SCUOLA-LAVORO. STUDENTI IN VI COMM: TUTELA DIRITTI, GARANZIA SICUREZZA
(ACON) Trieste, 16 mar - La sicurezza, anche sotto il profilo
psicologico, deve procedere di pari passo con la formazione. Sono
perciò necessari corsi approfonditi e una preparazione
meticolosa, anche nei confronti dei tutor, senza dimenticare una
revisione degli strumenti atti a garantire la salute degli
studenti, insieme a una cultura dei diritti del lavoro e percorsi
realmente volti all'orientamento.
Lo hanno chiesto i portavoce degli studenti regionali nel corso
dei lavori della VI Commissione consiliare permanente, presieduta
da Giuseppe Sibau (Progetto Fvg/Ar) e riunita per ospitare una
serie di audizioni in modalità telematica, dedicate al tema della
sicurezza nei Percorsi per le competenze trasversali e per
l'orientamento (Pcto).
L'audizione dei giovani interlocutori, contestuale a quella dei
vertici dell'Ufficio scolastico regionale e a un rappresentante
dei dirigenti scolastici, ha dato vita a un incontro
caratterizzato da numerosi interventi dedicati allo scenario
legato alla sicurezza dei percorsi scuola-lavoro. Ciò anche alla
luce di alcune recenti esperienze luttuose che hanno lasciato un
profondo segno nei cuori dei partecipanti, provocando quello che
Furio Honsell (Open Sinistra Fvg), promotore dell'incontro, ha
definito 'un processo di riflessione molto ampio, anche a livello
nazionale. Era dunque necessario il coinvolgimento diretto dei
principali portatori di interesse'.
Le attività ospitate dall'aula consiliare sono state aperte da
alcune precisazioni dei dirigenti dell'Ufficio scolastico
regionale che, alla presenza dell'assessore regionale a Lavoro,
Formazione, Istruzione, Ricerca, Università e Famiglia, Alessia
Rosolen, hanno dettagliato in merito alle differenze tra
formazione professionale presso un ente, contratti di
apprendistato, sistema duale, alternanza scuola-lavoro e attività
nell'ambito dei Pcto, ricordando anche i tre indirizzi (licei,
istituti tecnici e istituti professionali) coinvolti nel sistema
dell'istruzione.
Di seguito, Oliviero Barbieri (dirigente scolastico dell'Isis
Bassa Friulana di Cervignano, esperto nella formazione dei
docenti tutor) ha evidenziato la grande attenzione riservata
'alla sicurezza e alle procedure per garantirla. Anche gli
allievi vengono sottoposti a una preparazione generale e una
specifica preventive, per poi trovarne una ulteriore anche in
azienda. Ritengo che i percorsi siano graditi e molti giovani si
sono mobilitati non come forma di contestazione verso la modalità
formativa, ma per esprimere solidarietà alla famiglia del
coetaneo mancato'.
Beatrice Bertossi (Movimento studentesco per il futuro) ha invece
sottolineato come 'gli studenti siano spesso impreparati e,
quindi, incapaci di sfruttare a fondo l'esperienza. C'è una
carenza di attività laboratoriali, mentre sono necessari tavoli
specifici e un miglioramento della comunicazione riguardo una
sicurezza che non va intesa solo sul piano fisico, ma anche su
quello psicologico. I corsi sulla sicurezza sono spesso parziali
e inadeguati, perché non allineati alle specificità delle
attività. Serve una revisione radicale di questi strumenti, ormai
inadeguati'.
La collega Ambra Canciani (Unione degli Universitari Udine) ha
ribadito che 'la sicurezza va di pari passo con la formazione.
Punto cardine è infatti il valore formativo del Pcto e di tutti i
percorsi affini: non bastano le norme, ma urge un efficace
controllo nell'applicazione delle stesse e la loro conoscenza da
parte di chi coordina e di chi lavora. Pcto, tirocini e percorsi
formativi devo costituire un'opportunità di crescita e di
conoscenza, non una sorta di ufficio di collocamento'. Alice
Rossi (Link Trieste) ha rimarcato il fatto che 'dovremmo
ragionare su un percorso di reale crescita personale e non sulla
preparazione dei giovani al ruolo di produttori di reddito. Il
mondo accademico, quindi, deve essere separato da quello del
lavoro, senza sacrificare tempi di studio per esperienze troppo
spesso non formative. Una Carta dei diritti, in tal senso,
sarebbe preziosa'.
Marco Nimis (Rete degli Studenti medi Udine) ha portato il
discorso sulla necessità 'di prenderci tutti una responsabilità
politica. La prima richiesta, alla luce dei tragici incidenti,
riguarda una sospensione momentanea di tutti i percorsi di Pcto
non necessari, finché il ministero non aprirà un dibattito con
gli studenti. L'allievo deve imparare a lavorare dentro la scuola
con laboratori, macchinari e pratiche che richiedono investimenti
seri in un ambiente sicuro e sorvegliato. Altrimenti, il lavoro
manuale diventa manodopera. Altro grosso problema - ha aggiunto -
riguarda la figura del tutor. La manifestazione in memoria di
Lorenzo è stata sì di vicinanza alla famiglia, ma anche un grido
di rabbia'. Isabella Trettenero (vice coordinatore dei presidenti
delle Consulte provinciali degli Studenti) ha quindi auspicato
'una forte attenzione ai corsi di sicurezza, prima linea di
contatto per gli studenti con questo percorso, talvolta
sottovalutata o lasciata all'autoformazione. Dovrebbero essere
più formativi, sensibilizzando i giovani anche alla conoscenza
dei diritti dei lavoratori'.
Teresa Tassan Viol, presidente dell'Associazione nazionale
Presidi Fvg, ha chiuso la serie delle audizioni definendo quello
in discussione 'uno dei tasselli per il rinnovamento della scuola
italiana. È infatti necessario farla uscire dal suo sancta
sanctorum per poi entrare nella vivacità del territorio e delle
realtà sociali, culturali, associative e professionali. Le
finalità devono restare formative e integrarsi con quelle svolte
all'interno della scuola. L'esperienza del fare, abbinata a
quella del conoscere e dell'essere'.
Gli interventi dei consiglieri regionali, immediatamente dopo,
sono stati rilanciati dalle parole di Alessandro Basso (FdI) che,
nel ripercorrere il tema anche a livello cronologico, ha espresso
alcune perplessità riguardo alcuni toni emersi in precedenza,
definendo necessaria 'una taratura diversa. Il tema non può
essere smontato dalla piazza, dai movimenti collettivi o dai
social ma, piuttosto, qualora necessario modificato, implementato
e rivisto dalle Istituzioni. Se, nel nostro Paese, esiste un
ambiente dove prevale l'attenzione per il benessere psicologico è
proprio il mondo della scuola: lo dobbiamo a insegnanti e
operatori'.
A tale proposito, la dem Chiara Da Giau ha espresso il suo
dissenso, ribadendo 'l'utilità di una seduta per nulla
strumentalizzata. Il punto di vista degli studenti offre invece
un'occasione di formazione anche per noi: esposizioni tranquille
e documentate, espressione di democrazia. Elementi interessanti
riguardano altresì la tutela oggettiva (ambienti che accolgono le
attività) e quella soggettiva (formazione). È necessario uno
standard garantito e il modo per certificare e identificare in
maniera chiara i luoghi in cui possono andare e quelli dove non è
opportuno. Dobbiamo offrire ai ragazzi la conoscenza di tutte le
possibilità per discernere la loro vocazione, decidendo come
percorrerla per realizzare sé stessi'.
Mauro Capozzella (M5S) si è invece focalizzato sulla speranza che
'l'obiettivo sia stato proprio quello di dare una risposta
all'istanze delle piazze. Molto precise, mature e puntuali. Io ne
porto a casa due: l'aiuto nella gestione dello stress da lavoro
correlato e la formazione in termini di cultura dei diritti dei
lavoratori'. Honsell, dal canto suo, ha ringraziato la
Commissione per aver consentito 'agli ospiti di esprimere
un'opinione che troppo di rado viene sentita, pur essendo i
protagonisti. Tutti hanno offerto spunti che necessitano di
profonda riflessione. Dispiace che alcuni consiglieri abbiano
interpretato l'impegno come il tentativo di ottenere facile
consenso. Nulla di più lontano. Anche perché non bastano gli
interventi puntuali, ma servono piuttosto gli automatismi. Non si
può aspettare una tragedia e poi parlare di sfortuna, anche se
non esiste un'unica risposta e i percorsi che vanno in molte
direzioni diverse'.
Il leghista Stefano Turchet, infine, ha fatto menzione delle sue
esperienze di tutor didattico, aggiungendo che 'oggi questi
percorsi di alternanza scuola-lavoro sono sicuri e costituiscono
un'eccellenza per la nostra regione. Le imprese sono state
selezionate e si assumono una responsabilità importante, anche
attraverso il tutor aziendale (diverso da quello didattico,
caratterizzato da funzioni importanti). Ho sentito interventi
molto critici, ma mettere mano alla norma non ha senso.
L'obiettivo - ha concluso - è sempre l'inserimento nel mondo del
lavoro, ma i ragazzi sono anche sensibilizzati a proseguire il
percorso di istruzione. Sarebbe interessante offrire ai
consiglieri l'opportunità di visitare i luoghi dove si svolgono
tutte queste attività e gli stage'.
ACON/DB-fc