ANTIMAFIA. 30 ANNI DIA. ZANIN: INSIEME CONTRO GLOBALIZZAZIONE CRIMINE
(ACON) Trieste, 4 apr - La criminalità mafiosa, nel corso dei
lustri, ha mutato spesso il suo volto ma, nel concreto dei fatti,
non ha perso alcun grado della sua alta pericolosità. Una mafia
che, ben lontana dal costituire un delittuoso ricordo del
passato, è ormai transitata dall'ambizione di realizzare un
dominio militare sul territorio a ottenerne uno prevalentemente
economico. È quanto emerso al Teatro Verdi di Trieste dal
convegno "Criminalità transfrontaliera. Cooperazione di Polizia e
Giudiziaria", dedicato ai 30 anni della Direzione investigativa
antimafia (Dia).
È dunque necessario, secondo quanto emerso, uscire dalle logiche
legate alle mafie tradizionali che, ormai, non solo parlano tutte
le lingue del mondo ma, soprattutto, ogni genere di dialetto
(compresi quelli presenti nel Veneto e nel Friuli Venezia
Giulia). Una criminalità organizzata, in sostanza, persino più
pericolosa e viscida di un tempo, perché più difficile da
individuare e pronta a passare con astuzia dalla strategia del
kalashnikov e delle vetture fatte esplodere, fino ad arrivare
alle infiltrazioni nel circuito lecito dell'economia.
"Un'opportunità di riflessione tanto interessante quanto
importante - così l'ha definita in chiusura il presidente del
Consiglio regionale, Piero Mauro Zanin - che prende spunto dalla
necessità di affrontare un mondo sempre più globalizzato e
colpito da un effetto distorcente che provoca anche una
globalizzazione della criminalità, capace di utilizzare molto
bene soprattutto le semplificazioni per fare i propri interessi a
discapito del bene comune".
"È chiaro - ha aggiunto - che la risposta deve passare attraverso
la collaborazione, sia da parte inquirente sia da parte
investigativa, per trovare insieme gli strumenti in grado di
bloccare questa globalizzazione della criminalità organizzata nel
momento in cui, sempre più, guarda al mondo come a un mercato
verso il quale rivolgersi".
L'evento triestino, introdotto dal direttore della Dia, Maurizio
Vallone, ha visto anche gli interventi dell'assessore regionale
alla Sicurezza, Pierpaolo Roberti, del sindaco di Trieste,
Roberto Dipiazza, e del prefetto di Trieste, Annunziato Vardè. I
lavori, preceduti dall'inaugurazione della mostra "L'Antimafia
itinerante" e moderati dalla giornalista Luana De Francisco,
hanno altresì impegnato il procuratore della Repubblica presso il
Tribunale di Trieste, Antonio De Nicolo, il procuratore della
Repubblica di Klagenfurt (Austria), Joseph Haissl, il procuratore
distrettuale della Procura di Capodistria (Slovenia), Katjusa
Poropat Lakoseljac, il direttore del servizio di Cooperazione
Internazionale di Polizia, generale di brigata Fabio Cairo, e il
capo divisione del III Reparto della Dia, colonnello Stefano
Caporossi.
"Diventiamo più forti - hanno concordato gli oratori - quando,
mirando alla prevenzione, possiamo far leva su una collaborazione
e una cooperazione capaci di coinvolgere i livelli interregionale
e transfrontaliero, approfittando di un linguaggio comune
(l'inglese), la conoscenza delle rispettive procedure penali e
una comunicazione immediata attraverso i più rapidi ed efficaci
canali informatici".
"La soluzione - ha evidenziato dal canto suo Zanin - deve
certamente passare attraverso la collaborazione: ogni singolo
Stato con le proprie peculiarità, le proprie responsabilità e la
propria cultura giuridica da mettere a disposizione degli altri
in sinergia, ma non cercando un'integrazione esasperata con una
riduzione ad unum anche dei percorsi giuridici e investigativi
perché, altrimenti, la visione risulterebbe troppo semplificata".
"Dobbiamo perciò collaborare ma anche mantenere ognuno la
rispettiva anima che è frutto di storia, cultura giuridica e
relazionale. Quindi, attenzione anche alla salvaguardia della
diversità - ha concluso il presidente dell'Assemblea Fvg - per
offrire una risposta giuridica all'interno dell'Europa capace di
affrontare un problema globale ed evitando una semplificazione
che, per definizione, rischia di far perdere ricchezze e punti di
vista, diminuendo in parte il senso della democrazia".
ACON/DB-fc