventi, è emersa una forte attenzione nel valorizzare il contributo che i giovani possono offrire in termini di servizi per la comunità di riferimento. Tuttavia, una base territoriale troppo piccola, centrata sulle singole Uti, ha comportato una parcellizzazione dei progetti e non ha stimolato la presenza di progettualità di più ampio respiro, in grado di coinvolgere i giovani su valori e obiettivi più importanti, quali la tutela dell'ambiente, l'inclusione sociale e una crescita economica sostenibile della comunità regionale.

I soggetti attuatori hanno riscontrato una evidente difficoltà nell'intercettare i soggetti, ai quali offrire la possibilità di partecipare al programma AttivaGiovani, che ha comportato la non attivazione di circa il 30%dei progetti approvati. Questa è forse l'unica criticità che è emersa in sede di attuazione della legge - è stato rilevato - ma tale problematica è in parte dovuta proprio al fatto che i progetti risultavano troppo ancorati a una dimensione locale e non veicolavano messaggi valoriali di cambiamento e di sviluppo più ambiziosi, capaci di catturare e di coinvolgere anche emozionalmente i giovani e di stimolare in loro un forte impegno. ACON/RCM-fc



Stefano Turchet (Lega)
Ilaria Dal Zovo (M5S)