AttivaGiovani: sì Aula ad attuazione Lr 7/2017 per coinvolgimento Neet
(ACON) Trieste, 18 feb - Tutti d'accordo sulle relazioni
disposte da Ilaria Dal Zovo (M5S) e Stefano Turchet (Lega),
componenti del Comitato di controllo, con cui hanno informato
l'Aula in merito all'attuazione della legge regionale 7/2017 per
il sostegno all'occupabilità dei giovani e all'assunzione, con
contratti di lavoro subordinato, di prestatori di lavoro
accessorio e misure sperimentali di accompagnamento intensivo
alla ricollocazione per il triennio 2017-20.
Dai due consiglieri si è appreso che si può parlare di
raggiungimento quasi completo degli obiettivi della legge,
nonostante la necessità di applicare alcuni correttivi. Lo
strumento si rivela utile per il coinvolgimento dei Neet, i
giovani che non lavorano, non vanno a scuola e non partecipano ai
corsi di formazione.
"La nostra preoccupazione - ha esordito Dal Zovo - si fonda su
questo dato: mentre il tasso di disoccupazione giovanile nella
maggior parte degli Stati europei fino all'inizio del 2020 era in
media diminuito, il tasso di giovani inattivi è rimasto stabile o
è persino aumentato. La valutazione dell'efficacia della Lr
7/2017 appare inoltre indispensabile anche alla luce del fatto
che il 30 ottobre 2020 è stata adottata la proposta di
raccomandazione del Consiglio Ue che ha istituito la Garanzia
Giovani. La proposta si prefigge di rinnovare il quadro
strategico e contribuire ad attenuare l'impatto della crisi
Covid-19 per un migliore sostegno all'occupabilità dei giovani e
per evitare un'altra crisi della disoccupazione giovanile".
I due relatori hanno, poi, presentato all'Aula i dati forniti
dall'assessore regionale al Lavoro, Alessia Rosolen. Tra i tanti,
emerge che in regione, nel 2018, la percentuale di giovani della
fascia d'età 18-24 anni che non ha titoli scolastici superiori al
diploma di scuola secondaria di primo grado e che non è in
possesso di qualifiche professionali ottenute in corsi con durata
di almeno 2 anni è dell'8,6%, sensibilmente inferiore alla media
nazionale, pari a 13,5%. Questo dato, unitamente al fatto che
circa il 40% dei giovani 20-24enni partecipa al sistema di
istruzione e formazione, è incoraggiante, perché fotografa una
regione nella quale i giovani, hanno un buon livello di
formazione e possono rappresentare una risorsa per il sistema
produttivo locale.
Nel corso del triennio 2017-20 si è registrato un progressivo
decremento della percentuale di Neet: passando dal 16,9% del 2017
al 13,7% del 2019, la nostra Regione si colloca al di sotto della
media nazionale (22,2%) e al terzo posto tra le Regioni italiane
dopo Trentino-Alto Adige e Veneto. Inoltre, sono 91 i progetti
formativi presentati nell'ambito di AttivaGiovani, di cui 48
avviati e conclusi. Emerge in particolare l'attività svolta
dall'Unione territoriale intercomunale (Uti) giuliana: grazie
alla presenza nel territorio di luoghi di aggregazione giovanile
e al sistema dei ricreatori è stato, infatti, più facile sia
avviare progetti sia individuare i giovani potenzialmente
interessati dagli interventi.
Sempre nell'arco del triennio, i giovani coinvolti nei percorsi
AttivaGiovani sono stati 536, di cui solo 340 hanno completato il
percorso intero. Un dato importante è che la percentuale di
occupazione alla fine del percorso formativo è doppia per chi ha
completato il percorso, 44%, rispetto a chi non l'ha completato,
22%. Tra le tipologie contrattuali prevale nettamente il lavoro a
tempo determinato.
L'attività della terza annualità, che al momento non è ancora
conclusa, è stata pesantemente condizionata dal verificarsi della
pandemia da Covid-19, poiché - hanno evidenziato ancora i
relatori - nei tre mesi di lockdown la presentazione dei progetti
è stata sospesa e anche successivamente la necessità del rispetto
delle misure di sicurezza per il contenimento del virus hanno
dimolto ostacolato l'avvio delle attività educative di tipo
laboratoriale e arrestato di fatto la presentazione di nuove
progettualità. Le progettualità presentate hanno avuto a
riferimento una vasta gamma di settori formativi, tuttavia ai
servizi socio-educativi e al turismo è stata riservata
particolare attenzione, probabilmente perché si tratta di
contesti nei quali per i giovani è più facile agire liberamente
per ricercare/scoprire il proprio talento e la propria vocazione.
In sede di progettazione degli interventi, è emersa una forte
attenzione nel valorizzare il contributo che i giovani possono
offrire in termini di servizi per la comunità di riferimento.
Tuttavia, una base territoriale troppo piccola, centrata sulle
singole Uti, ha comportato una parcellizzazione dei progetti e
non ha stimolato la presenza di progettualità di più ampio
respiro, in grado di coinvolgere i giovani su valori e obiettivi
più importanti, quali la tutela dell'ambiente, l'inclusione
sociale e una crescita economica sostenibile della comunità
regionale.
I soggetti attuatori hanno riscontrato una evidente difficoltà
nell'intercettare i soggetti, ai quali offrire la possibilità di
partecipare al programma AttivaGiovani, che ha comportato la non
attivazione di circa il 30%dei progetti approvati. Questa è forse
l'unica criticità che è emersa in sede di attuazione della legge
- è stato rilevato - ma tale problematica è in parte dovuta
proprio al fatto che i progetti risultavano troppo ancorati a una
dimensione locale e non veicolavano messaggi valoriali di
cambiamento e di sviluppo più ambiziosi, capaci di catturare e di
coinvolgere anche emozionalmente i giovani e di stimolare in loro
un forte impegno.
ACON/RCM-fc