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PETEANO. PRES CR: 50 ANNI DOPO CERCARE VERITÀ, NO VOCE A CARNEFICI

31.05.2022
14:25
(ACON) Mossa (Go), 31 mag - Fa male vedere che i carnefici possono avere ancora voce. E fa ancora più male sapere che dietro quei carnefici c'erano uomini dello Stato, alcuni dei quali indossavano la stessa divisa.

Lo ha detto oggi a Mossa la Presidenza del Consiglio regionale, durante la cerimonia che ha voluto ricordare il brigadiere dei carabinieri Antonio Ferraro, vittima assieme ai colleghi Donato Poveromo e Franco Dongiovanni della strage neofascista del 31 maggio 1972.

Tanto alto è il loro sacrificio e il loro valore - ha osservato ancora la Presidenza, che ha partecipato alla cerimonia assieme al sindaco di Mossa Emanuela Russian, al Prefetto di Gorizia Raffaele Ricciardi e alla vedova di Ferraro - quanto è profondo il disonore e la vergogna per gli uomini delle istituzioni che sminuirono il valore di quel sacrificio. La Presidenza ha detto ancora che il problema non è tanto il rischio di perdere la vita - che chi indossa una divisa mette sempre in conto - ma il vedere confuso e offuscato nella nebbia il senso di quella morte, come è avvenuto per troppi anni.

Il riferimento è ai numerosi depistaggi che caratterizzarono l'inchiesta sulla strage avvenuta in provincia di Gorizia cinquant'anni fa, fino ad arrivare all'attribuzione delle responsabilità al gruppo eversivo di estrema destra Ordine Nuovo: sotto inchiesta finirono anche esponenti delle Forze armate e delle forze dell'ordine, ed è stato - secondo la Presidenza - uno dei momenti più bui per la nostra democrazia.

Antonio Ferraro, sepolto nel cimitero di Mossa, e le altre vittime di Peteano sono stati accostati dalla massima carica dell'Assemblea legislativa a quegli ultimi di cui parlava Pier Paolo Pasolini, quando nella sua invettiva contro il terrorismo il grande intellettuale disse che erano loro, i carabinieri e gli uomini in divisa, i veri figli del popolo, e non i giovani terroristi figli della borghesia. A cinquant'anni dalla strage bisogna dunque coltivare la memoria e rendere onore a queste vittime troppo spesso dimenticate, mentre invece i carnefici vanno in televisione e hanno la possibilità di parlare e di scrivere libri. Le istituzioni - ha concluso la Presidenza - hanno il dovere di fare i conti col passato, assumendosi le responsabilità e trovando fino in fondo la verità, per arrivare a una giustizia piena. ACON/FA



Un momento della cerimonia di oggi a Mossa
Il raccoglimento davanti alla tomba di Antonio Ferraro
La deposizione della corona in ricordo del carabiniere che venne ucciso, assieme ad altri due colleghi, 50 anni fa a Peteano
La tomba di Antonio Ferraro nel cimitero di Mossa