FOIBE. ZANIN: STELE BERSAGLIERI RICORDA SACRIFICIO VITA PER LA VITA
(ACON) Basovizza, 19 giu - Anche a Basovizza, luogo tra Trieste
e il confine con la Slovenia noto alle cronache purtroppo per la
storia indelebile delle foibe e delle circa 10mila persone a cui
qui fu data una morte atroce negli anni a cavallo del 1945,
accadimenti che dal 1992 lo rendono un monumento nazionale, c'è
posto per parlare di pace. Lo hanno fatto in molti questa
mattina, prendendo parte alla cerimonia organizzata
dall'Associazione nazionale bersaglieri del Friuli Venezia Giulia
(Anb Fvg) per scoprire una stele di pietra carsica su cui spicca
una targa con la motivazione del gesto: "Alle vittime innocenti
di un odio cieco - Per non dimenticare".
"In questo modo, i bersaglieri d'Italia hanno inteso rendere
omaggio alla memoria di tutte le vittime delle foibe, militari e
civili, italiane e straniere. Dopo tante peripezie burocratiche e
uno stop causato dalla pandemia - ha spiegato il presidente
dell'Anb Fvg, generale Giuseppe Iacca - siamo riusciti nel nostro
intento e abbiamo scelto questa data perché il 18 giugno 1836 fu
istituito con regio brevetto il Corpo dei bersaglieri".
"Scoprendo questa stele alla presenza dei medaglieri del Fvg e
del Veneto, dei labari delle associazioni combattentistiche e
d'arma e delle autorità civili e religiose di Trieste e non solo,
la mia memoria è andata all'ultima medaglia d'oro al valor
militare alla memoria assegnata a un bersagliere, Giuseppe La
Rosa, che l'8 giugno 2013 in Afghanistan morì interponendosi tra
una bomba e i suoi soldati, diede la propria vita per salvare
altre vite", ha evidenziato nel suo discorso il presidente del
Consiglio regionale, Piero Mauro Zanin.
"Credo che questa memoria di sacrificio finalizzata alla vita -
ha aggiunto - debba anche oggi, in questi momenti difficili di
guerra in Europa dopo 70 anni ma di tante guerre, anche quelle
dimenticate o di cui non parliamo perché non fanno notizia o non
destano il nostro interesse, farci ricordare che i conflitti
armati sono la sconfitta dell'umanità. Quindi l'azione per
poterle fermare è la ricerca spasmodica e ininterrotta della
pace, così come ha detto anche il Santo Padre. Per questo credo
che anche da Basovizza ci possiamo interrogare sulla richiesta di
pace e di fine dell'orrore contro l'umanità che ci arriva da
coloro che qui morirono e da coloro che stanno trovando la morte
in altre parti del mondo".
Tra i partecipanti, l'arcivescovo di Trieste, Giampaolo Crepaldi,
che oltre a benedire la stele ha recitato la preghiera per i
martiri delle foibe del 1959 di monsignor Antonio Santin, e il
sindaco della città, Roberto Dipiazza, che oltre a ricordare lo
zio bersagliere dell'8° Reggimento, ha anche reso noto che ci
sarà presto un progetto del Comune per dotare la stele di
Basovizza del cappello con le piume simbolo del Corpo dei
bersaglieri, oggi mancante.
A unirsi alle congratulazioni per aver organizzato una cerimonia
affatto di maniera, perché ricordare gli orrori delle guerre per
non dimenticare e non ripetere non è mai né banale né inutile,
sono stati anche rappresentanti della Prefettura e della
Questura, della 132^ Brigata corazzata Ariete con la fanfara
dell'11° Reggimento e del Comune di Pordenone, dell'Anb con Rocco
Paltrinieri della presidenza interregionale Nord, della Regione
Fvg con l'assessore Fabio Scoccimarro e del libero Comune di Zara
in esilio, presente con il ricordo portato da Franca Balliana del
figlio bersagliere Pietro Serrentino e del suocero, Vincenzo
Serrentino, "ultimo prefetto di Zara italiana, ancora oggi caduto
senza tomba ed eroe senza medaglia", lo ha definito il generale
Iacca.
ACON/RCM