FAMIGLIA. DDL FAGIOPO, OK III COMM A PARTI COMPETENZA LEGGE QUADRO
(ACON) Trieste, 16 nov - La III Commissione consiliare,
presieduta da Ivo Moras (Lega) e riunita a Trieste nell'emiciclo
di piazza Oberdan, ha espresso parere favorevole a maggioranza
(nessun voto negativo, astenute le Opposizioni) sulle parti di
competenza del disegno di legge 148 relativo alle disposizioni in
materia di politiche della famiglia, di promozione dell'autonomia
dei giovani e delle pari opportunità (FaGioPo).
L'espressione di voto da parte della III Commissione è stata
preceduta dall'illustrazione dell'articolo 8 (contenuto nel capo
Secondo) da parte dall'assessore regionale alla Famiglia, Alessia
Rosolen, mentre su quelli dal 28 al 34 (l'intero capo Quinto) si
è soffermato in modalità telematica il vicegovernatore Fvg con
delega alla Salute, Riccardo Riccardi.
Il ddl 148 FaGioPo (caratterizzato dai 42 articoli suddivisi in 6
capi) era stato assegnato alla VI Commissione permanente con
parere ulteriore sulle rispettive sezioni tematiche anche della
IV e della V. Il documento, presentato il 18 ottobre scorso e
trasmesso per la formulazione di eventuali osservazioni e pareri
anche alla Commissione regionale per le pari opportunità tra uomo
e donna (Crpo Fvg) e al Garante regionale dei diritti della
persona, Paolo Pittaro, mira a fornire un quadro di riferimento
legislativo unitario di azioni strutturali sul tema della
natalità e della genitorialità nonché, più in generale, della
famiglia, superando nell'ottica della semplificazione e
dell'armonizzazione normativa le attuali leggi regionali di
settore.
Prima della spiegazione dello specifico passaggio in esame,
Rosolen ha fatto riferimento al fatto che "si tratta di una legge
quadro e che, pertanto, i provvedimenti di settore vengono qui
solo tracciati, giacché trovano posto nelle norme di settore. In
merito al capo Quinto, ricordo che si tratta della partita che
regola tutti gli interventi di politica sociale e sociosanitaria
a tutela della famiglia che coinvolge una platea ampia (dai
Comuni fino a consultori e soggetti del Terzo settore) attraverso
i quali vengono messe in atto svariate iniziative".
L'assessore alla Famiglia ha inoltre anticipato che "alla luce
delle osservazioni emerse durante le audizioni e segnalate dalle
organizzazioni sindacali, interverremo con un emendamento
sull'articolo 32 per dare una rilevanza diversa e un nuovo filo
logico riguardo le adozioni". Inoltre, riguardo l'articolo 8,
Rosolen ha aggiunto che "esiste una legge del 2012, mai
applicata, per istituire un soggetto che regoli la previdenza
complementare a livello regionale che prendeva spunto da quanto
avviene in altre Regioni. La scelta fatta è quella di
semplificare senza costruire nuovi sistemi e contenitori per
accompagnare le famiglie in una scelta autonoma e responsabile,
ma di indirizzo rispetto la sostanza, verso cui si stanno
orientando tutte le politiche nazionali. Un affiancamento che
inizia dall'inizio della vita con un contributo annuo una tantum
che sarà definito dalla Giunta regionale attraverso un
regolamento e i parametri del possessore di Carta Famiglia per
definire l'ammontare da corrispondere".
Riccardi, anticipando che si è trattato di un lavoro trasversale
tra le due direzioni, ha dettagliato i contenuti dei 7 articoli
di competenza in materia di politiche sociali e socio sanitarie
integrate. Nel capo Quinto si inizia infatti con "gli interventi
a sostegno delle famiglie nelle diverse fasi del ciclo della vita
nell'ambito del sistema integrato dei servizi
socio-assistenziali, socioeducativi e sociosanitari. Si prosegue
poi con il sostegno a maternità e paternità responsabili,
assicurando percorsi prenatali con tutela e presa in carico delle
gravidanze a rischio mediante assistenza sanitaria, psicologica e
sociale. L'articolo 30 promuove invece azioni di contrasto alla
povertà infantile e il sostegno alle famiglie in condizioni di
vulnerabilità attraverso i servizi sociali dei Comuni e quelli di
consultorio familiare".
Riccardi ha proseguito completando la descrizione degli ultimi 4
articoli, dove si parla di "sostegno alle famiglie monoparentali
in condizioni di disagio socioeconomico, abitativo e lavorativo
attraverso il sistema integrato di interventi e servizi sociali,
in sinergia con gli enti del Terzo settore. Seguono azioni per la
tutela dei minori stranieri in situazione di abbandono e a tutela
del loro diritto alla famiglia con il sostegno alla permanenza
del minore in difficoltà nel nucleo di origine. Quindi, azioni
mirate di assistenza e sostegno alle famiglie che intendono
adottare un bambino di cittadinanza non italiana e residente
all'estero".
Inoltre, previsti interventi di supporto al genitore affidatario
del minore nei casi di mancata corresponsione, da parte del
genitore obbligato, delle somme destinate al mantenimento,
mediante una prestazione monetaria gestita dal Servizio sociale
dei Comuni.
Oggetto di particolare interesse di sede di discussione generale
è stato l'articolo 34, legato alle attività di cura non
professionale svolte dal caregiver familiare e l'attività
assistenziale svolta dagli assistenti familiari, al fine di
promuovere la domiciliarità delle persone anziane o con
disabilità in situazione di non autosufficienza. Su questo tema
hanno preso la parola, chiedendo specificazioni, i consiglieri
Chiara Da Giau (Pd) e Andrea Ussai (M5S), seguiti dalle istanze
di ulteriori chiarimenti su altri temi da parte di Furio Honsell
(Open Sinistra Fvg).
ACON/DB-fc