MOBBING. ROSOLEN A COMITATO LCV: PUNTI ASCOLTO, 1.014 CASI NEL 2021
(ACON) Trieste, 28 giu - Un aiuto ad uscire da situazioni di
disagio in ambito lavorativo, ovvero di contrasto al noto
fenomeno del mobbing: questi sono gli attuali tre punti di
ascolto (Pda) accreditati in Friuli Venezia Giulia e della loro
attività, pari a oltre mille colloqui richiesti solo l'anno
scorso, ha riferito l'assessore regionale a Lavoro, Istruzione e
Famiglia, Alessia Rosolen, al Comitato per la legislazione, il
controllo e la valutazione (Lcv), presieduto da Roberto Cosolini
(Pd), che ha così appreso degli interventi regionali per
l'informazione, la prevenzione e la tutela delle lavoratrici e
dei lavoratori dalle molestie morali e psico-fisiche e da
fenomeni vessatori e discriminatori in ambiente di lavoro.
I dati sono riportati nella relazione giuntale per il 2022,
prevista annualmente dalla correlata legge regionale 7/2005 e
l'assessore ha da subito reso noto che in Fvg vi sono solo tre
Pda, corrispondenti ai territori di Gorizia, Udine e Pordenone,
mentre a Trieste manca dal 2019. Per essere accreditata come
Punto di ascolto, la struttura deve assicurare la presenza di
almeno tre professionisti qualificati (un avvocato giuslavorista,
uno psicologo esperto in psicologia del lavoro e un medico
specialista in medicina legale o del lavoro) che costruiscono
l'equipe multidisciplinare su cui è incentrata l'attività del
Pda, oltre al coinvolgimento delle associazioni sindacali.
I Pda accreditati non sono autorizzati ad offrire terapie mediche
e psicologiche oppure assistenza legale in contenzioso, e non
sono autorizzati nemmeno a contattare autonomamente i datori di
lavoro per instaurare processi stragiudiziali di soluzione di
eventuali conflitti, ma possono essere un valido supporto
all'orientamento verso strategie e percorsi personalizzati
d'uscita dalla situazione di disagio, come ad esempio la
conciliazione con l'azienda o la ricerca di un'altra collocazione
lavorativa.
Il Pda di Gorizia - attivato e gestito sulla base di una
convenzione tra l'associazione S.O.S. Abusi psicologici di
Cividale del Friuli e il Comune di Gorizia - è stato accreditato
per la prima volta nel 2018 e opera presso il Centro Lenassi di
via Vittorio Veneto di proprietà del Comune di Gorizia; nel corso
del 2021, il suo accesso è stato garantito per 18 ore
settimanali, tre volte a settimana.
Il Pda di Udine - attivato da una convenzione tra il Comune di
Udine e l'associazione Educaforum Aps - opera nella sede di
Palazzo Belgrado da molti anni, in continuità con quello gestito
originariamente dalla Provincia di Udine nel 2006; lo scorso
anno, ha dato accesso garantito per 24 ore settimanali, te volte
a settimana.
Il Pda di Pordenone - attivato e gestito dall'associazione Ust
Cisl Fvg per il territorio di Pordenone e dai Comuni di Porcia e
Pordenone - opera presso la sede del distretto sanitario, in via
delle Risorgive a Porcia, dopo l'inagibilità della sede
storicamente collocata in città. Anche l'attuale Pda di Pordenone
opera in continuità con quello attivato a suo tempo a cura della
Provincia e con quello attivato dalla Cisl di Pordenone fin dai
primi anni di applicazione della Lr 7/2005; nel 2021, lo
sportello è rimasto aperto per 24 ore settimanali, tre volte a
settimana.
A Trieste ha operato, fino a inizio 2019, un Pda gestito sulla
base di una convenzione tra l'associazione sindacale Uil di
Trieste e il Comune di Trieste.
Proseguendo nei dati forniti dall'assessore, si apprende che le
risorse richieste dai Pda e rese disponibili dalla Regione
risultano pari a 150mila euro nel 2017, saliti a 195mila nel 2018
e scesi a 160mila nel 2019, mentre si sono attestate a 170mila
euro per ciascuno degli anni dal 2020 al 2022. Nel 2021 i tre
punti di ascolto sono stati interessati da complessivi 1.014
colloqui: 746 svolti con l'avvocato, 233 con lo psicologo e 35
con il medico. Nello specifico, a Gorizia ci sono stati 222
colloqui (153 con l'avvocato, 52 con lo psicologo, 17 con il
medico); a Udine 410 (suddivisi in 311, 90 e 9); a Pordenone
(suddivisi in 282, 91 e 9).
Nel triennio 2019-21, la fascia di età più colpita dei soggetti
che si sono rivolti ai Pda risulta essere anche quella più
anziana, con numeri decrescenti a calare dell'età, perciò i
maggiormente interessati sono stati gli ultracinquantenni (256
donne e 109 uomini), seguono gli adulti tra i 41 e i 50 anni (203
donne e 89 uomini), terza fascia dai 31 ai 40 anni (111 donne e
53 uomini), infine coloro che avevano dai 20 ai 30 anni (48 donne
e 17 uomini).
"Il numero delle donne è comunque sempre superiore a quello degli
uomini", ha evidenziato l'assessore, che ha anche parlato di
livello di studio e tipologia contrattuale, spiegando che "hanno
soprattutto un diploma superiore (439 totali), ma anche una
laurea (286). Prevalgono i contratti a tempo indeterminato, 754
totali di cui 539 donne e 215 uomini, seguono i contratti a tempo
determinato con 61 casi, di cui 52 donne e 9 uomini. I settori
più colpiti nel pubblico sono sanità e istruzione (169 casi),
mentre industria (159) e commercio (119) nel privato". Un dato
che si inverte, quello rilevato tra gli appartenenti delle Forze
armate: in questo caso si riscontrano 3 donne tutte
ultracinquantenni, a fronte di 3 uomini dai 31 ai 40 anni,
altrettanti dai 41 ai 50 e un uomo ultracinquantenne; dunque il
rapporto è di 3 a 7.
Tra le tipologie di vessazioni lamentate, vi sono in particolare
l'attribuzione di compiti dequalificanti/umiliazioni e l'eccesso
di controllo sul lavoro, al 70% da parte di un superiore ma al
20% anche da colleghi di pari grado.
L'ultima riflessione di Rosolen è andata all'intenzione, già
sviluppata nel corso del 2021, di staccarsi da un'informazione
prettamente multimediale delle attività dei Pda e avere maggiore
presenza diretta sul territorio attraverso l'organizzazione di
incontri, seminari e campagne divulgative.
Al termine della presentazione, la consigliera regionale Ilaria
Dal Zovo (M5S) - che con Stefano Turchet (Lega), nel corso della
prima seduta utile, relazionerà all'Aula in merito a quanto
appreso dall'assessore - ha ragionato sulla possibilità di
intervenire non solo sui soggetti colpiti dal mobbing, cosa che
già si sta facendo, ma anche sulla tipologia di coloro che paiono
essere la maggiore causa dei disagi segnalati, ovvero soggetti
che ricoprono incarichi superiori.
Massimo Moretuzzo (Patto per l'Autonomia) si è interessato del
coinvolgimento delle associazioni e degli istituti che si
occupano di sostegno alle donne e Furio Honsell (Open Sinistra
Fvg) dell'esito delle segnalazioni, se trovano soluzione o sono
situazioni che continuano nel tempo, suggerendo di permettere ai
Pda dei controlli periodici delle vicende seguite, anche per
capire l'efficacia stessa dei loro interventi.
Un'ipotesi, questa, poi sostenuta anche dal presidente Cosolini,
che ha rimarcato come a oggi i Pda non siano abilitati a un
intervento vero e proprio e rammaricandosi poi per l'assenza di
una struttura accreditata a Trieste, chiedendosi se ciò sia
dovuto alla presenza di associazioni che operano sufficientemente
in tal senso o per una scarsa attenzione al problema.
ACON/RCM-fc