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Scuola: in VI Comm studenti denunciano carenza docenti e Dad inadatta

09.06.2021
17:28
(ACON) Trieste, 9 giu - Troppi insegnanti precari, troppi allievi per classe, troppe strutture inadatte, nessuna valorizzazione degli istituti tecnici e professionali: è diretto e senza mezzi termini, il j'accuse dei rappresentanti del Movimento studentesco per il futuro (Mspf) alla VI Commissione consiliare presieduta da Giuseppe Sibau (Progetto Fvg/Ar) e all'assessore regionale all'Istruzione, Alessia Rosolen, che li hanno ascoltati in modalità telematica esporre le loro istanze correlate all'emergenza epidemiologica che ne ha stravolto le abitudini e amplificato le problematiche.

Hanno le idee chiare, questi ragazzi, consci che la scuola "va intesa non solo come istituzione - ha detto per tutti Beatrice Bertossi - ma come luogo di educazione, crescita e formazione personale e sociale" e che "le lezioni a cui partecipiamo durante la nostra vita scolastica sono il momento di costituzione delle nostre identità e della nostra capacità di possedere un pensiero critico e indipendente. La scuola è per eccellenza il luogo dove attuare un cambiamento a lungo termine ed è di vitale importanza per il futuro di una regione, il suo progresso e la sua rinascita".

"Viste tutte queste considerazioni, quindi, non riusciamo a capire come mai la scuola non sia al centro del dibattito politico regionale - ha rincarato la studentessa - ma, anzi, venga sacrificata per prima. Non riusciamo a capire come mai, in regione, non esista ancora una legge sul diritto allo studio".

Riguardo alle strutture, la richiesta è "che siano stanziati maggiori investimenti, sia in edifici scolastici, sia in investimenti specifici come laboratori o luoghi specializzati; basti pensare che il 10% del patrimonio edilizio scolastico regionale è stato costruito precedentemente al 1920 e il 41% tra il 1946 e il 1960".

L'assunzione e la formazione di personale per eliminare le cosiddette classi-pollaio, "dovrebbero essere tra gli obbiettivi centrali dell'azione del governo regionale nei confronti dell'istruzione e del diritto allo studio. Anche perché la scuola dovrebbe preservare l'individualità del singolo e, specialmente in una regione a statuto speciale come la nostra, proteggere le minoranze e la diversità culturale e linguistica".

Partendo dal dato di una ricerca realizzata da Fondazione Italia in Salute e da Sociometrica secondo cui, nel corso della pandemia, il 16,5% della popolazione italiana ha manifestato sintomi di depressione, ma fra i più giovani la percentuale aumenta fino al 34,7%, la rappresentante ha evidenziato che "a livello regionale non è stata fatta alcuna indagine sulle problematiche psicologiche degli studenti, nessuna inchiesta che mettesse in luce lo spaventoso incremento della dispersione scolastica, ma solo una rilevazione sulle modalità di erogazione della didattica a distanza (Dad) o della didattica digitale integrata (Ddi)".

Tutto ciò considerato, le richieste del Mspf rivolte alla Regione sono: maggior coinvolgimento nelle decisioni attraverso un tavolo di confronto permanente tra le realtà politiche regionali e le realtà studentesche; più investimenti nell'edilizia scolastica per una sua maggiore sicurezza; l'assunzione di personale per eliminare le classi eccessivamente numerose e garantire il giusto aiuto a tutti gli studenti; l'avvio di un dibattito volto a redigere una legge regionale che tuteli il diritto allo studio.

Alle citate richieste, il Mspf ha aggiunto alcune altre necessità emerse a livello di dibattito tra gli studenti e riportate in un manifesto. Tra queste, la necessità di avere materie come educazione informatica (quindi sull'utilizzo, il metodo di approccio a Internet e ai social), educazione ambientale e educazione sessuale; creare una scuola che sia ecologica attraverso l'utilizzo della raccolta differenziata e con edifici e mezzi di trasporto a minor impatto ambientale; l'istituzione di un reddito studentesco, da integrare alle borse di studio, erogato non solo per meritocrazia ma per necessità economiche.

D'accordo sui limiti della Dad e sulla necessità di contrastare la dispersione scolastica si è detto Furio Honsell (Open Fvg), favorevole ad appuntamenti periodici con i ragazzi. A suo parere "il diritto allo studio deve puntare a innovazione, formazione degli insegnanti, strutture digitali ma anche laboratoriali oggi limitate, inoltre non solo le aule sono sovraffollate ma proprio mancano".

Cristiano Shaurli (Pd) ha sottolineato che già lo scorso anno si chiedeva di integrare i fondi per il diritto allo studio e un tavolo permanente con studenti e dirigenti per la ripresa della scuola, non solo del Fvg ma nel suo complesso.

Massimo Moretuzzo (Patto) ha sostenuto come si debba fare tutto ciò che è fattibile per riavere ragazzi e insegnanti in presenza, e la necessità di investire ulteriori risorse per il patrimonio edilizio, ormai vetusto, ma farlo ragionando su quali siano gli edifici ancora adatti ad ospitare le classi.

Mauro Capozzella (M5S) ha parlato che di Regione Fvg capofila in Italia nella previsione di norme specifiche contro l'analfabetismo emotivo e funzionale; il fatto che gli studenti non le conoscano, quindi, secondo il pentastelato fa pensare che non sia stato fatto abbastanza per renderle note. Inoltre bisogna far di tutto perché le scuole riaprano, a settembre.

Alessandro Basso (FdI) si è detto d'accordo sui limiti di un organo statale, vedi l'Ufficio scolastico regionale, nel decidere quali scuole devono riaprire e quali no, mentre serve un tavolo aperto alle diverse sensibilità delle famiglie e delle amministrazioni locali, invece ha difeso le tradizionali lezioni in aula rispetto ad altre forme didattiche. Anche per lui, a settembre i ragazzi devono riprendere a confrontarsi in presenza e fa risolto il tema degli insegnanti precari, ma facendo una selezione perché alla stabilità deve accompagnarsi la preparazione.

Mauro Bordin (Lega) ha fatto presente che effettivamente esiste un deficit di risposta come numero di insegnanti, ma la soluzione compete al ministero dell'Istruzione. Inoltre non è vero che la scuola non è al centro del dibattito politico regionale, basta considerare cosa è stato fatto in tre anni per settori come trasporto, doposcuola, messa a norma sismica degli edifici. Non da ultimo, la legge sul diritto allo studio c'è.

Un punto, questo, ripreso anche dall'assessore Rosolen, che ha puntualizzato che la Regione segue l'alunno da quando è all'asilo sino all'università e anche dopo la laurea. "Abbiamo appena erogato 13mila borse di studio agli studenti del Fvg - ha reso noto -. L'amministrazione regionale interviene ogni anno sul sistema scolastico, su cui non ha potestà legislativa diretta, con 25 milioni di euro di bilancio, oltre a quanto mette a disposizione il Fondo sociale europeo per istruzione superiore, università e formazione. E per l'edilizia scolastica, tra laboratori, antisismicità e rinnovo degli edifici, ha stanziato 70 milioni. Il personale è materia statale, ma la Regione interviene fornendo, a spese di tutti i suoi cittadini, i docenti di sostegno, il personale amministrativo, tecnico e ausiliario Ata e tutte le figure che non sono messe a disposizione dallo Stato".

Ricordando che in Fvg c'è la più bassa dispersione scolastica nazionale, Rosolen infine ha reso noto che la prossima settimana si svolgeranno le prime riunioni sul dimensionamento scolastico e l'avvio dell'anno scolastico 2021-22. ACON/RCM-fc



  • La VI Commissione consiliare ascolta in audizione il Movimento studentesco per il futuro (Mspf)
    La VI Commissione consiliare ascolta in audizione il Movimento studentesco per il futuro (Mspf)
  • Beatrice Bertossi del Mspf
    Beatrice Bertossi del Mspf
  • Massimo Moretuzzo (Patto) e Mauro Capozzella (M5S)
    Massimo Moretuzzo (Patto) e Mauro Capozzella (M5S)
  • Mauro Bordin (Lega)
    Mauro Bordin (Lega)