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LAVORO. RUSSO: CAPIRE UTILIZZO TECNOLOGIA PER GARANTIRE PIÙ SICUREZZA

31.03.2022
19:29
(ACON) Trieste, 31 mar - "Rubo la definizione che apre la pubblicazione di Sclip, 'Sicurezza e crisi del lavoro: rinuncia o opportunità?', dove scrive che viviamo un tempo plastico, perché è davvero così: dopo anni di apparente immobilismo, improvvisamente le cose diventano liquefatte. Questi due anni di pandemia hanno cambiato molto in e per ciascuno di noi: la percezione del nostro tempo di vita, la dinamica delle nostre città e non ultimo la percezione della visione del lavoro". Lo ha affermato Francesco Russo, vicepresidente del Consiglio regionale, in occasione della presentazione dell'ultimo libro di Giorgio Sclip, curatore della collana Sicurezza accessibile dell'Università di Trieste, avvenuta con la collaborazione della biblioteca Livio Paladin del Consiglio regionale presso la sala Tessitori, a Trieste. "Il nostro è un interesse anche da legislatori - ha aggiunto Russo - perché desideriamo capire quali contributi possono aiutarci a interpretare meglio un mondo del lavoro che ci è cambiato sotto gli occhi, come poter sfruttare la tecnologia per garantire maggiore sicurezza. Senza innovazione culturale, non si va da nessuna parte". "Dei morti sul lavoro si parla oggi e domani già non se ne parla più: è una cosa su cui ci dobbiamo interrogare. Non possiamo rassegnarci - ha concluso il vicepresidente - che l'artico 1 della nostra Costituzione non sia pienamente applicato e che il diritto al lavoro non sia anche un diritto sicuro". L'intervento di Sclip nella presentazione del suo volume ha visto una riflessione sulla recessione economica del periodo 2010-2018, "a cui ha fatto seguito, dal 2020, l'inattesa crisi economica causata dalla pandemia da Covid-19 e poi un'altra crisi altrettanto inattesa, questa volta dettata dalla guerra in Ucraina. Allora il tempo della crisi non è più qualcosa di circoscritto, ma siamo quasi costretti ad adeguarci ad eventi non più eccezionali ma ormai costanti". L'introduzione è stata poi affidata a Francesca Larese, delegata alle Condizioni di lavoro, salute e sicurezza dei lavoratori presso l'Ateneo triestino. Gli interventi sono invece stati di Giancarlo Restivo, presidente della Nuova organizzazione d'imprese e segretario generale della Safetyplayers nazionale italiana sicurezza sul lavoro; Michele Piga, segretario generale della Cigl triestina; il deputato Alessandro Amitrano. A Maria Dolores Ferrara, professoressa di Diritto del lavoro dell'università di Trieste, il compito di tirare le fila dell'incontro. La Larese ha puntato il dito su sicurezza accessibile, formazione e soprattutto prevenzione, per la quale l'università sta formando dei professionisti. A suo dire, con la prevenzione si può fare molto, gli incidenti sul lavoro sarebbero evitabili e dunque alla fine la prevenzione costa molto meno delle vite umane perse. Per Restivo, durante i periodi di crisi non si deve abbassare il livello di tutela. È vero, ormai si passa di crisi in crisi, ma anche di fronte a una crisi c'è sempre bisogno di una figura responsabile. Per fare le cose è sempre necessario un criterio; lì dove c'è una minoranza creativa, non può mancare il coinvolgimento del datore di lavoro, della figura apicale. Fondamentale, per Piga, il tema del valore del lavoro e la sua organizzazione. Il ruolo degli organismi e delle istituzioni è centrale e determinante nel lavoro inteso come investimento, si vede ad esempio dalle regole di affidamento degli appalti pubblici. Inoltre c'è molto bisogno di ispettori e di esperti di medicina del lavoro. "Abbiamo un dipartimento di prevenzione che ha 140 addetti in meno di quelli di cui ci sarebbe bisogno, invece la medicina del lavoro è fondamentale, lo Stato deve investire in innovazione e risorse alle imprese, ma a quelle che fanno della scurezza sul lavoro punto fondamentale", ha affermato. Amitrano ha ricordato le modifiche ottenute ai testi normativi dove si è accentuato il focus su sicurezza e responsabilità d'impresa. Ha poi sottolineato che deve cambiare il concetto di formazione sul lavoro, che deve iniziare dalle scuole e al contempo deve coinvolgere i datori; non può essere sentito dal lavoratore solo come un dovere, ma essere un vero approccio formativo sul campo. Inoltre, il Governo deve legiferare in anticipo sulle nuove tecnologie che si affacciano sul mondo del lavoro, vedi le piattaforme per il delivery (consegne a domicilio), altrimenti si continuerà ad arrivare sempre dopo che tutto è già accaduto.

A chiudere, la Ferrara ha elencato le due lezioni di metodo e le tre di merito uscite dall'incontro. Le prime due si riassumono nell'importanza dell'approccio olistico della sicurezza e nell'importanza della valutazione di impatto della tecnica legislativa. Le altre tre nel fatto che, con forza, oggi si deve tronare a parlare di partecipazione a tutti i livelli; vi è la necessità di non abbandonare la cultura e la formazione della sicurezza, ma ragionarvi partendo da un'analisi seria della formazione nelle scuole; il fatto che la crisi pandemica in fondo è stata anche un grande attivatore di rimedi, dove la reazione dell'ordinamento europeo è stata anche un'inedita azione di finanziamento. "Ora l'aspetto più difficile è la creatività, ovvero saper sfruttare le risorse del Piano nazionale di ripresa e resilienza", ha concluso. ACON/RCM



Francesca Larese, Maria Dolores Ferrara, il vicepresidente Francesco Russo e Giorgio Sclip
Un momento della presentazione del libro di Giorgio Sclip in sala Tessitori