TAGLIAMENTO. AUDIZIONI IN IV COMM, TRAVERSA PINZANO DIVIDE I SINDACI
(ACON) Trieste, 22 mar - L'Autorità di bacino ha da poco
adottato un Piano che prevede la realizzazione della traversa di
Pinzano per contenere il rischio alluvioni del Tagliamento. Ma
questa soluzione divide il territorio: i Comuni dell'alto e del
medio corso del fiume la osteggiano, invocando ragioni ambientali
e preannunciando la mobilitazione dei loro cittadini, mentre i
Comuni della Bassa, Latisana in testa, la invocano per garantire
una sicurezza che le aree colpite dalle tragiche esondazioni del
1965 e 1966 attendono da più di mezzo secolo.
Stretta tra i due fuochi, la Giunta regionale - come ha spiegato
oggi in aula l'assessore Fabio Scoccimarro davanti ai consiglieri
della IV Commissione presieduta da Mara Piccin (FI) - ha
chiarito che intende "portare avanti le previsioni del Piano come
fa ogni amministratore corretto, chiamato a rispettare la legge".
Ma nel contempo l'Esecutivo, ha precisato l'assessore alla Difesa
dell'ambiente, "è disponibile ad ascoltare le diverse istanze dei
sindaci e a portare all'attenzione dell'Autorità di bacino
eventuali proposte alternative".
È questa la sintesi politica della lunga seduta odierna, che era
stata richiesta da Mariagrazia Santoro del Pd e prevedeva le
audizioni di tutti i sindaci dei Comuni dell'asta del
Tagliamento, 12 dei quali effettivamente collegati in
videoconferenza.
Chiari i due campi contrapposti. Il sindaco di Latisana,
Lanfranco Sette - parlando anche a nome dei colleghi di Lignano,
Ronchis, Varmo e San Michele al Tagliamento in Veneto - ha
ricordato che la traversa di Pinzano "è la soluzione individuata
da scienziati e tecnici del Laboratorio Tagliamento, scelta tra
12 differenti proposte. Mettere in discussione questa decisione
significherebbe cancellare il lavoro di anni e condannare a
un'ulteriore attesa le popolazioni della Bassa e della foce del
fiume. Vorrebbe anche dire - ha aggiunto Sette, ventilando la
possibilità di una querelle legale - disconoscere l'efficacia
normativa di un atto che ha rilievo giuridico".
Maddalena Spagnolo è sulla stessa linea. "Da più di 50 anni - ha
ricordato la consigliera della Lega - il territorio che venne
martoriato dalle alluvioni degli anni Sessanta chiede una
soluzione di sicurezza: in passato si ipotizzò una diga, poi si
parlò di casse d'espansione, ora anche la traversa non viene
accettata
Certo, sarebbe meglio una soluzione condivisa da tutto
il corso del fiume, ma alcuni Comuni non hanno accettato la
concertazione per arrivare a una soluzione".
Numericamente più ampio il fronte del no alla traversa. Luigino
Bottoni, sindaco di Osoppo e presidente della Comunità collinare,
ha detto a chiare lettere che "i 22 Comuni rivieraschi sono
contrari a un'opera invasiva che andrebbe a mettere sott'acqua
una vasta porzione di territorio, generando problemi alle
attività economiche e ai residenti". Bottoni è convinto che "le
leggi e i Piani non siano qualcosa di insuperabile se vi è la
volontà di trovare altre soluzioni. Andrebbe perciò valutato un
emendamento al Piano di gestione del rischio. Altrimenti il
nostro territorio continuerà a battersi con gli strumenti
giuridici e la protesta popolare".
Ragionamenti dello stesso tenore sono arrivati dai sindaci Marco
Chiapolino di Forgaria nel Friuli ("Noi quell'intervento non lo
condivideremo mai, bisogna aprire un tavolo per trovare una
soluzione condivisa"), Alma Concil di Ragogna ("No alle opere che
si fanno in area golenale e nel greto del fiume, la popolazione è
pronta a mobilitarsi"), Emiliano De Biasio di Pinzano al
Tagliamento, che ha parlato anche per Vito d'Asio ("Da noi
andrebbero sott'acqua abitazioni e aziende, e sappiamo quanto è
difficile mantenere vive le imprese in questo territorio"),
Francesco Del Bianco di San Martino al Tagliamento ("Sono
contrario alle opere faraoniche"), Giuseppe Mascherin di Morsano
al Tagliamento ("Non servono scelte miracolistiche tipo il Mose,
meglio tanti piccoli interventi utili") e Dino Giacomuzzi di
Sedegliano ("Evitiamo infrastrutture invasive sul Tagliamento e
valutiamo soluzioni alternative").
Non si sono espressi nel merito della traversa i sindaci di
Bordano, Ivana Bellina, e Dignano, Vittorio Orlando. Bellina ha
però segnalato la preoccupazione per le sponde "mangiate" dal
fiume in piena, mentre Orlando ha spiegato che i vecchi
"quadranti di cemento che fungevano da casse di espansione
continuano a funzionare molto bene: ce ne vorrebbero altri".
Pietro Valent, sindaco di San Daniele, esplicitamente contrario
alla soluzione-Pinzano, ha fatto sapere che "l'europarlamentare
Marco Dreosto, al quale avevo esternato le preoccupazioni del
territorio, ha avuto un incontro con l'Autorità di bacino dal
quale è emerso che il Piano appena approvato è dinamico, una
definizione che fa ben sperare. Se invece si andrà avanti, noi
saremo costretti a impugnare quell'atto". Anche Enrico
Sarcinelli, sindaco di Spilimbergo, confida nella definizione di
"piano dinamico" e si dice contrario alla traversa e a tutte le
opere faraoniche.
Forti perplessità sulla traversa di Pinzano, trasversali alle
appartenenze politiche, sono emerse anche nel dibattito in aula.
Massimo Moretuzzo (Patto per l'Autonomia) dice "no agli
ultimatum" e chiede "un surplus di riflessione e ragionamento",
mentre Leonardo Barberio (Fratelli d'Italia) ha parlato di
"giuste perplessità da parte dei sindaci del medio corso:
dobbiamo arrivare alla condivisione su un altro progetto".
Cristian Sergo, capogruppo del M5S, ha ricordato che il Piano
"non è una legge ma una previsione di interventi" e che "la
traversa di Pinzano ha già visto aumentare i costi da 30 a quasi
40 milioni. E l'alto Friuli dice che con le opere già realizzate
a valle abbiamo quasi risolto il problema".
"Mi sembra - ha osservato Santoro (Pd) - che la traversa di
Pinzano al momento sia poco più di un titolo, un'ipotesi
concettuale: se è così perché la teniamo in campo e non
discutiamo di altri elementi di novità?". Anche Lorenzo Tosolini
(Lega) è convinto che esista "ancora spazio per un'analisi a 360
gradi. Anch'io sono perplesso sulle grandi opere e credo che
servano tavoli tecnici, non solo ingegneristici ma anche
ambientali: bisogna intervenire in punta di piedi con opere più
piccole".
Mauro Capozzella (M5S), che ha criticato "la mancata
partecipazione alle audizioni dei rappresentanti dell'Autorità di
bacino", e Giampaolo Bidoli (Patto) hanno poi chiesto a
Scoccimarro di specificare la posizione della Giunta regionale.
Dopo la risposta dell'assessore e un'accurata cronistoria, da
parte degli uffici della Direzione Ambiente, degli eventi
alluvionali e delle risposte elaborate negli ultimi 50 anni,
Furio Honsell (Open Sinistra Fvg) ha proposto "di aggiornare le
valutazioni tecniche: non va bene fare la traversa a Pinzano solo
sulla base di un documento di 10 anni fa". Anche Moretuzzo e
Santoro hanno spinto, in chiusura di seduta, per nuove
interlocuzioni con sindaci e Autorità di bacino sul tema della
sicurezza del Tagliamento.
ACON/FA-fc