SALUTE. DI BERT-LIGUORI: RAPPORTO IRES, INTERVENIRE SU CURE PALLIATIVE
(ACON) Trieste, 21 giu - Un novantina di pagine di punti di
forza e di criticità della rete delle cure palliative e terapia
del dolore del Friuli Venezia Giulia: le ha scritte l'Istituto di
ricerche economiche e sociali (Ires Fvg) per la missione
valutativa affidatagli dal Comitato per la legislazione, il
controllo e la valutazione, presieduto da Roberto Cosolini (Pd),
in merito alla verifica di come si stiano attuando le leggi
regionali 10/2011 e 17/2014 in questi due settori quanto a
servizi offerti, struttura organizzativa, personale coinvolto,
numeri e tempistiche dei pazienti presi in carico.
Ad illustrare i contenuti all'Aula, sono stati Mauro Di Bert
(Progetto Fvg/Ar) e Simona Liguori (Cittadini), che hanno scorso
i capi principali del documento.
'La rete regionale di cure palliative e terapie del dolore vede
punti di forza che, in prospettiva futura, possono rappresentare
la base di partenza per un possibile ulteriore consolidamento in
termini di efficacia e utilità, in rapporto a una sfera di
bisogno finora solo parzialmente intercettata', ha così reso noto
Di Bert.
Nella sua relazione, il consigliere fa sapere che 'il processo di
unificazione delle modalità di accesso alle prestazioni
specialistiche per un miglioramento del controllo dei flussi di
accesso risulta avviato, così come risultano ormai collaudate
buone prassi di multidisciplinarità professionale e integrazione
organizzativa con i presidi territoriali e di emergenza
sanitaria. In generale la rete, seppur con diversi gradi di
sviluppo territoriale, assicura la pluralità dei processi
assistenziali e, più uniformemente, un'acquisita capacità di
stabilire relazioni fiduciarie con i malati e soddisfare le
problematiche dell'utenza'.
'Alcune criticità - riporta ancora il consigliere - sono da
registrare nei servizi territoriali, in particolare nel deficit
culturale dei medici di base e ospedalieri in materia di cure
palliative e terapie del dolore, cui si collegano altri due nodi
problematici: le discordanti valutazioni cliniche sul grado di
priorità degli accessi alle visite specialistiche e il primato
delle collaborazioni spontanee e occasionali sulle prassi
strutturate e ben definite di multidisciplinarietà'.
'Entrando nello specifico dei dati raccolti da Ires all'interno
delle tre Aziende sanitarie regionali, va evidenziato, pur con le
notevoli difficoltà nel reperire personale sanitario con
conoscenze e competenze specifiche in materia, il significativo
incremento che ha interessato il personale full time afferente
agli staff delle cure palliative, raddoppiato nel periodo
2016/2020. A tal riguardo - ha evidenziato Di Bert -, nel corso
del 2021 è stato emesso il bando regionale per certificare
l'esperienza triennale dei medici non specialisti per acquisire
nuovi professionisti medici da integrare nella rete
assistenziale'.
Per quanto riguarda il dato afferente il numero degli utenti
totali interessati dalle cure palliative sia domiciliari che
presso strutture (Rsa e Hospice), la consigliera Liguori ha
sottolineato che 'nell'Azienda sanitaria universitaria del Friuli
Centrale (Asufc) il numero di persone che hanno ricevuto un
servizio infermieristico domiciliare è salito da 191 nel 2016 a
704 nel 2020, con un picco di 751 utenti nel 2018. I malati
oncologici rappresentano la maggioranza, passando dal 76% del
2016 all'82%, ma non è trascurabile il numero di affetti da altre
patologie (117 nel 2020)'.
'Il numero di giorni dedicati alle cure palliative a domicilio è
salito dai 5.228 del 2016 ai 18.631 del 2020. Aumenta anche chi
ha ricevuto cure nel setting Rsa/Hospice: si passa da 475 a 540,
anche in questo caso con una prevalenza di malati oncologici (89%
nel 2020)'.
'Nell'Azienda sanitaria del Friuli Occidentale (Asfo) si
registra, invece, una flessione dei pazienti della rete delle
cure palliative, scesi da 436 del 2016 a 367 del 2020, con un
minimo registrato nel 2019 (300) e con una quasi totalità di
pazienti oncologici (oltre il 95%). Nel triennio 2018-2020, le
tempistiche di presa in carico degli utenti oncologici subiscono
un rallentamento: diminuiscono i presi in carico entro 1 o 2
giorni dalla segnalazione, mentre i presi in carico a partire dal
quarto giorno passano dal 4% al 45%'.
'Nell'Azienda sanitaria universitaria Giuliano Isontina (Asugi),
di cui - evidenzia ancora la Liguori - è disponibile il solo
biennio 2019-2020, gli utenti sono saliti dai 1.674 del 2019 ai
1.795 del 2020, anche in questo caso con un'elevata incidenza di
malati oncologici (87%). Le tempistiche di presa in carico
rimangono abbastanza costanti, con una moderata crescita dei
pazienti presi in carico entro un giorno dalla segnalazione (che
passano dal 18% al 21%) e una prevalenza di quelli presi in
carico tra due e tre giorni, stabili al 41%'.
'Per quanto riguarda il personale si registra, nel quinquennio
2016-2020, una crescita dei componenti dello staff della rete,
passati da 42 a 76, anche per la recente istituzione del Ssd Cure
palliative di Monfalcone. I professionisti interessati
maggiormente dall'aumento sono medici e infermieri, che
rappresentano anche le professionalità più rappresentate, seguiti
dagli operatori sociosanitari'.
Per quanto attiene la rete della terapia del dolore, la Liguori
riporta che 'vi sono stati andamenti diversificati. Il territorio
della ex provincia di Udine vede una diminuzione del numero di
prestazioni erogate tra il 2019 e il 2021, a Trieste e a
Pordenone si registra una flessione delle prestazioni nel 2020,
seguita da un aumento nel 2021 che per Pordenone supera il 2019,
mentre il Cro di Aviano e Gorizia vedono un aumento nel 2020 e
una nuova diminuzione nel 2021'.
'Lo staff di personale dedicato alla rete registra una crescita,
che riguarda essenzialmente il 2017 (44 operatori rispetto ai 38
dell'anno precedente), con una leggera flessione nel 2020, in cui
si è registrato un calo di due unità (1 medico e 1 infermiere).
Anche in questo caso le professionalità maggiormente coinvolte
sono infermieri e medici, con una netta prevalenza di
quest'ultimi, mentre si segnala anche un sensibile ricorso ai
fisiatri'.
'In conclusione - scrive l'esponente dei Cittadini -, Ires Fvg fa
presenti la disomogeneità territoriale dei dati e dei sistemi
organizzativi, l'utilizzo di banche dati diverse da un territorio
all'altro, una certa discrezionalità di interpretazione delle
casistiche e di registrazione degli eventi, la mancanza di una
cultura completamente condivisa del dato, la difficoltà a
reperire le informazioni a causa di cambiamenti organizzativi e
l'assenza di un sistema uniforme di refertazione, evidenziando
come, su tali aspetti, sarebbe necessario agire per giungere a un
sistema informativo maggiormente fruibile dagli operatori
sanitari e dal decisore pubblico che necessita di leggere la
realtà attraverso i dati, affinché questi siano di supporto alle
decisioni'.
'Aspetti - le ha fatto eco Di Bert - sui quali la direzione
centrale Salute è già al lavoro per l'introduzione di un sistema
informativo unico regionale in grado di garantire coerenza e
omogeneità alle codifiche'.
Ancora Di Bert ha affermato che 'il Friuli Venezia Giulia è stato
la Regione trainante di un percorso virtuoso di implementazione
del sistema di priorità nell'invio del paziente a prima visita
algologica, sul modello delle altre prestazioni soggette a codici
temporali B (breve-entro 10 giorni), D (differita entro 30
giorni) e P (programmata), percorso nato dall'alleanza con la
Medicina generale nella stesura di un protocollo condiviso
d'invio dei pazienti a visita specialistica. Mi preme
sottolineare ancora una volta come gli effetti della pandemia
abbiano comportato pesanti esiti sull'erogazione dei servizi
sanitari: gli ospedali di Udine e Trieste hanno registrato un
importante calo nei volumi di attività di terapia del dolore,
mentre negli altri presidi ospedalieri l'impatto è stato più
contenuto'.
'Infine mi preme portare all'attenzione dell'assemblea la
presenza nella nostra regione di una rete di cure palliative
pediatriche, operativa dal 2019 con un'equipe con esperienza e
formazione specificatamente dedicata. Il Centro di riferimento
regionale, che si occupa di formazione continua degli operatori
della rete di gestione del fine vita a domicilio, è stato
istituto presso il Burlo Garofolo di Trieste che, in quanto unità
funzionale di riferimento clinico, organizzativo, di formazione e
ricerca, coordina la rete per garantirne il funzionamento,
inoltre collabora e garantisce supervisione e consulenza anche a
strutture private/accreditate dove siano in carico pazienti
inclusi nella rete'.
Sotto il profilo qualitativo, l'esponente dei Cittadini fa
presente che 'la missione valutativa ha analizzato anche il
processo gestionale, organizzativo e comunicativo delle reti e
gli esiti concreti degli interventi raccogliendo, tramite la
tecnica dell'intervista semi-strutturata, le opinioni e le
proposte formulate da otto referenti delle strutture di cure
palliative e terapie del dolore'.
Tra i punti di forza emersi, vi è la standardizzazione delle
modalità di accesso alle prestazioni specialistiche; collaudate
buone prassi di multidisciplinarità professionale e integrazione
organizzativa con i presidi territoriali e di emergenza
sanitaria; le reti che riescono a garantire capacità di stabilire
relazioni fiduciarie con i malati.
Passando alle criticità, queste riguardano sia la dimensione
professionale che quella organizzativa. Sotto il primo profilo:
il deficit culturale dei medici di base e ospedalieri in materia;
la carenza di risorse umane; la disomogeneità dei criteri di
monitoraggio delle azioni terapeutiche; l'assenza di integrazione
digitale tra i dossier clinici nosocomiali e territoriali;
difficoltà di presa in carico dell'utenza non oncologica; per i
palliativisti, l'ostacolo degli iter di autorizzazione alla
somministrazione dei farmaci ospedalieri.
Ires ha offerto le seguenti raccomandazioni strategiche e
operative: investimenti in formazione disciplinare, eventi
divulgativi e campagne informative; progetti e finanziamenti per
rafforzare gli organici e remunerare le ore straordinarie;
sistemi informativi ambulatoriali per gestire e controllare le
prenotazioni in classi di priorità; progettazione e messa a
regime di un sistema di monitoraggio metodologicamente integrato;
digitalizzazione e messa in rete dei sistemi di refertazione
ospedalieri e territoriali; rafforzamento delle prassi di
intervento multidisciplinare; coordinamento istituzionale
top-down per uniformare i modelli organizzativi; direttive di
semplificazione per l'utilizzo dei farmaci ospedalieri;
potenziamento della telemedicina; articolazione specialistica
dell'offerta terapeutica.
Ad intervenire in Aula sono, poi, stati Andrea Ussai (M5S) e
Furio Honsell (Open Sinistra Fvg). Da parte loro,
rispettivamente, l'auspicio che la relazione di Ires sia
aggiornata nel tempo per conoscere azioni in atto e in programma
della Regione, non ultimi per la formazione del personale, e che
si possano fare missioni valutative come questa annualmente e non
solo una a legislatura, chiedendo se il Consiglio prevede
sufficienti fondi in tal senso (il costo di quella commissionata
a Ires, ha fatto sapere il presidente dell'Assemblea, Piero Mauro
Zanin, è costata 13mila euro e si potrebbero soddisfare molte più
missioni valutative).
Di documento che pone interrogativi seri su cui si sta già
lavorando per le necessarie risposte che i cittadini si aspettano
da un Sistema sanitario che deve garantire qualità, ha detto
infine il referente regionale della Salute, il vicegovernatore
Riccardo Riccardi.
ACON/RCM-fc