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SALUTE. DI BERT-LIGUORI: RAPPORTO IRES, INTERVENIRE SU CURE PALLIATIVE

21.06.2022
16:46
(ACON) Trieste, 21 giu - Un novantina di pagine di punti di forza e di criticità della rete delle cure palliative e terapia del dolore del Friuli Venezia Giulia: le ha scritte l'Istituto di ricerche economiche e sociali (Ires Fvg) per la missione valutativa affidatagli dal Comitato per la legislazione, il controllo e la valutazione, presieduto da Roberto Cosolini (Pd), in merito alla verifica di come si stiano attuando le leggi regionali 10/2011 e 17/2014 in questi due settori quanto a servizi offerti, struttura organizzativa, personale coinvolto, numeri e tempistiche dei pazienti presi in carico.

Ad illustrare i contenuti all'Aula, sono stati Mauro Di Bert (Progetto Fvg/Ar) e Simona Liguori (Cittadini), che hanno scorso i capi principali del documento.

'La rete regionale di cure palliative e terapie del dolore vede punti di forza che, in prospettiva futura, possono rappresentare la base di partenza per un possibile ulteriore consolidamento in termini di efficacia e utilità, in rapporto a una sfera di bisogno finora solo parzialmente intercettata', ha così reso noto Di Bert.

Nella sua relazione, il consigliere fa sapere che 'il processo di unificazione delle modalità di accesso alle prestazioni specialistiche per un miglioramento del controllo dei flussi di accesso risulta avviato, così come risultano ormai collaudate buone prassi di multidisciplinarità professionale e integrazione organizzativa con i presidi territoriali e di emergenza sanitaria. In generale la rete, seppur con diversi gradi di sviluppo territoriale, assicura la pluralità dei processi assistenziali e, più uniformemente, un'acquisita capacità di stabilire relazioni fiduciarie con i malati e soddisfare le problematiche dell'utenza'.

'Alcune criticità - riporta ancora il consigliere - sono da registrare nei servizi territoriali, in particolare nel deficit culturale dei medici di base e ospedalieri in materia di cure palliative e terapie del dolore, cui si collegano altri due nodi problematici: le discordanti valutazioni cliniche sul grado di priorità degli accessi alle visite specialistiche e il primato delle collaborazioni spontanee e occasionali sulle prassi strutturate e ben definite di multidisciplinarietà'.

'Entrando nello specifico dei dati raccolti da Ires all'interno delle tre Aziende sanitarie regionali, va evidenziato, pur con le notevoli difficoltà nel reperire personale sanitario con conoscenze e competenze specifiche in materia, il significativo incremento che ha interessato il personale full time afferente agli staff delle cure palliative, raddoppiato nel periodo 2016/2020. A tal riguardo - ha evidenziato Di Bert -, nel corso del 2021 è stato emesso il bando regionale per certificare l'esperienza triennale dei medici non specialisti per acquisire nuovi professionisti medici da integrare nella rete assistenziale'.

Per quanto riguarda il dato afferente il numero degli utenti totali interessati dalle cure palliative sia domiciliari che presso strutture (Rsa e Hospice), la consigliera Liguori ha sottolineato che 'nell'Azienda sanitaria universitaria del Friuli Centrale (Asufc) il numero di persone che hanno ricevuto un servizio infermieristico domiciliare è salito da 191 nel 2016 a 704 nel 2020, con un picco di 751 utenti nel 2018. I malati oncologici rappresentano la maggioranza, passando dal 76% del 2016 all'82%, ma non è trascurabile il numero di affetti da altre patologie (117 nel 2020)'.

'Il numero di giorni dedicati alle cure palliative a domicilio è salito dai 5.228 del 2016 ai 18.631 del 2020. Aumenta anche chi ha ricevuto cure nel setting Rsa/Hospice: si passa da 475 a 540, anche in questo caso con una prevalenza di malati oncologici (89% nel 2020)'.

'Nell'Azienda sanitaria del Friuli Occidentale (Asfo) si registra, invece, una flessione dei pazienti della rete delle cure palliative, scesi da 436 del 2016 a 367 del 2020, con un minimo registrato nel 2019 (300) e con una quasi totalità di pazienti oncologici (oltre il 95%). Nel triennio 2018-2020, le tempistiche di presa in carico degli utenti oncologici subiscono un rallentamento: diminuiscono i presi in carico entro 1 o 2 giorni dalla segnalazione, mentre i presi in carico a partire dal quarto giorno passano dal 4% al 45%'.

'Nell'Azienda sanitaria universitaria Giuliano Isontina (Asugi), di cui - evidenzia ancora la Liguori - è disponibile il solo biennio 2019-2020, gli utenti sono saliti dai 1.674 del 2019 ai 1.795 del 2020, anche in questo caso con un'elevata incidenza di malati oncologici (87%). Le tempistiche di presa in carico rimangono abbastanza costanti, con una moderata crescita dei pazienti presi in carico entro un giorno dalla segnalazione (che passano dal 18% al 21%) e una prevalenza di quelli presi in carico tra due e tre giorni, stabili al 41%'.

'Per quanto riguarda il personale si registra, nel quinquennio 2016-2020, una crescita dei componenti dello staff della rete, passati da 42 a 76, anche per la recente istituzione del Ssd Cure palliative di Monfalcone. I professionisti interessati maggiormente dall'aumento sono medici e infermieri, che rappresentano anche le professionalità più rappresentate, seguiti dagli operatori sociosanitari'.

Per quanto attiene la rete della terapia del dolore, la Liguori riporta che 'vi sono stati andamenti diversificati. Il territorio della ex provincia di Udine vede una diminuzione del numero di prestazioni erogate tra il 2019 e il 2021, a Trieste e a Pordenone si registra una flessione delle prestazioni nel 2020, seguita da un aumento nel 2021 che per Pordenone supera il 2019, mentre il Cro di Aviano e Gorizia vedono un aumento nel 2020 e una nuova diminuzione nel 2021'.

'Lo staff di personale dedicato alla rete registra una crescita, che riguarda essenzialmente il 2017 (44 operatori rispetto ai 38 dell'anno precedente), con una leggera flessione nel 2020, in cui si è registrato un calo di due unità (1 medico e 1 infermiere). Anche in questo caso le professionalità maggiormente coinvolte sono infermieri e medici, con una netta prevalenza di quest'ultimi, mentre si segnala anche un sensibile ricorso ai fisiatri'.

'In conclusione - scrive l'esponente dei Cittadini -, Ires Fvg fa presenti la disomogeneità territoriale dei dati e dei sistemi organizzativi, l'utilizzo di banche dati diverse da un territorio all'altro, una certa discrezionalità di interpretazione delle casistiche e di registrazione degli eventi, la mancanza di una cultura completamente condivisa del dato, la difficoltà a reperire le informazioni a causa di cambiamenti organizzativi e l'assenza di un sistema uniforme di refertazione, evidenziando come, su tali aspetti, sarebbe necessario agire per giungere a un sistema informativo maggiormente fruibile dagli operatori sanitari e dal decisore pubblico che necessita di leggere la realtà attraverso i dati, affinché questi siano di supporto alle decisioni'.

'Aspetti - le ha fatto eco Di Bert - sui quali la direzione centrale Salute è già al lavoro per l'introduzione di un sistema informativo unico regionale in grado di garantire coerenza e omogeneità alle codifiche'.

Ancora Di Bert ha affermato che 'il Friuli Venezia Giulia è stato la Regione trainante di un percorso virtuoso di implementazione del sistema di priorità nell'invio del paziente a prima visita algologica, sul modello delle altre prestazioni soggette a codici temporali B (breve-entro 10 giorni), D (differita entro 30 giorni) e P (programmata), percorso nato dall'alleanza con la Medicina generale nella stesura di un protocollo condiviso d'invio dei pazienti a visita specialistica. Mi preme sottolineare ancora una volta come gli effetti della pandemia abbiano comportato pesanti esiti sull'erogazione dei servizi sanitari: gli ospedali di Udine e Trieste hanno registrato un importante calo nei volumi di attività di terapia del dolore, mentre negli altri presidi ospedalieri l'impatto è stato più contenuto'.

'Infine mi preme portare all'attenzione dell'assemblea la presenza nella nostra regione di una rete di cure palliative pediatriche, operativa dal 2019 con un'equipe con esperienza e formazione specificatamente dedicata. Il Centro di riferimento regionale, che si occupa di formazione continua degli operatori della rete di gestione del fine vita a domicilio, è stato istituto presso il Burlo Garofolo di Trieste che, in quanto unità funzionale di riferimento clinico, organizzativo, di formazione e ricerca, coordina la rete per garantirne il funzionamento, inoltre collabora e garantisce supervisione e consulenza anche a strutture private/accreditate dove siano in carico pazienti inclusi nella rete'.

Sotto il profilo qualitativo, l'esponente dei Cittadini fa presente che 'la missione valutativa ha analizzato anche il processo gestionale, organizzativo e comunicativo delle reti e gli esiti concreti degli interventi raccogliendo, tramite la tecnica dell'intervista semi-strutturata, le opinioni e le proposte formulate da otto referenti delle strutture di cure palliative e terapie del dolore'.

Tra i punti di forza emersi, vi è la standardizzazione delle modalità di accesso alle prestazioni specialistiche; collaudate buone prassi di multidisciplinarità professionale e integrazione organizzativa con i presidi territoriali e di emergenza sanitaria; le reti che riescono a garantire capacità di stabilire relazioni fiduciarie con i malati.

Passando alle criticità, queste riguardano sia la dimensione professionale che quella organizzativa. Sotto il primo profilo: il deficit culturale dei medici di base e ospedalieri in materia; la carenza di risorse umane; la disomogeneità dei criteri di monitoraggio delle azioni terapeutiche; l'assenza di integrazione digitale tra i dossier clinici nosocomiali e territoriali; difficoltà di presa in carico dell'utenza non oncologica; per i palliativisti, l'ostacolo degli iter di autorizzazione alla somministrazione dei farmaci ospedalieri.

Ires ha offerto le seguenti raccomandazioni strategiche e operative: investimenti in formazione disciplinare, eventi divulgativi e campagne informative; progetti e finanziamenti per rafforzare gli organici e remunerare le ore straordinarie; sistemi informativi ambulatoriali per gestire e controllare le prenotazioni in classi di priorità; progettazione e messa a regime di un sistema di monitoraggio metodologicamente integrato; digitalizzazione e messa in rete dei sistemi di refertazione ospedalieri e territoriali; rafforzamento delle prassi di intervento multidisciplinare; coordinamento istituzionale top-down per uniformare i modelli organizzativi; direttive di semplificazione per l'utilizzo dei farmaci ospedalieri; potenziamento della telemedicina; articolazione specialistica dell'offerta terapeutica.

Ad intervenire in Aula sono, poi, stati Andrea Ussai (M5S) e Furio Honsell (Open Sinistra Fvg). Da parte loro, rispettivamente, l'auspicio che la relazione di Ires sia aggiornata nel tempo per conoscere azioni in atto e in programma della Regione, non ultimi per la formazione del personale, e che si possano fare missioni valutative come questa annualmente e non solo una a legislatura, chiedendo se il Consiglio prevede sufficienti fondi in tal senso (il costo di quella commissionata a Ires, ha fatto sapere il presidente dell'Assemblea, Piero Mauro Zanin, è costata 13mila euro e si potrebbero soddisfare molte più missioni valutative).

Di documento che pone interrogativi seri su cui si sta già lavorando per le necessarie risposte che i cittadini si aspettano da un Sistema sanitario che deve garantire qualità, ha detto infine il referente regionale della Salute, il vicegovernatore Riccardo Riccardi. ACON/RCM-fc



Mauro Di Bert (PrFvg/Ar)
Simona Liguori (Cittadini)
Furio Honsell (Open)
Andrea Ussai (M5S)
Il vicegovernatore con delega alla Salute, Riccardo Riccardi
L'Aula durante i lavori