LISTE ATTESA SANITÀ. COMITATO LCV: PESANO PANDEMIA E CARENZA MEDICI
(ACON) Trieste, 1 feb - I tempi di attesa delle prestazioni
sanitarie dovrebbero diminuire e invece aumentano. Colpa della
pandemia, certamente, ma anche di una serie di problemi
strutturali su cui si sono confrontati oggi in aula i consiglieri
e il vicegovernatore con delega alla Salute, Riccardo Riccardi.
L'occasione era l'esame delle relazioni del Comitato per la
legislazione, il controllo e la valutazione (Clcv) sulla concreta
attuazione della legge 15 del 2009, che dispone appunto il
contenimento delle liste di attesa.
La relazione di Stefano Turchet (Lega) individua nell'imprevista
emergenza pandemia da una parte, e nella carenza di medici
dall'altra, le due ragioni che impediscono di risolvere il
problema dell'allungamento dei tempi. Turchet ha ricordato
inoltre che l'emergenza Covid è arrivata subito dopo il riassetto
delle Aziende, tanto che la riforma sanitaria "non ha avuto la
possibilità di trovare attuazione". Ma il problema centrale resta
quello della carenza di personale specialistico ("Il numero
chiuso alla facoltà di Medicina non ha sicuramente aiutato"), a
cui si cerca di far fronte con un maggior ricorso al privato
convenzionato. In ogni caso, il consigliere leghista ha fatto
notare che il Fvg è una delle regioni "che ha ridotto meno
l'attività ordinaria" durante il periodo del Covid.
Roberto Cosolini, consigliere del Pd e presidente del Clcv, nella
sua relazione ha sottolineato un aspetto poi ripreso da altri
consiglieri, e cioè che "le criticità si sono accentuate già nel
corso del 2019, e su questa situazione critica si sono poi
innestati gli effetti della pandemia". La relazione sul 2019
evidenzia infatti "un calo delle prestazioni ambulatoriali
rientranti nei tempi previsti sia nella classe di priorità breve
che differita, e in particolare in alcune tipologie di visita:
endocrinologica, pneumologica, ortopedica, gastroenterologica".
Nel 2020 è stata invece riscontrata "una diminuzione dei volumi
delle prestazioni ambulatoriali rispetto all'anno precedente, in
particolare per le prestazioni in regime di ricovero
programmato". Tre i fronti su cui lavorare, sempre secondo
Cosolini: governo della domanda, maggiore appropriatezza delle
prescrizioni e fronte dell'offerta, con la difficoltà di
reclutamento di alcune figure professionali specializzate. In
ogni caso "quello dei tempi di attesa è oggi un'ulteriore
emergenza" e richiede un forte e immediato intervento", anche in
ragione delle ampie "risorse economiche che non mancano certo in
questa fase".
Aprendo il dibattito, Andrea Ussai (M5S) ha rimarcato come "i
problemi siano peggiorati già prima della pandemia, come
dimostrano i dati del 2019. Il sistema ha tenuto solo grazie
all'impegno degli operatori sanitari, e la chiara volontà della
Maggioranza è quella di abbandonare il sistema sanitario pubblico
per scegliere il privato". Ussai inoltre ha ricordato che "per la
prima volta discutiamo di questo tema in Consiglio, mentre una
relazione sull'applicazione della legge dovrebbe essere
presentata ogni anno dall'assessore alla Sanità".
Opinione, quest'ultima, condivisa da Walter Zalukar (Gruppo
Misto), che ha parlato delle liste di attesa come della "cartina
di tornasole del funzionamento della sanità". "Ora - ha
pronosticato Zalukar - sono in arrivo importanti risorse, ma in
assenza di una chiara pianificazione corriamo il rischio di
sprecare i soldi".
"Qui il problema è uno solo - ha riassunto Furio Honsell (Open
Sinistra Fvg) - : manca personale nelle strutture pubbliche,
bisogna cercarlo e procedere con i concorsi, rendendo attrattivo
il nostro sistema sanitario". "Sarebbe già importante - gli ha
risposto indirettamente Giampaolo Bidoli (Patto per l'Autonomia)
- mantenere il numero di professionisti che abbiamo, visto che
molti stanno scappando dal servizio pubblico per andare nel
privato".
Simona Liguori, consigliera dei Cittadini, è convinta che "le
liste d'attesa rappresentino una delle principali criticità in
vista dell'accesso equo e per tutti alle prestazioni sanitarie. E
c'è un divario tra la narrazione che arriva da Giunta e
Maggioranza - ha proseguito Liguori - e la realtà che ci viene
segnalata dalla gente. Noi comunque siamo sempre pronti a fare
proposte costruttive a chi governa".
A tutti ha risposto il vicegovernatore Riccardi, sottolineando
per prima cosa il contesto di emergenza in cui il sistema
sanitario si trova ad operare: "Nella primavera 2020, ad esempio,
non potevamo immaginare che dopo alcuni mesi avremmo dovuto
affrontare un'ondata Covid assai peggiore. E ricordo che tutto il
Paese ha dovuto sospendere l'attività chirurgica, non questa o
quell'azienda sanitaria locale. E che in termini di calo dei
ricoveri tra 2019 e 2020, il Fvg è stato la terza regione
migliore in Italia".
"Di sicuro però non va tutto bene - ha detto ancora il titolare
delle deleghe alla Salute - ed esiste il tema dell'attrazione del
sistema sanitario. Sono d'accordo anche con chi invoca nuove
assunzioni, ma il problema è che il personale non si trova, ed è
lo Stato che deve modificare le regole su ingresso nella
professione, specialità e retribuzioni". Quanto al rapporto
pubblico-privato, Riccardi ha invitato a evitare "le frasi fatte
e ad affrontare il problema per quello che è: la sanità pubblica
deve restare, a beneficio di tutti, ma il problema è rendere il
servizio sostenibile per il cittadino".
ACON/FA