25 APRILE. ZANIN: NO A REMISSIONE MA PACE NON SI CONQUISTA CON LE ARMI
(ACON) Udine, 25 apr - "La liberazione, ora come allora, deve
essere associata alla verità, alla giustizia e alla sicurezza,
indispensabili per la libertà, la convivenza civile e la pace.
Quest'ultima, però, non deve essere conquistata con le armi".
Lo ha affermato il presidente del Consiglio regionale, Piero
Mauro Zanin, prendendo parte alle celebrazioni del 25 aprile
dedicate alla liberazione italiana dal nazifascismo svoltesi a
Codroipo e Udine.
Le nubi minacciose, accompagnate da pioggia a trattati, non sono
riuscite a scalfire lo spirito della festa e davvero tanti sono
stati i partecipanti e i momenti di riflessione.
"Con questa manifestazione, intendiamo ricordare e onrare i
caduti di tutte le guerre e il sacrificio di chi ha dato la vita
per difendere valori come libertà, pace e democrazia", ha detto
il sindaco di Codroipo, Fabio Marchetti, parlando alle autorità
civili, religiose e militari presenti all'alzabandiera e alla
deposizione di una corona d'alloro al monumento ai Caduti di via
IV Novembre.
Una festa molto attesa dall'associazione che rappresenta i
partigiani d'Italia, l'Anpi, "ma è impossibile rallegrarsi nel
profondo perché la guerra di aggressione all'Ucraina ha travolto
tutto, l'invasione russa ci ha respinto prepotentemente indietro
nel tempo, al secolo scorso", ha invece evidenziato a Udine
Natalia Marino, del comitato nazionale Anpi, davanti al Tempietto
ai caduti di piazza Libertà dove è stata parimenti depositata
dalle autorità locali e regionali una corona d'alloro.
"Ciascuno porta la bandiera della propria coscienza; i simboli
che rappresentano solo una parte sono inutili a una festa di
popolo, in una giornata come questa, dove il cittadino
rappresenta la bandiera dell'umanità che deve guardare ai valori
fondamentali per il progresso e lo sviluppo", ha affermato ancora
Zanin.
Riallacciandosi, poi, alle affermazioni del presidente Sergio
Mattarella, a detta del quale resistenza è opporsi all'invasione
con armi o senza, Zanin non si è sottratto dal ribadire il suo
pensiero, ovvero che "pace non vuol dire essere remissivi, in
questo Mattarella ha ragione, però bisogna anche porsi la domanda
se per ottenerla si devono per forza utilizzare le armi: io credo
di no. Ci sono stati esempi di chi ha saputo rifiutarle, allora
anche per questi avvenimenti che stiamo vivendo in Europa
dobbiamo trovare il coraggio di dire che, se vogliamo la pace,
questa non deve avvenire per mano armata".
Il corteo che si è mosso da piazza Libertà al monumento alla
Resistenza, in piazzale XXVI luglio, dove erano attesi gli
interventi di chiusura della cerimonia, percorrendo via Poscolle
è stato al centro di un lancio di garofani rossi da una finestra
all'altezza del civico 67 da cui sventolava anche il tricolore.
Il gesto ha fatto fermare l'intero corteo e il Coro popolare
della Resistenza ha intonato a gran voce "Bella ciao".
ACON/RCM