FESTA FRIULI. CELEBRAZIONE IN AULA, RICORDATE UNITÀ ETNICA E CULTURALE
(ACON) Trieste, 27 apr - "Ogni 3 aprile viene ricordata
l'investitura feudale del patriarca Sigeardo nel 1077, che
consentì al Friuli di riacquisire integrità territoriale e
autonomia politica. Un'unità etnica e culturale che è stata
capace di generare uno dei Parlamenti più antichi d'Europa, a
partire dal 1231, e di resistere ai tumultuosi avvenimenti della
storia, anche dopo la fine dell'esperienza del Patriarcato".
Lo ha affermato Piero Mauro Zanin aprendo la seduta del Consiglio
regionale che ha dedicato la prima ora alla Fieste de Patrie dal
Friûl/Festa della Patria del Friuli che si celebra, appunto, ogni
3 aprile. A lui, prima volta nella storia dell'Assemblea
legislativa, si è affiancato il presidente della Regione,
Massimiliano Fedriga, "a dimostrazione che possiamo anche essere
diversi, ma comunque uniti", ha evidenziato Zanin.
Zanin ha quindi rammentato che "dal 2015, grazie all'approvazione
della legge regionale n. 6 del 27 marzo, si possono ricordare e
valorizzare le origini, la cultura e la storia di autonomia del
popolo friulano, accrescendone l'interesse dopo che, troppo
frettolosamente, a lungo furono considerate marginali e ignorate
dai testi scolastici. E questo rafforza la consapevolezza di far
parte di un popolo dalle solide e antiche radici, nel segno di
un'identità forte che va valorizzata, senza alcun tipo di
contrapposizione e rivalità rispetto alle altre comunità che
compongono il variegato mosaico culturale della nostra regione".
"La battaglia per le identità e per le comunità locali - ha
concluso il presidente dell'Assemblea prima di dare la parola
allo scrittore, registra e attore friulano Dino Persello - va
declinata sempre al plurale ed è cruciale in una Regione come la
nostra, che fonda la sua specialità proprio sul multilinguismo e
sulla molteplicità di popoli e culture".
"I verbali dei notai intorno al 1250 venivano scritti in tre
lingue: italiano, latino e friulano, con le sue varianti. Ma non
è certo che all'epoca si salutassero con il 'Mandi' che usiamo
ancora oggi come saluto di affetto e confidenza che non ha eguali
nella lingua italiana, pur senza sapere cosa significhi di
preciso. C'è chi vi assegna significati religiosi, 'Che la mano
di Dio ti protegga', ma anche 'Che tu possa vivere a lungo'", ha
quindi detto Persello, il cui intervento in marileghe è stato
intervallato dalla fisarmonica di Pasqualino Petris e del figlio
tredicenne Manuel.
Tra i tanti spunti inseriti nel suo discorso, Persello ha fatto
riflettere i presenti, dai consiglieri e assessori in Aula ai
rappresentanti del mondo autonomistico friulano accomodatisi
sulle poltrone riservate al pubblico, ricordando "Alfeo Mizzau,
Feo di Bean, che nell'84 diventa europarlamentare e porta subito
a Bruxelles il suo Friuli invitando l'allora presidente del
Parlamento europeo, Kurt Waldaim, a casa sua, a Beano di
Codroipo, offrendogli una colazione 'furlana', con salame
nell'aceto e polenta. Da lì alla richiesta di fare un intervento
in friulano in Parlamento, il passo fu breve".
Il registra non tralascia, però, neppure i problemi del presene
parlando di "2020-2021: Covid. È morta la migliore delle
generazioni, quella che senza studi ha educato i suoi figli,
quella che anche se le mancava tutto ha insegnato loro il valore
più grande della vita: la dignità. Se ne sono andati quelli che
hanno lavorato da un buio all'altro, quelli che si accontentavano
di niente, quelli che chiedevano solo di morire in pace invece
sono morti da soli, spaventai, e se ne sono andati senza
disturbare e senza un: Mandi".
"Siamo un popolo che ha difficoltà a lavorare in squadra, a
promuovere i suoi prodotti e il suo territorio, all'accoglienza,
anche se in questo stiamo crescendo e i giovani hanno iniziato
una promozione molto dettagliata", ha lanciato come riflessione
ancora Persello, passando poi a una non minore battuta finale:
"Da 132 anni a questa parte, a Fagagna si corre la corsa degli
asini. Lo scorso anno, hanno corso 5 asini e 20 asine: questo
vuol dire che l'emancipazione femminile è più avanti tra gli
asini che tra gli esseri umani".
A chiudere la celebrazione del 3 aprile è stato il presidente
Fedriga, che ha parlato di "ricorrenza che non è mai stata di
maniera, ma un vero e proprio riconoscimento a un'identità
specifica che attribuisce valore all'identità regionale e che,
nell'insieme delle altre specificità linguistiche e culturali
presenti sul territorio, concorre a determinare la ricchezza di
cui è composto il Friuli Venezia Giulia". Fedriga, tra l'altro,
ha sottolineato che "attualmente il friulano è parlato da oltre
l'80% della popolazione, pari a circa 600mila persone in 176
Comuni delle ex province di Udine, Pordenone e Gorizia e in 7
Comuni della provincia di Venezia".
"Il recente Piano di politica linguistica - ha concluso il
presidente del Fvg - è l'esempio più concreto della volontà della
Giunta regionale di agire: un documento programmatico condiviso e
composto da azioni concrete, mirate e misurabili, volte in primis
a contrastare il pericolo, paventato da più parti della comunità
friulana, di disperdere un patrimonio linguistico irrinunciabile".
ACON/RCM-fc