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FESTA FRIULI. CELEBRAZIONE IN AULA, RICORDATE UNITÀ ETNICA E CULTURALE

27.04.2022
12:48
(ACON) Trieste, 27 apr - "Ogni 3 aprile viene ricordata l'investitura feudale del patriarca Sigeardo nel 1077, che consentì al Friuli di riacquisire integrità territoriale e autonomia politica. Un'unità etnica e culturale che è stata capace di generare uno dei Parlamenti più antichi d'Europa, a partire dal 1231, e di resistere ai tumultuosi avvenimenti della storia, anche dopo la fine dell'esperienza del Patriarcato".

Lo ha affermato Piero Mauro Zanin aprendo la seduta del Consiglio regionale che ha dedicato la prima ora alla Fieste de Patrie dal Friûl/Festa della Patria del Friuli che si celebra, appunto, ogni 3 aprile. A lui, prima volta nella storia dell'Assemblea legislativa, si è affiancato il presidente della Regione, Massimiliano Fedriga, "a dimostrazione che possiamo anche essere diversi, ma comunque uniti", ha evidenziato Zanin.

Zanin ha quindi rammentato che "dal 2015, grazie all'approvazione della legge regionale n. 6 del 27 marzo, si possono ricordare e valorizzare le origini, la cultura e la storia di autonomia del popolo friulano, accrescendone l'interesse dopo che, troppo frettolosamente, a lungo furono considerate marginali e ignorate dai testi scolastici. E questo rafforza la consapevolezza di far parte di un popolo dalle solide e antiche radici, nel segno di un'identità forte che va valorizzata, senza alcun tipo di contrapposizione e rivalità rispetto alle altre comunità che compongono il variegato mosaico culturale della nostra regione".

"La battaglia per le identità e per le comunità locali - ha concluso il presidente dell'Assemblea prima di dare la parola allo scrittore, registra e attore friulano Dino Persello - va declinata sempre al plurale ed è cruciale in una Regione come la nostra, che fonda la sua specialità proprio sul multilinguismo e sulla molteplicità di popoli e culture".

"I verbali dei notai intorno al 1250 venivano scritti in tre lingue: italiano, latino e friulano, con le sue varianti. Ma non è certo che all'epoca si salutassero con il 'Mandi' che usiamo ancora oggi come saluto di affetto e confidenza che non ha eguali nella lingua italiana, pur senza sapere cosa significhi di preciso. C'è chi vi assegna significati religiosi, 'Che la mano di Dio ti protegga', ma anche 'Che tu possa vivere a lungo'", ha quindi detto Persello, il cui intervento in marileghe è stato intervallato dalla fisarmonica di Pasqualino Petris e del figlio tredicenne Manuel.

Tra i tanti spunti inseriti nel suo discorso, Persello ha fatto riflettere i presenti, dai consiglieri e assessori in Aula ai rappresentanti del mondo autonomistico friulano accomodatisi sulle poltrone riservate al pubblico, ricordando "Alfeo Mizzau, Feo di Bean, che nell'84 diventa europarlamentare e porta subito a Bruxelles il suo Friuli invitando l'allora presidente del Parlamento europeo, Kurt Waldaim, a casa sua, a Beano di Codroipo, offrendogli una colazione 'furlana', con salame nell'aceto e polenta. Da lì alla richiesta di fare un intervento in friulano in Parlamento, il passo fu breve".

Il registra non tralascia, però, neppure i problemi del presene parlando di "2020-2021: Covid. È morta la migliore delle generazioni, quella che senza studi ha educato i suoi figli, quella che anche se le mancava tutto ha insegnato loro il valore più grande della vita: la dignità. Se ne sono andati quelli che hanno lavorato da un buio all'altro, quelli che si accontentavano di niente, quelli che chiedevano solo di morire in pace invece sono morti da soli, spaventai, e se ne sono andati senza disturbare e senza un: Mandi".

"Siamo un popolo che ha difficoltà a lavorare in squadra, a promuovere i suoi prodotti e il suo territorio, all'accoglienza, anche se in questo stiamo crescendo e i giovani hanno iniziato una promozione molto dettagliata", ha lanciato come riflessione ancora Persello, passando poi a una non minore battuta finale: "Da 132 anni a questa parte, a Fagagna si corre la corsa degli asini. Lo scorso anno, hanno corso 5 asini e 20 asine: questo vuol dire che l'emancipazione femminile è più avanti tra gli asini che tra gli esseri umani".

A chiudere la celebrazione del 3 aprile è stato il presidente Fedriga, che ha parlato di "ricorrenza che non è mai stata di maniera, ma un vero e proprio riconoscimento a un'identità specifica che attribuisce valore all'identità regionale e che, nell'insieme delle altre specificità linguistiche e culturali presenti sul territorio, concorre a determinare la ricchezza di cui è composto il Friuli Venezia Giulia". Fedriga, tra l'altro, ha sottolineato che "attualmente il friulano è parlato da oltre l'80% della popolazione, pari a circa 600mila persone in 176 Comuni delle ex province di Udine, Pordenone e Gorizia e in 7 Comuni della provincia di Venezia".

"Il recente Piano di politica linguistica - ha concluso il presidente del Fvg - è l'esempio più concreto della volontà della Giunta regionale di agire: un documento programmatico condiviso e composto da azioni concrete, mirate e misurabili, volte in primis a contrastare il pericolo, paventato da più parti della comunità friulana, di disperdere un patrimonio linguistico irrinunciabile". ACON/RCM-fc



La celebrazione della Festa del Friuli in Aula
L'intervento del presidente Piero Mauro Zanin
Dino Persello
L'intervento del presidente Massimiliano Fedriga
La pertecipazione dell'Aula
Consiglieri e assessori regionali con Persello e la famiglia Petris al termine della celebrazione in Aula