Scuola: in VI Comm studenti denunciano carenza docenti e Dad inadatta
(ACON) Trieste, 9 giu - Troppi insegnanti precari, troppi
allievi per classe, troppe strutture inadatte, nessuna
valorizzazione degli istituti tecnici e professionali: è diretto
e senza mezzi termini, il j'accuse dei rappresentanti del
Movimento studentesco per il futuro (Mspf) alla VI Commissione
consiliare presieduta da Giuseppe Sibau (Progetto Fvg/Ar) e
all'assessore regionale all'Istruzione, Alessia Rosolen, che li
hanno ascoltati in modalità telematica esporre le loro istanze
correlate all'emergenza epidemiologica che ne ha stravolto le
abitudini e amplificato le problematiche.
Hanno le idee chiare, questi ragazzi, consci che la scuola "va
intesa non solo come istituzione - ha detto per tutti Beatrice
Bertossi - ma come luogo di educazione, crescita e formazione
personale e sociale" e che "le lezioni a cui partecipiamo durante
la nostra vita scolastica sono il momento di costituzione delle
nostre identità e della nostra capacità di possedere un pensiero
critico e indipendente. La scuola è per eccellenza il luogo dove
attuare un cambiamento a lungo termine ed è di vitale importanza
per il futuro di una regione, il suo progresso e la sua
rinascita".
"Viste tutte queste considerazioni, quindi, non riusciamo a
capire come mai la scuola non sia al centro del dibattito
politico regionale - ha rincarato la studentessa - ma, anzi,
venga sacrificata per prima. Non riusciamo a capire come mai, in
regione, non esista ancora una legge sul diritto allo studio".
Riguardo alle strutture, la richiesta è "che siano stanziati
maggiori investimenti, sia in edifici scolastici, sia in
investimenti specifici come laboratori o luoghi specializzati;
basti pensare che il 10% del patrimonio edilizio scolastico
regionale è stato costruito precedentemente al 1920 e il 41% tra
il 1946 e il 1960".
L'assunzione e la formazione di personale per eliminare le
cosiddette classi-pollaio, "dovrebbero essere tra gli obbiettivi
centrali dell'azione del governo regionale nei confronti
dell'istruzione e del diritto allo studio. Anche perché la scuola
dovrebbe preservare l'individualità del singolo e, specialmente
in una regione a statuto speciale come la nostra, proteggere le
minoranze e la diversità culturale e linguistica".
Partendo dal dato di una ricerca realizzata da Fondazione Italia
in Salute e da Sociometrica secondo cui, nel corso della
pandemia, il 16,5% della popolazione italiana ha manifestato
sintomi di depressione, ma fra i più giovani la percentuale
aumenta fino al 34,7%, la rappresentante ha evidenziato che "a
livello regionale non è stata fatta alcuna indagine sulle
problematiche psicologiche degli studenti, nessuna inchiesta che
mettesse in luce lo spaventoso incremento della dispersione
scolastica, ma solo una rilevazione sulle modalità di erogazione
della didattica a distanza (Dad) o della didattica digitale
integrata (Ddi)".
Tutto ciò considerato, le richieste del Mspf rivolte alla Regione
sono: maggior coinvolgimento nelle decisioni attraverso un tavolo
di confronto permanente tra le realtà politiche regionali e le
realtà studentesche; più investimenti nell'edilizia scolastica
per una sua maggiore sicurezza; l'assunzione di personale per
eliminare le classi eccessivamente numerose e garantire il giusto
aiuto a tutti gli studenti; l'avvio di un dibattito volto a
redigere una legge regionale che tuteli il diritto allo studio.
Alle citate richieste, il Mspf ha aggiunto alcune altre necessità
emerse a livello di dibattito tra gli studenti e riportate in un
manifesto. Tra queste, la necessità di avere materie come
educazione informatica (quindi sull'utilizzo, il metodo di
approccio a Internet e ai social), educazione ambientale e
educazione sessuale; creare una scuola che sia ecologica
attraverso l'utilizzo della raccolta differenziata e con edifici
e mezzi di trasporto a minor impatto ambientale; l'istituzione di
un reddito studentesco, da integrare alle borse di studio,
erogato non solo per meritocrazia ma per necessità economiche.
D'accordo sui limiti della Dad e sulla necessità di contrastare
la dispersione scolastica si è detto Furio Honsell (Open Fvg),
favorevole ad appuntamenti periodici con i ragazzi. A suo parere
"il diritto allo studio deve puntare a innovazione, formazione
degli insegnanti, strutture digitali ma anche laboratoriali oggi
limitate, inoltre non solo le aule sono sovraffollate ma proprio
mancano".
Cristiano Shaurli (Pd) ha sottolineato che già lo scorso anno si
chiedeva di integrare i fondi per il diritto allo studio e un
tavolo permanente con studenti e dirigenti per la ripresa della
scuola, non solo del Fvg ma nel suo complesso.
Massimo Moretuzzo (Patto) ha sostenuto come si debba fare tutto
ciò che è fattibile per riavere ragazzi e insegnanti in presenza,
e la necessità di investire ulteriori risorse per il patrimonio
edilizio, ormai vetusto, ma farlo ragionando su quali siano gli
edifici ancora adatti ad ospitare le classi.
Mauro Capozzella (M5S) ha parlato che di Regione Fvg capofila in
Italia nella previsione di norme specifiche contro
l'analfabetismo emotivo e funzionale; il fatto che gli studenti
non le conoscano, quindi, secondo il pentastelato fa pensare che
non sia stato fatto abbastanza per renderle note. Inoltre bisogna
far di tutto perché le scuole riaprano, a settembre.
Alessandro Basso (FdI) si è detto d'accordo sui limiti di un
organo statale, vedi l'Ufficio scolastico regionale, nel decidere
quali scuole devono riaprire e quali no, mentre serve un tavolo
aperto alle diverse sensibilità delle famiglie e delle
amministrazioni locali, invece ha difeso le tradizionali lezioni
in aula rispetto ad altre forme didattiche. Anche per lui, a
settembre i ragazzi devono riprendere a confrontarsi in presenza
e fa risolto il tema degli insegnanti precari, ma facendo una
selezione perché alla stabilità deve accompagnarsi la
preparazione.
Mauro Bordin (Lega) ha fatto presente che effettivamente esiste
un deficit di risposta come numero di insegnanti, ma la soluzione
compete al ministero dell'Istruzione. Inoltre non è vero che la
scuola non è al centro del dibattito politico regionale, basta
considerare cosa è stato fatto in tre anni per settori come
trasporto, doposcuola, messa a norma sismica degli edifici. Non
da ultimo, la legge sul diritto allo studio c'è.
Un punto, questo, ripreso anche dall'assessore Rosolen, che ha
puntualizzato che la Regione segue l'alunno da quando è all'asilo
sino all'università e anche dopo la laurea. "Abbiamo appena
erogato 13mila borse di studio agli studenti del Fvg - ha reso
noto -. L'amministrazione regionale interviene ogni anno sul
sistema scolastico, su cui non ha potestà legislativa diretta,
con 25 milioni di euro di bilancio, oltre a quanto mette a
disposizione il Fondo sociale europeo per istruzione superiore,
università e formazione. E per l'edilizia scolastica, tra
laboratori, antisismicità e rinnovo degli edifici, ha stanziato
70 milioni. Il personale è materia statale, ma la Regione
interviene fornendo, a spese di tutti i suoi cittadini, i docenti
di sostegno, il personale amministrativo, tecnico e ausiliario
Ata e tutte le figure che non sono messe a disposizione dallo
Stato".
Ricordando che in Fvg c'è la più bassa dispersione scolastica
nazionale, Rosolen infine ha reso noto che la prossima settimana
si svolgeranno le prime riunioni sul dimensionamento scolastico e
l'avvio dell'anno scolastico 2021-22.
ACON/RCM-fc