FVG-UE. TAVOLO RIPARTENZA: AUDITI, SIAMO UNA REGIONE ALL'AVANGUARDIA
(ACON) Trieste, 21 mar - Punti di forza e criticità,
suggerimenti e progetti già avviati da tempo in un Friuli Venezia
Giulia che, sotto molti aspetti, si profila come Regione
all'avanguardia sul palcoscenico nazionale. Facendo bene
attenzione, ovviamente, al Green Deal, alle esigenze delle
piccole e micro imprese, a una pianificazione adeguata per
ottenere il massimo vantaggio dai fondi legati al Piano nazionale
di ripresa e resilienza (Pnrr), ai rapporti universitari
internazionali, alla governance e al problema del ricambio
generazionale in agricoltura.
Questi i principali elementi emersi questa mattina nell'emiciclo
di piazza Oberdan, a Trieste, dove il Tavolo per la Terza
ripartenza del Fvg, convocato contestualmente alla V Commissione
consiliare presieduta dal leghista Diego Bernardis, ha proceduto
a una lunga serie di audizioni dei maggiori portatori di
interesse riguardo i temi principali nell'ambito del Programma di
lavoro 2022 e degli atti del Comitato europeo delle Regioni (CdR).
L'Europa e l'auspicata ripresa, insieme a tutti i diretti
collegamenti con il Pnrr, sono stati dunque i cardini dei lavori
coordinati dal presidente del Cr Fvg, Piero Mauro Zanin, che
proseguiranno con una seconda sessione di audizioni, questa volta
riservate a parlamentari ed europarlamentari.
Gli interventi, che saranno sintetizzati dalla V Commisaione
giovedì prossimo per una risoluzione unitaria da portare in Aula
a fine mese, hanno preso il via con le parole da remoto del
prorettore dell'Università degli Studi di Udine, Angelo
Montanari, che ha rimarcato come "la dimensione internazionale
dei nostri atenei sia importante come quella territoriale.
Formazione, ricerca e trasferimento della conoscenza
costituiscono elementi cardine: la rete universitaria regionale
vanta ottime individualità e alcune eccellenze, ma anche un
modello proiettato a livello internazionale da preservare. A
Udine lavoriamo lungo tre assi: didattica in presenza, ma senza
chiusure verso il digitale; un piano strategico di ateneo ormai
quasi giunto a compimento e la partecipazione attiva al Pnrr".
Georg Meyr, direttore del dipartimento di Scienze politiche e
sociali dell'Università di Trieste, ha condiviso le precedenti
istanze, evidenziando anche le necessità legate "alla massima
internazionalizzazione, all'ampliamento dei progetti di scambio e
dell'aumento delle potenzialità in ambito informatico. Le nostre
linee di sviluppo passano attraverso la piena collaborazione con
tutti gli attori pubblici e privati nell'ambito di attività
connesse all'integrazione europea, disponibili ai progetti per la
formazione e il rafforzamento professionale degli operatori.
Esiste, però, il problema dell'uniformazione delle modalità di
accesso alle varie università in Europa e anche del
riconoscimento automatico dei titoli di studio in uscita nei 27
Paesi partecipanti. Bisogna anche andare verso il riconoscimento
dei titoli studio presi in Europa per l'esercizio delle libere
professioni".
Ancora dall'ateneo giuliano, il docente di Diritto costituzionale
Paolo Giangaspero ha ribadito "la necessità di fare rete tra
Assemblee legislative, nonostante le criticità che, soprattutto
in tema di Pnrr, spostano i valori verso gli esecutivi. La
governance lancia la sfida della ripartizione delle competenze
tra centro e periferia con una forte spinta accentratrice.
L'obiettivo è bilanciare o riequilibrare i meccanismi di
centralizzazione, partendo dal Parlamento, per favorire un
maggiore coinvolgimento delle Assemblee con la circolazione di
quelle buone pratiche, nelle quali il Fvg è molto evoluto, ai
fini di un maggiore equilibrio tra Esecutivo e Legislativo".
Passando all'ambito delle eccellenze scientifiche, il presidente
dell'Istituto nazionale di oceanografia e geofisica sperimentale
(Ogs), Nicola Casagli, in tema di Green Deal europeo ha rimarcato
"l'importanza delle attività legate al mare e la necessità di
intervenire sull'economia biosostenibile. Le azioni e le attività
devono essere rivolte alla comprensione delle modificazioni negli
ecosistemi marini, prestando attenzione ai rumori sommersi: se si
vogliono trovare nuove risorse, infatti, bisogna anche fare
esplorazione. È inoltre necessario intervenire sulla resilienza
degli ecosistemi costieri che in Fvg sono sede di attività
turistiche e industriali. Importante è anche lo stoccaggio
dell'energia verso la transizione ecologica".
Il direttore scientifico dell'Agenzia regionale per la protezione
ambientale (Arpa Fvg), Anna Lutman, ha auspicato 'riferimenti
univoci dal punto di vista analitico e investimenti nella
digitalizzazione per la realizzazione di banche dati comuni. Un
rischio è altresì legato al concetto della tassonomia Ue e
dell'economia al servizio delle persone, dove vediamo l'abbandono
di alcuni strumenti virtuosi in fatto di gestione ambientale'.
Alberto Cozzi (Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico
Orientale di Trieste), partendo "dal Green Deal e da un'emergenza
Ucraina che rende gli obiettivi sempre più complessi da
raggiungere", ha invece spaziato tra "l'assenza a livello europeo
di una modalità unica per il calcolo delle emissione di CO2 e
l'impatto del trasporto e della logistica (serve un quadro unico
per i raffronti)", proseguendo con "la resilienza dell'economia e
del bacino dei trasporti anche davanti ai frequenti attacchi di
hacker".
Michele Nencioni, direttore di Confindustria Udine, è partito
dalla "messa a terra degli impianti industriali della cattura di
CO2, dove serve una maggiore spinta", per poi passare "agli
inquinanti delle acque, agli impianti di recupero delle
apparecchiature elettriche ed elettroniche, allo sviluppo di
un'area produttiva ecologicamente attrezzate e alle competenze
digitali nell'istruzione". Posizione analoga quella di Francesca
Comello, vicepresidente di Confartigianato Udine, che ha
evidenziato "il grande problema legato all'accesso al credito,
anche in vista di ulteriori strette. Il 95% delle aziende che
rappresentiamo rientrano tra le micro e le piccole imprese,
bacino che l'Europa tende però a sottovalutare. Bisogna quindi
insistere su strumenti aggregativi che lascino intatte le singole
identità e puntare sulla formazione, perché emerge una discrasia
tra la richiesta di addetti e la mancanza di persone con almeno
una minima competenza".
Helene Hotellier, responsabile degli Affari pubblici europei di
Federdistribuzione, individua "nel pacchetto delle misure
climatiche un'iniziativa molto concreta, ma dal grande impatto
per il nostro settore: la revisione delle regole europee su gas
fluorurati a effetto serra con punti vendita climaticamente
neutri. Due le iniziative in tema di economia circolare:
stimolare il consumatore alla riparazione dei prodotti e non alla
restituzione, ma anche in ottica di filiera sui prodotti
sostenibili e sulla loro progettazione eco-compatibile. Bisogna
anche andare verso un unico strumento che raccolga tutte le
informazioni sui prodotti e creare un sistema che non comprometta
la competitività delle aziende europee".
Paolo Felice, vicepresidente di LegaCoop Fvg, perplesso riguardo
il piano rurale e anche per la scarsa attenzione riservata al
sistema del welfare e del sociale, si è soffermato sulla
"sostenibilità energetica e alimentare, dove il Pnrr andrebbe
risistemato. In tema di governance, centrale per l'efficienza dei
programmi, il Pnrr prevede un accentramento con le periferie
(Regioni incluse) purtroppo bypassate. L'economia circolare va
gestita da e con i territori: un tema culturale, questo, da
approfondire. In agricoltura serve infine la promozione
dell'autonomia delle piccole imprese, anche in forma cooperativa,
considerando il ricambio generazione nel settore".
ACON/DB-rcm