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Ambiente: presidenza Cr, gestione biotopi Flambro-Virco torni a Comuni

25.09.2021
20:44
(ACON) Flambro di Talmassons, 25 set - Quando le amministrazioni locali fanno sistema, sono sempre vincenti. La festa delle risorgive (quelle del fiume Stella), presso il mulino Braida di Flambro, nel Medio Friuli, ne è la prova. Qui, a unirsi in una ormai consolidata organizzazione che non esclude ma anzi esalta associazioni e aziende del territorio, sono per la quinta volta le municipalità di Bertiolo, Castions di Strada, Gonars e Talmassons.

Il mulino Braida, noto anche come il mulin di Tilio, si trova lungo la strada provinciale che da Talmassons porta sino a Portogruaro, alla fine di un sentiero alberato. Ma soprattutto è circondato da un habitat unico nel suo genere, dove un tempo si viveva di agricoltura e oggi si lavora per salvaguardare specie rare e bellissime di flora e fauna, a cui non mancano caratteristiche simili a quelle alpine.

Ma questo mulino - ha evidenziato il Consiglio regionale tramite le parole del suo presidente - è anche altro. Qui, infatti, si esprimono le comunità delle 4 municipalità, il territorio è utilizzato dalle scuole piuttosto che dalle università, così come non mancano eventi musicali, di presentazione dei prodotti locali o di avvicinamento alla natura, per una cultura ambientale che ci porta a conoscere meglio noi stessi.

Quindi possiamo parlare di tre fasi interdisciplinari - è stato spiegato ancora dalla presidenza consiliare - dove la prima è stata la riscoperta assieme alla salvaguardia di questo habitat e delle sue specie autonome, includendo nel progetto la popolazione innanzitutto di Talmassons e in particolare gli agricoltori.

La seconda è stata il coinvolgimento della Regione nella gestione dei biotopi e fondi che sono arrivati anche dall'Unione europea, per un ampliamento della zona da tutelare e il coinvolgimento delle altre municipalità del Medio Friuli, oltre all'acquisizione del mulino.

Ora si tratta di puntare alla terza fase, quella della restituzione della gestione dei biotopi alle amministrazioni comunali, che li potrebbero controllare attraverso un apposito organo gestore. Perché questo luogo è un motore di sviluppo e rilancio delle nostre comunità in termini ambientali e un posto che la collettività sente sua, dove venire semplicemente per giocare o rilassarsi, oppure per seguire eventi culturali.

A ripercorrere la storia del rilancio dei biotopi di Flambro e Visco a cominciare dagli anni '70 è stato il botanico Giuseppe Oriolo, che ha detto delle prime azioni di tutela con progetti come la rete Natura 2000 e l'istituzione per legge dei biotopi regionali e dei parchi comunali, e poi della loro gestione e i monitoraggi tramite campionamento. Dopo di lui, la ricchezza faunistica è stata illustrata dall'ornitologo Renato Castellani. ACON/RCM



Un momento del convegno sui biotopi
Il mulino Braida e le risorgive dello Stella