CULTURA. PRES CR FVG A PNLEGGE: PRESENTATO LIBRO SU RISCATTO GIOVANI
(ACON) Pordenone, 15 set - "Ero un bullo. La vera storia di
Daniel Zaccaro" è il titolo dell'ultima fatica di Andrea Franzoso
presentata alla 23^ edizione di pordenonelegge - Festa del libro
con gli autori, proposta dalla biblioteca Paladin del Consiglio
regionale attraverso le parole dello stesso autore e del
protagonista, ma anche del presidente dell'Assemblea legislativa
e, dato l'argomento trattato, del Garante regionale dei diritti
della persona, impegnato con altre sei realtà di garanzia a
contrastare il fenomeno del bullismo e del cyberbullismo.
L'intenzione, che a pordenonelegge si ripete per il quarto anno,
è quella di far uscire il Consiglio regionale dalle proprie
stanze e far conoscere i suoi servizi entrando così in contatto
diretto con i cittadini. La biblioteca, dunque, si toglie di
dosso l'immagine polverosa di volumi su degli scaffali a
disposizione di pochi per diventare un luogo vivo e attivo, che
sa rinnovare la propria offerta diventando moderna, dinamica e
tecnologica.
Un'idea, questa, da sempre nelle corde della presidenza
consiliare, è stato spiegato ai partecipanti all'evento. Quanto
al libro portato all'attenzione di pordenonelegge, è stato
definito uno scritto che colpisce nell'animo e a cui non si può
restare indifferenti, dove si trovano aspetti che riguardano un
po' tutti coloro che sono stati a loro volta giovani un po'
ribelli e tanto incoscienti. Nelle pagine si trova la storia di
una redenzione, ha aggiunto il presidente, e di una buona pratica
di come nessuno si deve considerare perso.
Il Garante regionale dei diritti della persona ha commentato che
il bullismo deve essere contrastato innanzitutto attraverso la
prevenzione, fatta a cominciare dalla famiglia e dagli educatori,
ovvero la scuola, attraverso il principio del rispetto nei
confronti dell'altro. Secondo, eliminando le parole di odio per
un linguaggio rispettoso, perché le parole possono essere il
succedaneo della violenza.
Dall'autore la spiegazione di come abbia conosciuto la storia di
Daniel per caso, su un giornale e vi sia rimasto coinvolto, lui
che in terza media era stato bullizzato e ha dovuto cambiare
scuola. Daniel rappresentava la parte opposta della sua vita, ha
ammesso, e quando si sono conosciuti si sono "annusati" e
soppesati. Da subito Franzoso gli impone di descrivere anche le
parti più dure della sua vita e lui accetta perché a salvarlo,
oltre a don Claudio Burgio, il cappellano del Beccaria, il
carcere minorile dove era stato rinchiuso, erano stati la musica
rap e i libri, soprattutto le biografie, e sperava che il
racconto delle sue esperienze potesse aiutare i "difficili" come
lui.
Stare in comunità non è stato gratis per Daniel, ha ricordato don
Claudio, che basa i suoi insegnamenti sul non giudicare, dare
voce ai ragazzi e soprattutto dare loro fiducia, concedergli di
sbagliare e riprovare, tutto per riuscire ad entrare nel loro
mondo prima di portarli in quello degli adulti, secondo il
rispetto dei tempi di ciascuno.
Dal manipolare gli altri a mettersi al loro servizio è il
traguardo e la maggiore realizzazione di Daniel, a suo stesso
dire. Da ragazzo di strada è passato ad essere laureato,
educatore, compagno di cui fidarsi, con una storia che oggi può
essere di esempio. Perché - si legge nel suo libro - ricordati
sempre che nella vita non esiste un copione già scritto: fino
all'ultimo puoi decidere di cambiare il finale.
ACON/RED