CARO-BOLLETTE. AUDIZIONI IN II COMM: NECESSARI AIUTI A IMPRESE E FAMIGLIE
(ACON) Trieste, 11 feb - La situazione è difficile. Tanto per
le imprese, quanto per i cittadini. L'aumento dei prezzi delle
bollette costituisce un grave problema, destinato a riproporsi
(se non addirittura ad aggravarsi) nel corso del tempo. Paiono
dunque necessari interventi mitigatori immediati ma, anche e
soprattutto, una serie di azioni strutturali e pianificate che
consentano di affrontare con determinazione il futuro.
Le soluzioni, secondo i principali portatori di interesse del
Friuli Venezia Giulia, passano attraverso l'indipendenza
energetica, l'attenzione alle rinnovabili, la dilazione nel
pagamento delle bollette, la trasformazione in energia del calore
prodotto dall'industria, la convocazione di un Tavolo di lavoro e
anche il varo di un Osservatorio.
Numerose le problematiche emerse, insieme al comune auspicio di
un coinvolgimento collaborativo, nel corso di una seduta della II
Commissione consiliare, presieduta da Alberto Budai (Lega) e
riunita a Trieste, dedicata alle audizioni in videoconferenza sul
tema delle preoccupanti problematiche derivanti dal caro bollette
e sulle conseguenti ripercussioni economiche.
I lavori, ai quali erano invitati anche i componenti della IV
Commissione, si sono svolti alla presenza degli assessori
regionali alle Attività produttive, Sergio Emidio Bini, e a
Difesa dell'ambiente, Energia e Sviluppo sostenibile, Fabio
Scoccimarro (entrambi intervenuti in modalità telematica).
Un'occasione di confronto richiesta dai consiglieri Furio Honsell
(Open Sinistra Fvg) e Chiara Da Giau (Pd), a nome dei
rappresentanti di opposizione, su un tema che, come premesso da
Budai, pone 'molte aziende davanti alla scelta se pagare i conti
legati all'energia, le tasse o gli stipendi dei dipendenti'.
Honsell ha anche ricordato il suo ordine del giorno 'sulla
povertà energetica presentato in occasione della Finanziaria e
poi accolto dalla Giunta regionale che, ora, ha l'opportunità per
concretizzare l'impegno preso'. Da Giau, dal canto suo, ha
rimarcato la necessità 'di pensare alle esigenze immediate, ma
anche e soprattutto di riservare uno sguardo a lungo termine per
iniziare subito a mettere in campo interventi risolutivi e non
solo per tamponare'.
L'assessore Bini ha anticipato 'la necessità di un processo che
non sarà semplice, né veloce, ma costoso, doloroso e drammatico.
Nonostante gli investimenti a livello globale sulle energie
rinnovabili (3,4 trilioni di dollari dal 2004 a oggi), la
percentuale delle stesse rimane ancora molto bassa e gli effetti
della transizione ecologico-ambientale hanno creato una tempesta
energetica devastante. Per il nostro Paese è arrivato il momento
delle grandi scelte strategiche in materia di sovranità
energetica'.
'Per 30 anni - ha ricostruito - è stato espresso un no ideologico
a qualsiasi scelta potesse farci transitare verso
un'autosufficienza importante. Così, a causa delle mancate
decisioni, importiamo il 95% del gas e il 40% di esso viene dalla
Russia. Inoltre, purtroppo, le risorse rinnovabili non saranno
mai in grado di soddisfare da sole le esigenze del Paese'.
'Nell'Adriatico - ha concluso Bini - disponiamo di giacimenti di
gas e di petrolio inutilizzati mentre, in prospettiva, diventa
imprescindibile ragionare anche sul nucleare che non deve essere
più un tabù. Il Governo sta compiendo uno sforzo importante: ha
già messo 5 miliardi di euro e altri 5-7 ne arriveranno. Cifre
impattanti per il bilancio dello Stato ma non sufficienti, perché
la stima è di 80 miliardi necessari a causa del maggior costo
derivante dagli aumenti. È arrivato il momento delle scelte
strategiche. Magari rinunciando a qualche punto percentuale
politico, qualcuno deve prendersi delle responsabilità'.
Il collega Scoccimarro ha puntualizzato che 'è necessario
percorrere tutte le strade possibili per mitigare i costi. Sono
contrario al nucleare a fissione, ma favorevole alla ricerca e,
in questo senso, il nuovo nucleare a fusione può essere percorso
in tempi non lunghissimi ed è proprio la strada da intraprendere.
Abbiamo obiettivi ambiziosi e stiamo incentivando tutto quanto
possibile a vantaggio delle energie rinnovabili'.
Le audizioni sono state aperte da Michelangelo Agrusti (vice
presidente di Confindustra Fvg) che ha descritto 'una situazione
drammatica che rischia di farci precipitare rapidamente da una
crescita impetuosa al blocco totale delle attività. I progetti
trentennali non risolvono i problemi di persone e aziende, ma non
bastano neppure i ristori. Sarebbe perciò prezioso poter
utilizzare i termovalorizzatori con combustibile da rifiuto e
recuperare l'energia dagli altiforni dalle fabbriche'. Bruno
Bearzi (Confcooperative Fvg) ha espresso tutta la sua
preoccupazione, perché 'le iniziative del Governo potrebbero
tagliare fuori le piccole e medie imprese che noi rappresentiamo.
Dobbiamo andare verso l'indipendenza energetica'.
Marco Bruseschi (Confidustria Udine) ha parlato di 'crisi
strutturale di lungo percorso con un'Europa unita incapace di
fare una politica energetica coesa. Imprese e famiglie vivono un
momento drammatico: servono interventi di contingenza per
alleviare il fardello e poi idee strutturali da applicare'. Marta
Bucci (dg dell'Associazione nazionale Industriali Gas) ha
spiegato i meccanismi che hanno portato alla situazione attuale,
suggerendo che 'a parte gli interventi emergenziali, dovremmo
favorire produzioni interne come quella di biogas. Per avere la
stabilità dei prezzi è necessario ripensare la politica degli
approvvigionamenti'.
Anche Alessio Cipullo (Elettricità Futura - Imprese Elettriche
Italiane) ha manifestato l'urgenza 'di procedere con misure
strutturali, ampliando il settore delle rinnovabili con precisi
obiettivi europei da raggiungere: sarà fondamentale individuare
aree idonee'. Philip Thun Valvassina (Confagricoltura Fvg) ha
citato 'le maggiori esigenze emerse per le aziende agricole,
soggette a un maggiore consumo energetico. Si tratta di uno dei
settori che può fare di più per la transizione ecologica e gli
approvvigionamenti, mettendo anche a disposizione spazi utili, ma
ci vuole coraggio nel fare norme chiare e applicabili'.
Lucia Cristina Piu (Associazione piccole e medie Industrie -
Confapi Fvg) ha esteso la discussione al tema 'dell'impatto
trasversale di una crisi che colpisce aziende manifatturiere,
imprese agricole e commercio. La situazione è insostenibile,
perché gli utili non sono tali da coprire i costi incrementali e
i bilanci sono ormai minati. Quindi, tutte le ipotesi di
investimento vengono accantonate o soppresse: dove è possibile,
bisogna azzerare subito le componenti in bolletta'. Rossana
Giacaz (Cgil Fvg) ha puntato il dito contro 'una situazione
affrontata in maniera tardiva e senza strategie nazionali e
territoriali. Bisogna lavorare su oneri di sistema,
responsabilità sociale di tutte le partecipate per ridurre gli
utili andando incontro ad aziende e cittadini, varare un patto
che eviti i distacchi immediati; serve un protagonismo attivo di
Regione ed enti locali'.
Francesco Cantù (Federdistribuzione) ha auspicato 'strategie di
breve respiro per aiutare le aziende nell'immediato, ma anche
progetti a lungo periodo per creare un sistema virtuoso per
essere meno dipendenti da altri Paesi e dalle fluttuazioni dei
prezzi'. Nicola Galluà (Confcooperative Fvg) ha ventilato 'il
rischio della paralisi del settore con effetti collaterali anche
sul costo delle materie prime. Urgono la rateizzazione del
pagamento delle bollette per evitare distacchi e la riduzione
delle aliquote fiscali'. Cristiano Pizzo (Cisl Fvg) ha invocato
'concretezza e rapidità nei provvedimenti. Le soluzioni tampone
vanno bene per l'immediato, ma servono anche quelle di sistema.
Ora il problema rischia di diventare sociale'.
Graziano Tilatti (Confartigianato Imprese Fvg e Federazione
Artigiani Pmi Fvg) ha suggerito 'la creazione di un tavolo
tecnico per non vanificare quanto fatto e consentire alle imprese
di sopravvivere e ripartire', mentre Angelo D'Adamo
(Federconsumatori Fvg e Adiconsum Fvg) ha espresso la necessità
'di tutelare i soggetti deboli, evitando drammatiche procedure di
distacco per le famiglie. Inoltre, contro una minoranza che
potrebbe approfittare della situazione, la Regione crei un
Osservatorio per monitorare l'andamento dei prezzi e gli aumenti
ingiustificati'.
Durante la discussione generale Honsell ha lamentato di 'non aver
colto, attraverso le parole degli assessori, elementi
programmatici e operativi. Sarebbe utile una sinergia
pubblico-privato per recuperare calore dalle aziende, mentre
bisogna monitorare anche la povertà energetica nelle famiglie. La
Regione deve svolgere un ruolo di catalizzatore tra le varie
esigenze e potenziare i meccanismi di supporto'. Cristian Sergo
(M5S) ha infine evidenziato come 'per la produzione di energia da
fotovoltaico in Fvg si sia fatto davvero poco, facendo registrare
solo un 20% di aumento negli anni tra il 2013 e il 2020. Ho
notato anche la volontà di attribuire delle colpe ai comitati ma,
davanti a questi numeri, bisogna invece riflettere sulle proprie.
Sono state fatte scelte diverse da quelle auspicabili che ora si
pagano: non se ne esce solo con i palliativi e senza
programmazione'.
ACON/DB-fa