INFRASTRUTTURE. ZALUKAR (GM): SERVE ANALISI COSTI/BENEFICI OVOVIA TS
(ACON) Trieste, 28 giu - Con la presentazione del progetto
delle stazioni dell'architetto Fuksas, il dibattito sulla
cabinovia a Trieste si riaccende, con diverse incognite che a
tutt'oggi ancora avvolgono la realizzazione dell'opera. Non si
tratta di dividersi in guelfi e ghibellini, ma di interrogarsi
seriamente sull'opportunità dell'impresa. E non valga l'idea che
tanto è già finanziata e che o questa o niente, perché l'impatto
ambientale e visivo non è da poco anche se ancora mancano dei
rendering. In realtà manca ancora molto altro sia dal punto di
vista procedurale, sia da quello dell'opportunità".
Così l'ultima nota di Walter Zalukar, consigliere regionale del
Gruppo Misto.
Dal punto di vista dei documenti e delle procedure, Zalukar fa
pesente che "per l'effettiva concessione del contributo, devono
essere verificati i requisiti previsti dallo strumento europeo
del Recovery and Resilience Facility, tra cui l'obbligo di
rispettare il principio Dnsh (Do not significant harm), ovvero di
non arrecare danno significativo all'ambiente. E qui proprio non
ci siamo. E' noto, infatti, che la cabinovia (nel primo progetto
definita ovovia) avrebbe un impatto ambientale distruttivo e
irreversibile su aree protette della Rete Natura 2000. Perciò il
processo di Valutazione ambientale strategica difficilmente potrà
avere esito positivo".
"Quanto all'opportunità, andrebbe eseguita una seria e completa
analisi costi/benefici capace di allargarsi a un dibattito sul
futuro della città e sulla visione della Trieste dei prossimi
decenni", rimarca il consigliere di Centrodestra che poi si rifà
a una recente interrogazione di Massimo Moretuzzo (Patto per
l'Autonomia) per evidenziare come "la previsione della massiccia
presenza di navi bianche a Trieste non sembri avere un saldo
positivo da un'analisi costi/benefici: inquinamento dovuto ai
motori accessi delle navi, pauroso consumo energetico ed esiguo
impatto economico tra le cause del saldo negativo. Ecco quindi
che l'idea che l'ovovia riduca l'inquinamento pare risibile,
come anche quella che risolverebbe il problema dell'accesso Nord
alla città, problema, quest'ultimo del tutto superato dalla
grande viabilità e dal prossimo ampliamento del Lisert".
"Mettiamoci pure il fantasioso e ormai vetusto progetto del Parco
del Mare e sembra emergere un'idea di città a misura dell'ospite
(forse), ma non per il residente. Trieste ha tante vocazioni,
anche turistica, ma non è l'unica né la più importante e non
bisognerebbe sacrificare a questa quelle a più alto valore
aggiunto, legate alla scienza, all'attrattività di imprese di
valore e all'importazione di cervelli che consentono il
mantenimento di un alto tenore di vita anche ai residenti.
Facciamo in modo - è la sua conclusione - di non trasformare la
nostra bella città nel luna park della Mittel Europa".
ACON/COM/rcm