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PRESSACCO. PRES CR FVG: FU UOMO VISIONARIO, ANTICIPAVA LA VITA

17.09.2022
20:18
(ACON) Sedegliano, 17 set - Sacerdote, compositore, letterato, storico della musica, della liturgia e delle tradizioni popolari antiche: non sono mai abbastanza le parole per descrivere don Gilberto Pressacco, di cui la sua Sedegliano e tutto il Medio Friuli oggi ricordano i 25 anni dalla morte, improvvisa, a due giorni da quello che sarebbe stato il suo cinquantaduesimo compleanno. E lo hanno fatto chiamando a raccolta, in municipio, chi ha avuto l'onere e l'onore di frequentarlo e può raccontare gli aspetti più intimi, divertenti e profondi della sua vita.

Ciò che è stato sottolineato dall'amministrazione comunale è stato l'impegno di Pressacco: quello per la sua terra, le sue radici, che conservano storia e valori del Friuli. Ha fatto in modo che fosse amata e custodita. Schiettezza, onestà, rifiuto dei compromessi: questi gli epiteti che, è stato detto, lo distinguono e lo accomunano alla terra contadina friulana.

E all'appuntamento non poteva mancare il Consiglio regionale, il cui presidente ha rammentato i momenti che da giovane da poco entrato in politica condivise con don Pressacco. Di lui ha detto che fu un visionario, guardava avanti, riusciva a percepire la vita anticipandola, con avvenimenti da lui predetti e che poi si sono avverati, come la crisi della politica.

Dai ricordi del fratello Vittorino è invece emersa la figura di un ragazzo prima e di un uomo poi che non avrebbe mai lasciato l'amato Friuli, lui che da piccolo era molto riservato e taciturno nessuno avrebbe detto che la sua vita sarebbe stata quella di un uomo laureato, che pubblicava libri, maestro di cappella. La grande svolta, a quanto pare, avvenne all'età di 17 anni, per non fermarsi se non di fronte a un male troppo veloce. Mentre il fratello Pasquale, anche lui prete, raccolse le sue ultime parole e gli diede l'estrema unzione all'alba del 17 settembre 1997.

Dai nipoti gli aneddoti di quando lo zio arrivava con l'auto vecchia e con un finestrino sigillato con lo scotch, i sedili pieni di libri su cui da ragazzini dovevano sedersi per prendere posto, i rimbotti e l'obbligo di dover mangiare la minestra di verdure anche se a loro non piaceva.

A seguire, i tanti amarcord di chi con lui condivise gli anni della scuola elementare e delle medie, dell'infanzia e dell'adolescenza, quelli del seminario e della vita in diocesi, quelli spesi per aiutare gli altri e insegnare la teologia e la fede.

E poi i racconti di chi lo ha frequentato come fosse un secondo padre, chi invece ne ha conosciuti la rusticità, la potente personalità, le animate discussioni, l'abilità nel coinvolgere i più giovani, la sua fama di uomo impietoso e severo, che non faceva sconti a nessuno eppure sempre pronto a dispensare consigli e idee, le tante sigarette e altrettanti caffè scroccati a coloro con cui si soffermava a discutere, anzi a litigare, perché non eri suo amico se non litigavi con lui, è stato detto. Non ultimo è emerso il suo concetto di identità plurale, che lo portò anche a viaggiare per cercare le identità degli altri e dialogare con esse.

Ecco che al presidente dell'Assemblea legislativa regionale è andato il compito di tirare le fila di quanto narrato dalle 20 persone che lo hanno preceduto sulla vita di don Gilberto, che è emerso come un adulto credibile, un uomo capace di cambiare passo che attitudine dei grandi, un ricercatore puntiglioso e che ha saputo andare avanti nonostante le critiche, il vero maestro che è tale se ha una scuola e dei discepoli, che non era geloso del suo sapere, amava i giovani e sapeva stare con loro, insegnava e si relazionava secondo un proprio metodo e sapeva farti sentire speciale, lui esigente con sé stesso e con chi pensava avesse un talento. Le istituzioni friulane lo ricordano poco rispetto a quanto ha dato alla sua terra, peccato per loro, ha concluso il presidente facendo proprie le parole di chi ha definito Pressacco un problema ancora aperto. ACON/RED



Al centro, il presidente del Consiglio regionale con gli organizzatori dell'evento in ricordo di don Pressacco, a Sedegliano
La sala comunale di Sedegliano gremita di persone per la cerimonia per don Pressacco