Ambiente: presidenza Cr, gestione biotopi Flambro-Virco torni a Comuni
(ACON) Flambro di Talmassons, 25 set - Quando le
amministrazioni locali fanno sistema, sono sempre vincenti. La
festa delle risorgive (quelle del fiume Stella), presso il mulino
Braida di Flambro, nel Medio Friuli, ne è la prova. Qui, a unirsi
in una ormai consolidata organizzazione che non esclude ma anzi
esalta associazioni e aziende del territorio, sono per la quinta
volta le municipalità di Bertiolo, Castions di Strada, Gonars e
Talmassons.
Il mulino Braida, noto anche come il mulin di Tilio, si trova
lungo la strada provinciale che da Talmassons porta sino a
Portogruaro, alla fine di un sentiero alberato. Ma soprattutto è
circondato da un habitat unico nel suo genere, dove un tempo si
viveva di agricoltura e oggi si lavora per salvaguardare specie
rare e bellissime di flora e fauna, a cui non mancano
caratteristiche simili a quelle alpine.
Ma questo mulino - ha evidenziato il Consiglio regionale tramite
le parole del suo presidente - è anche altro. Qui, infatti, si
esprimono le comunità delle 4 municipalità, il territorio è
utilizzato dalle scuole piuttosto che dalle università, così come
non mancano eventi musicali, di presentazione dei prodotti locali
o di avvicinamento alla natura, per una cultura ambientale che ci
porta a conoscere meglio noi stessi.
Quindi possiamo parlare di tre fasi interdisciplinari - è stato
spiegato ancora dalla presidenza consiliare - dove la prima è
stata la riscoperta assieme alla salvaguardia di questo habitat e
delle sue specie autonome, includendo nel progetto la popolazione
innanzitutto di Talmassons e in particolare gli agricoltori.
La seconda è stata il coinvolgimento della Regione nella gestione
dei biotopi e fondi che sono arrivati anche dall'Unione europea,
per un ampliamento della zona da tutelare e il coinvolgimento
delle altre municipalità del Medio Friuli, oltre all'acquisizione
del mulino.
Ora si tratta di puntare alla terza fase, quella della
restituzione della gestione dei biotopi alle amministrazioni
comunali, che li potrebbero controllare attraverso un apposito
organo gestore. Perché questo luogo è un motore di sviluppo e
rilancio delle nostre comunità in termini ambientali e un posto
che la collettività sente sua, dove venire semplicemente per
giocare o rilassarsi, oppure per seguire eventi culturali.
A ripercorrere la storia del rilancio dei biotopi di Flambro e
Visco a cominciare dagli anni '70 è stato il botanico Giuseppe
Oriolo, che ha detto delle prime azioni di tutela con progetti
come la rete Natura 2000 e l'istituzione per legge dei biotopi
regionali e dei parchi comunali, e poi della loro gestione e i
monitoraggi tramite campionamento. Dopo di lui, la ricchezza
faunistica è stata illustrata dall'ornitologo Renato Castellani.
ACON/RCM