ESULI. ZANIN A YCA TS: ARIA DI FERTILIA RIPERCORRE FILO DISPERAZIONE
(ACON) Trieste, 1 lug - "Onorare la bandiera di Fertilia vuol
dire omaggiare il sacrificio, la disperazione e il
disorientamento provato da tutte quelle genti che sono state
strappate dalle rispettive radici e dalla terra dove erano
sepolti i loro avi. Credo che non ci sia niente di più traumatico
che essere allontanati, non dal bene della proprietà, ma dalla
patria dei propri genitori. Un dolore incolmabile per chi lo ha
vissuto, ma anche per i figli e per i figli dei figli".
Lo ha sottolineato, a pochi metri dalle onde che bagnano il molo
Sartorio di Trieste, il presidente del Consiglio regionale del
Friuli Venezia Giulia, Piero Mauro Zanin, ospite della cerimonia
di presentazione del progetto "Aria di Fertilia", andata in scena
nella sede dello Yacht Club Adriaco.
"Recuperare un sentimento di restituzione - ha aggiunto il
presidente del Cr Fvg - non sarà mai abbastanza, ma rende a tutte
quelle persone almeno un sincero pensiero di disponibilità.
Significa: 'Vi ricordiamo ancora, ci siete e non sarete
dimenticati'. Loro lo apprenderanno dall'alto, sollevati dal
fatto che esiste ancora solidarietà per chi soffre".
L'evento, moderato da Maddalena Mayneri e organizzato in
collaborazione con l'Associazione Egea - Una luce sulla Memoria,
deriva da un'idea di Serena Galvani Seràgnoli, armatrice
dell'imbarcazione da regata Aria (varata nel 1935) sul cui albero
maestro è stata issata la bandiera del presidio Fertiliae - Domus
Omnium.
In questo modo, lo storico scafo è diventato ufficialmente
portatore dei valori e della storia di Aria di Fertilia che mira
a riunire i fili tra il capoluogo giuliano e la comunità di esuli
della Venezia Giulia che tutt'ora vivono in Sardegna nel piccolo
centro di Fertilia (vicino ad Alghero), dove nel 1947 erano stati
accolti per iniziare una nuova vita di speranza insieme agli
abitanti locali.
"Il 12 giugno dello scorso anno - ha ricordato Zanin a bordo
dello scafo - avevo fatto visita a Fertilia, che ho avuto l'onore
di apprezzare attraverso lo slancio di questi giovani che con
grande passione hanno restaurato uno stabile per farne un
ecomuseo, teatro ideale per ripercorrere il filo di una
disperazione. Ci sono immagini di tutti i luoghi dell'esodo e,
chi vuole, può collegare idealmente da dove è partito fino a dove
è arrivato, anche passando attraverso il mare".
Affiancato dall'assessore comunale Michele Lobianco, da Mauro
Manca (direttore dell'ecomuseo Egea - Una luce sulla memoria), da
Serena Galvani Seràgnoli e dal presidente del sodalizio velico
ospitante, Piero Fornasaro, Zanin ha portato i saluti non solo
dell'intera Assemblea legislativa, ma anche del governatore
Massimiliano Fedriga e dell'assessore regionale Pierpaolo Roberti
"che hanno voluto affiancarmi in questa azione di presenza,
perché le Istituzioni devono dire grazie alle iniziative che
nascono dal cuore e dalla capacità dei giovani che mettono a
disposizione la loro intelligenza e le loro risorse per
l'interesse generale, dedicandosi a un popolo che ha sofferto e
che è giusto ricordare come fa questa imbarcazione".
"Questa celebrazione - ha evidenziato Zanin - costituisce anche
una dimostrazione di amore che Serena Galvani Seràgnoli ha per il
nostro territorio, il mare, le cose belle e una tradizione che a
Trieste è rappresentata da questo circolo, dal vento e
dall'andare per mare. Un approccio nei confronti del prossimo
senza violentare la natura, ma cercando con essa un'alleanza per
promuovere l'umanità".
"Esiste quindi un filo rosso - ha concluso il presidente del Cr -
che unisce i luoghi di partenza e arrivo per recuperare il
rapporto con una terra che in tanti hanno sempre portato nel
cuore e dove le loro tradizioni vivono ancora oggi".
ACON/DB