Referendum: ok a maggioranza da I Comm, Opposizioni disertano voto
(ACON) Trieste, 22 lug - La maggioranza di Centrodestra dà il
via libera a sei referendum abrogativi proposti dalla Lombardia,
le Opposizioni - altrettanto compatte - scelgono di non
partecipare al voto, convinte che sui temi della giustizia debba
esprimersi il Parlamento e non il Consiglio regionale.
È questo l'esito della partita di scacchi politica giocata oggi
in I Commissione. Sotto la presidenza di Alessandro Basso (FdI),
i consiglieri erano chiamati a dare supporto o a respingere
l'iniziativa della Lombardia, che punta al sì di 5 Regioni per
chiamare i cittadini a esprimersi "su questioni all'attenzione da
decenni ma mai risolte", come ha sottolineato Mauro Bordin,
capogruppo della Lega, riassumendo i contenuti dei sei referendum
attinenti alle materie di competenza della commissione.
Gli obiettivi sono l'eliminazione del meccanismo della raccolta
firme per il magistrato che voglia candidarsi al Consiglio
superiore (referendum numero 2), l'introduzione del meccanismo di
responsabilità diretta del magistrato (quesito 3), l'allargamento
della valutazione sulla professionalità dei magistrati ad altre
categorie (4), la separazione delle carriere tra pm e giudice
(5), la limitazione della custodia cautelare a casi di
particolare gravità (6) e l'abolizione del decreto Severino
sull'incandidabilità per chi ha commesso una certa fattispecie di
reati (7).
"Non credo che i referendum siano la soluzione - ha subito
ribattuto Diego Moretti, capogruppo Pd, anticipando la decisione
di non partecipare al voto e di non produrre relazioni di
minoranza - perché temi così delicati devono essere affrontati
dal Parlamento. Tutti i partiti - ha poi osservato Moretti - sono
garantisti con gli amici e un po' meno con gli avversari
politici".
"Credo che questa discussione nella settimana dell'assestamento
di bilancio sia un errore anche nel metodo - ha protestato
Massimo Moretuzzo, capogruppo del Patto per l'Autonomia - e una
forzatura da parte della Lega. Anche noi non parteciperemo al
voto". In linea con i colleghi di opposizione Tiziano Centis,
capogruppo dei Cittadini: "È una questione molto politica,
evidente l'intento della Lombardia di mettere in rete 5 Regioni
governate dalla Lega".
"Se rimanessi in aula a votare - ha spiegato Mauro Capozzella
(M5S) - farei un'ingerenza nei confronti di un dibattito
parlamentare che sta per partire. Abbiamo tanti rappresentanti in
Parlamento e ci affidiamo a loro, in questa fase non bisogna
disturbare il manovratore".
"Stiamo semplicemente esercitando le nostre competenze - ha
controbattuto Bordin - perché le Regioni possono proporre
referendum. Ed è vero che la Lega sostiene questa iniziativa, ma
ci sono anche i Radicali e forze di sinistra come quella di
Matteo Renzi , che ha richiamato il caso Tortora. Credo che su
questo riequilibrio di poteri - ha aggiunto il capogruppo
leghista - serva un gioco di squadra: è sbagliato lo stop alla
politica per chi non ha avuto una condanna definitiva, e questo
può capitare a tutti: di recente anche il sindaco Pd di una
grande città è stato assolto dopo anni di calvario".
Il riferimento a Renzi è stato sottolineato dal pentastellato
Andrea Ussai ("La Lega fa squadra con lui, forse sarà un segno"),
mentre Alessandro Basso ha rimandato all'aula, per motivi di
opportunità legati al suo ruolo di presidente, l'espressione del
parere da parte di Fratelli d'Italia.
Nella replica finale, l'assessore Pierpaolo Roberti ha spiegato
che "noi oggi non dovremmo votare il merito ma semplicemente dire
se pensiamo che i cittadini debbano esprimersi su questi temi. Si
può anche dire: voglio che si esprimano e poi fare campagna per
il no al momento del referendum. È curioso però - ha aggiunto
l'esponente di Giunta - sentir dire che il cittadino non debba
dire la sua su un tema così delicato, specie dal M5S che ha
chiesto di non disturbare il manovratore, nonostante sostenga
sempre che uno vale uno". Roberti ha infine sottolineato il ruolo
dei referendum "come stimolo e pungolo all'azione legislativa".
ACON/FA-fc