EDITORIA. LIBRO SU BERNABEI. ZANIN: SUA LEZIONE SEMPRE ATTUALE
(ACON) Pieris (Go), 15 lug - Ha conosciuto da vicino l'Italia
che conta e l'ha raccontata senza veli nei suoi diari. Che ora, a
cent'anni dalla sua nascita, rivivono nel libro di Piero Meucci
come preziosa testimonianza di quello che gli economisti chiamano
il trentennio glorioso, dalla ricostruzione post bellica fino
agli anni Ottanta.
Lo sguardo di Ettore Bernabei - è lui l'autore dei diari e il
protagonista assoluto del volume "Il primato della politica. La
storia segreta della Dc nei diari di un protagonista" edito da
Marsilio e presentato stasera a Pieris, nella cantina Feudi di
Romans della famiglia di Enzo Lorenzon - ha infatti una
caratteristica che lo rende unico: fu uomo di fiducia della Dc,
certamente, ma non entrò mai direttamente nella dirigenza del
partito che per più di quarant'anni ha dominato la scena politica
nazionale.
Spesso collocato in ruoli strategici per lo Stato, direttore
generale della Rai in anni cruciali per l'emancipazione della
società italiana, dal 1961 al '74, poi presidente di Italstat e
in seguito innovativo produttore cinematografico, Bernabei - ha
detto Meucci, presidente di Arcton (Associazione archivi
cristiani toscani del Novecento) intervistato dal moderatore Omar
Monestier, direttore del "Messaggero Veneto" e del "Piccolo" -
visse gli anni del rapporto a tratti difficile, ma sempre di
profonda stima, tra i due grandi leader Dc Fanfani e Moro, del
quale emergono retroscena curiosi e interessanti".
Uno di questi è la lettera di Paolo VI con la quale il Santo
Padre chiese a Fanfani di rinunciare alla candidatura alla
presidenza della Repubblica, perché avrebbe spaccato il partito.
Mossa che Bernabei contestava in modo netto.
È un libro, insomma, pieno di particolari e retroscena politici,
e politica è anche la lettura dei lunghi e importanti anni
vissuti da Bernabei come massimo dirigente della Rai, tra
polemiche su Zavoli e compensi crescenti alle star del video,
negli anni in cui le televisioni private cominciavano a prendere
piede a suon di ingaggi con molti zeri. I vari capitoli
consentono al lettore di reimmergersi nel clima dell'Italia di un
tempo, fino ai giorni tragici del sequestro e dell'uccisione di
Aldo Moro.
"La lezione di Bernabei - ha osservato Piero Mauro Zanin,
presidente del Consiglio regionale, che ha portato i suoi saluti
all'inizio dell'incontro - è ancora attuale per molti motivi.
Politicamente fu molto vicino ad Amintore Fanfani e si rese
protagonista di un avvicinamento alle esigenze delle classi
popolari, nell'ottica di sviluppare la classe media. La ricetta
del centrosinistra era una declinazione alternativa al Partito
comunista per la redenzione sociale dell'Italia. Un'operazione
che passò attraverso il Piano casa, per intercettare i bisogni di
una fetta della società italiana che aspirava a condizioni di
vita migliore: va letta in questo senso anche l'attenzione alla
cultura e all'istruzione come motore di crescita, nell'ottica di
quell'ascensore sociale che negli anni del Dopoguerra funzionava
molto meglio di adesso, e della fedeltà alla dottrina sociale
della Chiesa. Oggi invece c'è una contrazione della classe media,
il risparmio privato sarà intaccato fin dai prossimi mesi, con un
inevitabile divaricamento tra i più e i meno abbienti".
"Il secondo aspetto che mi ha colpito nella lettura del libro -
ha proseguito il presidente della massima assemblea legislativa
regionale - ha a che fare con Giorgio La Pira, il sindaco santo,
di cui Bernabei fu amico e collaboratore, e con cui condivise
iniziative di pace clamorose. Mi riferisco al tentativo di
smuovere le acque della guerra in Vietnam, con la scelta di
andare a incontrare il leader Ho Chi Minh. La Pira lo fece ed è
un modello sul quale oggi riflettere, mentre stiamo vivendo un
tragico conflitto e le porte del dialogo sembrano tutte chiuse.
Perché l'unica soluzione non può essere quella armata".
Zanin ha ribadito la sua posizione, "che non è anti-americana ma
critica verso la politica attuale degli Usa e verso sanzioni che
penalizzano molto i Paesi europei. Ci vorrebbe allora il
coraggio, come fece allora La Pira ottenendo un via libera dai
leader della Corea del Nord che poi purtroppo non ebbe seguito,
di cercare davvero il dialogo e la pace".
"Noi non sapevamo nulla dei suoi diari - ha raccontato Giovanni
Bernabei, figlio dell'ex direttore Rai scomparso nel 2016 - anche
se a volte lo vedevamo scrivere. Abbiamo trovato migliaia di
pagine, ma solo fino al 1984: da lì al 2006 non c'è più nulla ed
è strano. Forse ha voluto farle scomparire". Bernabei junior ha
ripercorso l'emozione vissuta a casa nei giorni più drammatici
per la Repubblica, quelli del sequestro Moro, "quando si
percepiva che qualcosa non funzionava nella macchina dello Stato,
e c'era un forte scoramento in mio padre e Fanfani". Una eredità
che comporta l'impegno a portare avanti la lunga lezione di sua
padre.
Alla presentazione hanno preso parte anche i consiglieri
regionali Franco Mattiussi e Diego Moretti.
ACON/FA