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LISTE ATTESA SANITÀ. COMITATO LCV: PESANO PANDEMIA E CARENZA MEDICI

01.02.2022
13:47
(ACON) Trieste, 1 feb - I tempi di attesa delle prestazioni sanitarie dovrebbero diminuire e invece aumentano. Colpa della pandemia, certamente, ma anche di una serie di problemi strutturali su cui si sono confrontati oggi in aula i consiglieri e il vicegovernatore con delega alla Salute, Riccardo Riccardi. L'occasione era l'esame delle relazioni del Comitato per la legislazione, il controllo e la valutazione (Clcv) sulla concreta attuazione della legge 15 del 2009, che dispone appunto il contenimento delle liste di attesa. La relazione di Stefano Turchet (Lega) individua nell'imprevista emergenza pandemia da una parte, e nella carenza di medici dall'altra, le due ragioni che impediscono di risolvere il problema dell'allungamento dei tempi. Turchet ha ricordato inoltre che l'emergenza Covid è arrivata subito dopo il riassetto delle Aziende, tanto che la riforma sanitaria "non ha avuto la possibilità di trovare attuazione". Ma il problema centrale resta quello della carenza di personale specialistico ("Il numero chiuso alla facoltà di Medicina non ha sicuramente aiutato"), a cui si cerca di far fronte con un maggior ricorso al privato convenzionato. In ogni caso, il consigliere leghista ha fatto notare che il Fvg è una delle regioni "che ha ridotto meno l'attività ordinaria" durante il periodo del Covid.

Roberto Cosolini, consigliere del Pd e presidente del Clcv, nella sua relazione ha sottolineato un aspetto poi ripreso da altri consiglieri, e cioè che "le criticità si sono accentuate già nel corso del 2019, e su questa situazione critica si sono poi innestati gli effetti della pandemia". La relazione sul 2019 evidenzia infatti "un calo delle prestazioni ambulatoriali rientranti nei tempi previsti sia nella classe di priorità breve che differita, e in particolare in alcune tipologie di visita: endocrinologica, pneumologica, ortopedica, gastroenterologica".

Nel 2020 è stata invece riscontrata "una diminuzione dei volumi delle prestazioni ambulatoriali rispetto all'anno precedente, in particolare per le prestazioni in regime di ricovero programmato". Tre i fronti su cui lavorare, sempre secondo Cosolini: governo della domanda, maggiore appropriatezza delle prescrizioni e fronte dell'offerta, con la difficoltà di reclutamento di alcune figure professionali specializzate. In ogni caso "quello dei tempi di attesa è oggi un'ulteriore emergenza" e richiede un forte e immediato intervento", anche in ragione delle ampie "risorse economiche che non mancano certo in questa fase". Aprendo il dibattito, Andrea Ussai (M5S) ha rimarcato come "i problemi siano peggiorati già prima della pandemia, come dimostrano i dati del 2019. Il sistema ha tenuto solo grazie all'impegno degli operatori sanitari, e la chiara volontà della Maggioranza è quella di abbandonare il sistema sanitario pubblico per scegliere il privato". Ussai inoltre ha ricordato che "per la prima volta discutiamo di questo tema in Consiglio, mentre una relazione sull'applicazione della legge dovrebbe essere presentata ogni anno dall'assessore alla Sanità".

Opinione, quest'ultima, condivisa da Walter Zalukar (Gruppo Misto), che ha parlato delle liste di attesa come della "cartina di tornasole del funzionamento della sanità". "Ora - ha pronosticato Zalukar - sono in arrivo importanti risorse, ma in assenza di una chiara pianificazione corriamo il rischio di sprecare i soldi".

"Qui il problema è uno solo - ha riassunto Furio Honsell (Open Sinistra Fvg) - : manca personale nelle strutture pubbliche, bisogna cercarlo e procedere con i concorsi, rendendo attrattivo il nostro sistema sanitario". "Sarebbe già importante - gli ha risposto indirettamente Giampaolo Bidoli (Patto per l'Autonomia) - mantenere il numero di professionisti che abbiamo, visto che molti stanno scappando dal servizio pubblico per andare nel privato".

Simona Liguori, consigliera dei Cittadini, è convinta che "le liste d'attesa rappresentino una delle principali criticità in vista dell'accesso equo e per tutti alle prestazioni sanitarie. E c'è un divario tra la narrazione che arriva da Giunta e Maggioranza - ha proseguito Liguori - e la realtà che ci viene segnalata dalla gente. Noi comunque siamo sempre pronti a fare proposte costruttive a chi governa".

A tutti ha risposto il vicegovernatore Riccardi, sottolineando per prima cosa il contesto di emergenza in cui il sistema sanitario si trova ad operare: "Nella primavera 2020, ad esempio, non potevamo immaginare che dopo alcuni mesi avremmo dovuto affrontare un'ondata Covid assai peggiore. E ricordo che tutto il Paese ha dovuto sospendere l'attività chirurgica, non questa o quell'azienda sanitaria locale. E che in termini di calo dei ricoveri tra 2019 e 2020, il Fvg è stato la terza regione migliore in Italia".

"Di sicuro però non va tutto bene - ha detto ancora il titolare delle deleghe alla Salute - ed esiste il tema dell'attrazione del sistema sanitario. Sono d'accordo anche con chi invoca nuove assunzioni, ma il problema è che il personale non si trova, ed è lo Stato che deve modificare le regole su ingresso nella professione, specialità e retribuzioni". Quanto al rapporto pubblico-privato, Riccardi ha invitato a evitare "le frasi fatte e ad affrontare il problema per quello che è: la sanità pubblica deve restare, a beneficio di tutti, ma il problema è rendere il servizio sostenibile per il cittadino". ACON/FA



Piero Mauro Zanin, presidente del Consiglio regionale, con Mara Piccin (FI)
Roberto Cosolini (Pd), presidente del comitato Lcv
Stefano Turchet (Lega)
Andrea Ussai (M5S)