Covid: Zalukar (Misto), le ragioni dei molteplici decessi in Fvg
(ACON) Trieste, 11 apr - "L'incontro tra l'assessore regionale
alla Salute e gli anestesisti non ha portato chiarezza. Secondo
il primo, i conteggi dei ricoveri in Terapia intensiva sono
corretti, mentre i secondi, che lavorano in quei reparti,
ribadiscono che sono sottostimati".
Lo rimarca in una nota il consigliere regionale Walter Zalukar
(Gruppo Misto), aggiungendo che "non è una questione di poco
conto, giacché si tratta dei malati più gravi tra quelli colpiti
dal virus: quelli che hanno bisogno di rianimazione. I dati di
occupazione delle Terapie intensive contribuiscono a determinare
il livello di lockdown, cioè se resteremo in arancione, per
quanto tempo e quale sarà il prossimo colore. Quindi, riflessi
non solo di salute, ma anche economici e sociali".
"Per gli anestesisti, la gestione dell'emergenza da Covid nel
Friuli Venezia Giulia presenta 'grossissime criticità', ma che le
cose non vadano bene è confermato anche dai dati regionali sulla
mortalità da Covid con fonte il ministero della Salute. In Fvg,
negli ultimi sette giorni, sono stati registrati - dettaglia
Zalukar - 11.3 decessi ogni 100mila abitanti, più del doppio
rispetto la media nazionale (5 per 100mila). Al secondo posto
troviamo la Sicilia (7.2), il 40% meno".
"Perché abbiamo più morti di tutti? Forse abbiamo una popolazione
più debole e anziana? La Liguria, più vecchia di noi, registra
però 4.8 decessi per 100mila, meno della metà. Non abbiamo
particolari fenomeni di densità abitativa - prosegue la nota - e
non risulta che gli abitanti del Fvg trasgrediscano alle regole
anti contagio più che in altre regioni, ma non possiamo neppure
evocare un maggior inquinamento atmosferico".
"Che le cure sul territorio siano state, e tuttora lo siano,
gravemente carenti - continua Zalukar - è nozione comune, ma
sembrano essere ancora più carenti in Lombardia, dove i decessi
sono 6.2 per 100mila: poco più della metà dei nostri. Senza o con
poca assistenza sul territorio la gente va in ospedale, ma quali
sono le protezioni che l'ospedale ha messo in opera per
difendersi dal contagio? Già lo scorso anno, a inizio epidemia,
si era verificata una proliferazione di contagi negli ospedali,
almeno a Trieste. Non si hanno i numeri esatti, ma forse il
fenomeno è rimasto sottovalutato e sarebbe stato preferibile
riservare il Maggiore al Covid per lasciare immune Cattinara.
Inoltre, all'interno dei nosocomi non sempre ci sono aeree e
percorsi rigorosamente separati tra Covid e non Covid".
"Ciò può spiegare l'aumento dei contagi, ma come spiegare -
aggiunge l'esponente del Gruppo Misto - il doppio dei decessi
osservati in queste ultime settimane? Non ci sono certezze, senza
poter esaminare i dati dei contagi intraospedalieri, ma sembra
ragionevole pensare che chi entra in ospedale per patologie non
Covid, soprattutto se anziano, è già di per sé assai più
vulnerabile al virus. Quindi, se viene ricoverato in ambienti
dove vengono curati anche i pazienti Covid, il contagio è assai
probabile e la stessa sopravvivenza diventa a rischio. Come
detto, non ci sono certezze, ma probabilità che vanno studiate,
mettendo a disposizione i dati piuttosto che secretarli".
ACON/COM/db