Agricoltura: Piccin (FI), pdl per la salvaguardia dei castagneti
(ACON) Trieste, 9 apr - Una proposta di legge per favorire
interventi di ripristino, recupero, manutenzione e salvaguardia
dei castagneti: ad annunciarne il deposito è la prima firmataria,
la consigliera regionale di Forza Italia, Mara Piccin.
"I castagneti - osserva la forzista nella sua nota -
rappresentano per la nostra Regione una ricchezza in termini di
biodiversità che dobbiamo valorizzare e salvaguardare, invece
molti sono abbandonati oppure hanno subito danni dal cinipide e
dal cancro del castagno, quest'ultimo favorito anche dagli
squilibri climatici degli ultimi anni".
"La nostra pdl - continua la Piccin - prevede la concessione di
contributi ai proprietari o ai conduttori per il ripristino
colturale e produttivo dei castagneti da frutto abbandonati e di
quelli non in attualità di coltura, per il loro miglioramento
bioecologico, selvicolturale e produttivo, per la loro difesa
dagli ungulati (in particolare dai cinghiali) e per il recupero
di strutture edilizie rurali da utilizzare per il deposito e la
lavorazione delle castagne".
"Inoltre, il progetto prevede l'istituzione di un tavolo tecnico
composto da soggetti pubblici e privati, con il compito di
elaborare un Piano castanicolo delle misure da realizzare in
Friuli Venezia Giulia. Ancora, tenuto conto della
multifunzionalità dei castagneti, si intende impegnare la Regione
a favorire azioni di promozione delle filiere castanicole e a
sostenere attività di ricerca, informazione e formazione
professionale".
La consigliera sottolinea "l'importanza del castagno dai punti di
vista storico-culturale, paesaggistico-ambientale e produttivo.
L'Italia è uno dei principali produttori mondiali di castagne,
primo esportatore per valore degli scambi e secondo per quantità
dopo la Cina. In Fvg, come da mappatura Ersa del 2019, le
maggiori concentrazioni di castagno si trovano nelle Prealpi
Giulie (tra Artegna e la valle dello Judrio e nei boschi del
Collio goriziano) e nelle Prealpi Carniche (in particolare tra
Sarone e Giais), ma anche nella pianura pordenonese e nella
Pedemontana tra Meduna e Tagliamento, senza trascurare gli
esemplari della Val Rosandra e di altre zone".
"Sono presenti anche piante secolari, appartenenti a una decina
di varietà per la maggior parte diverse da quelle presenti nelle
principali aree di coltura italiane. Un patrimonio - conclude la
Piccin - tutto da riscoprire e valorizzare".
ACON/COM/rcm