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EDITORIA. LIBRO SU BERNABEI. ZANIN: SUA LEZIONE SEMPRE ATTUALE

15.07.2022
20:20
(ACON) Pieris (Go), 15 lug - Ha conosciuto da vicino l'Italia che conta e l'ha raccontata senza veli nei suoi diari. Che ora, a cent'anni dalla sua nascita, rivivono nel libro di Piero Meucci come preziosa testimonianza di quello che gli economisti chiamano il trentennio glorioso, dalla ricostruzione post bellica fino agli anni Ottanta.

Lo sguardo di Ettore Bernabei - è lui l'autore dei diari e il protagonista assoluto del volume "Il primato della politica. La storia segreta della Dc nei diari di un protagonista" edito da Marsilio e presentato stasera a Pieris, nella cantina Feudi di Romans della famiglia di Enzo Lorenzon - ha infatti una caratteristica che lo rende unico: fu uomo di fiducia della Dc, certamente, ma non entrò mai direttamente nella dirigenza del partito che per più di quarant'anni ha dominato la scena politica nazionale.

Spesso collocato in ruoli strategici per lo Stato, direttore generale della Rai in anni cruciali per l'emancipazione della società italiana, dal 1961 al '74, poi presidente di Italstat e in seguito innovativo produttore cinematografico, Bernabei - ha detto Meucci, presidente di Arcton (Associazione archivi cristiani toscani del Novecento) intervistato dal moderatore Omar Monestier, direttore del "Messaggero Veneto" e del "Piccolo" - visse gli anni del rapporto a tratti difficile, ma sempre di profonda stima, tra i due grandi leader Dc Fanfani e Moro, del quale emergono retroscena curiosi e interessanti".

Uno di questi è la lettera di Paolo VI con la quale il Santo Padre chiese a Fanfani di rinunciare alla candidatura alla presidenza della Repubblica, perché avrebbe spaccato il partito. Mossa che Bernabei contestava in modo netto.

È un libro, insomma, pieno di particolari e retroscena politici, e politica è anche la lettura dei lunghi e importanti anni vissuti da Bernabei come massimo dirigente della Rai, tra polemiche su Zavoli e compensi crescenti alle star del video, negli anni in cui le televisioni private cominciavano a prendere piede a suon di ingaggi con molti zeri. I vari capitoli consentono al lettore di reimmergersi nel clima dell'Italia di un tempo, fino ai giorni tragici del sequestro e dell'uccisione di Aldo Moro.

"La lezione di Bernabei - ha osservato Piero Mauro Zanin, presidente del Consiglio regionale, che ha portato i suoi saluti all'inizio dell'incontro - è ancora attuale per molti motivi. Politicamente fu molto vicino ad Amintore Fanfani e si rese protagonista di un avvicinamento alle esigenze delle classi popolari, nell'ottica di sviluppare la classe media. La ricetta del centrosinistra era una declinazione alternativa al Partito comunista per la redenzione sociale dell'Italia. Un'operazione che passò attraverso il Piano casa, per intercettare i bisogni di una fetta della società italiana che aspirava a condizioni di vita migliore: va letta in questo senso anche l'attenzione alla cultura e all'istruzione come motore di crescita, nell'ottica di quell'ascensore sociale che negli anni del Dopoguerra funzionava molto meglio di adesso, e della fedeltà alla dottrina sociale della Chiesa. Oggi invece c'è una contrazione della classe media, il risparmio privato sarà intaccato fin dai prossimi mesi, con un inevitabile divaricamento tra i più e i meno abbienti".

"Il secondo aspetto che mi ha colpito nella lettura del libro - ha proseguito il presidente della massima assemblea legislativa regionale - ha a che fare con Giorgio La Pira, il sindaco santo, di cui Bernabei fu amico e collaboratore, e con cui condivise iniziative di pace clamorose. Mi riferisco al tentativo di smuovere le acque della guerra in Vietnam, con la scelta di andare a incontrare il leader Ho Chi Minh. La Pira lo fece ed è un modello sul quale oggi riflettere, mentre stiamo vivendo un tragico conflitto e le porte del dialogo sembrano tutte chiuse. Perché l'unica soluzione non può essere quella armata".

Zanin ha ribadito la sua posizione, "che non è anti-americana ma critica verso la politica attuale degli Usa e verso sanzioni che penalizzano molto i Paesi europei. Ci vorrebbe allora il coraggio, come fece allora La Pira ottenendo un via libera dai leader della Corea del Nord che poi purtroppo non ebbe seguito, di cercare davvero il dialogo e la pace".

"Noi non sapevamo nulla dei suoi diari - ha raccontato Giovanni Bernabei, figlio dell'ex direttore Rai scomparso nel 2016 - anche se a volte lo vedevamo scrivere. Abbiamo trovato migliaia di pagine, ma solo fino al 1984: da lì al 2006 non c'è più nulla ed è strano. Forse ha voluto farle scomparire". Bernabei junior ha ripercorso l'emozione vissuta a casa nei giorni più drammatici per la Repubblica, quelli del sequestro Moro, "quando si percepiva che qualcosa non funzionava nella macchina dello Stato, e c'era un forte scoramento in mio padre e Fanfani". Una eredità che comporta l'impegno a portare avanti la lunga lezione di sua padre.

Alla presentazione hanno preso parte anche i consiglieri regionali Franco Mattiussi e Diego Moretti. ACON/FA



Il presidente Piero Mauro Zanin (a destra) assieme all'autore del libro, Piero Meucci
Un altro momento della presentazione del libro a Pieris, all'esterno della cantina Feudi di Romans
Giovanni Bernabei, figlio di Ettore
Il tavolo dei relatori: da sinistra Omar Monestier, Meucci, Zanin, Enzo Lorenzon
Il libro "Ettore Bernabei il primato della politica"
Il pubblico alla presentazione del libro
Il consigliere Diego Moretti tra il pubblico
Il consigliere Franco Mattiussi tra il pubblico