IMPOSTE. I COMM: ROBERTI ILLUSTRA DDL 174 SU MODIFICHE IMU DAL 2023
(ACON) Trieste, 10 ott - "Un passo importante verso l'esercizio
pieno della nostra autonomia tributaria".
Lo ha detto alla I Commissione consiliare presieduta da
Alessandro Basso (FdI) l'assessore regionale alle Autonomie
locali, Pierpaolo Roberti, illustrando i contenuti del disegno di
legge 174 sull'istituzione dell'imposta locale sugli immobili che
sostituirà, a decorrere dall'1 gennaio 2023, l'imposta municipale
propria (Imu) prevista nella legge 160/2019.
"Tre i soggetti principali: la Regione, i Comuni, i contribuenti
del Fvg che pagano l'Imu - ha spiegato Roberti -. La nuova
normativa regionale contiene elementi di quella statale e
caratteri innovativi. La legge 160/2019 prevede l'esclusione
dell'aliquota per l'abitazione principale, mentre il ddl 174 ne
prevede l'esenzione. Punti invece in comune: aliquota dello 0,5%
per le abitazioni principali di lusso, dello 0,1% per i
fabbricati rurali a uso strumentale, esenzione per i beni merce,
dello 0,76% per i terreni agricoli a meno che non siano esenti,
dello 0,86% gli altri immobili. Ma il ddl 174 inserisce
l'aliquota dello 0,86% per i fabbricati abitativi diversi
dall'abitazione principale, per le aree edificabili e per i
fabbricati strumentali all'attività economica. La scelta è stata
fatta per poter tarare meglio eventuali interventi sull'Imu".
Tra le finalità del ddl, vi è il "consentire ai Comuni politiche
fiscali mirate a specifiche categorie di immobili nel rispetto
della normativa in materia di aiuti di Stato". Inoltre si prevede
che "i Comuni mantengano la possibilità di manovrare le aliquote,
in aumento e in diminuzione, nei limiti previsti dalla
'forchetta' stabilita dalla normativa statale", ha aggiunto
l'assessore.
Mentre i cambiamenti per gli enti locali sono "l'emanazione di un
nuovo regolamento per l'imposta (lo schema è già in fase di
predisposizione da parte della Regione e sarà messo a
disposizione dei Comuni) e l'approvazione della delibera di
determinazione delle aliquote; l'approvazione, dal 2024, di una
delibera che determini il valore venale delle aree fabbricabili
(come chiesto direttamente da Consiglio delle autonomie
locali-Cal e Associazione nazionale Comuni italiani-Anci per
evitare che ci siano Comuni che non aggiornano la loro
situazione); la gestione delle dichiarazioni riferite ai
fabbricati strumentali all'attività economica, sempre a decorrere
dal 2024".
Riferendosi all'aspetto della neutralità dell'esercizio
finanziario 2023, Roberti ha dichiarato che "a decorrere dal
prossimo anno, la quota del gettito dell'imposta sugli immobili
ad uso produttivo classificati nel gruppo catastale D sarà
riscossa dai Comuni, mentre l'importo di 92 milioni di euro annui
(che lo Stato incassa sino al 2022 compreso, calcolati sulla
media dei versamenti F24 del triennio 2016-2018 riferiti agli
immobili D e all'aliquota dello 0,76%, non la parte in eccesso
che resta in carico ai Comuni), finalizzato alla garanzia della
neutralità finanziaria nei rapporti tra lo Stato e il sistema
integrato, sarà corrisposto, e dunque garantito, dalla Regione
allo Stato. Perciò la scelta è di lasciare tutto ai Comuni, non
solo l'eccedenza dello 0,76%: i municipi dunque incasseranno di
più come entrata propria, ma meno come entrata derivata".
"Sulle tutele da poter prendere per lo storno di tali 92 mln, si
sono manifestate delle preoccupazioni da parte degli enti delle
autonomie locali. Ciò che ci rassicura - ha detto Roberti - è il
fatto che quei milioni non arrivino dal dovuto ma dal versato e
che, dal 2016 al 2022, il gettito sia andato aumentando di anno
in anno. La Regione comunque monitorerà l'andamento
dell'incassato per capire se alcuni territori possano avere
situazioni di criticità".
La discussione e l'esame dei 22 articoli sono già in calendario
per martedì 18 ottobre, alle 14. Il consigliere dem Roberto
Cosolini ha chiesto e ottenuto che i lavori prevedano delle
audizioni propedeutiche con Cal, Anci e Consiglio dei revisori
(Consob).
Furio Honsell (Open Sinistra Fvg) intanto si è soffermato su
alcuni dubbi relativi all'impatto del ddl sui regolamenti che i
Comuni dovranno darsi, venendo poi rassicurato dall'assessore che
"saranno fatte salve tutte le loro prerogative: saranno forniti
di una bozza di regolamento-quadro, ma poi ciascuno lo potrà
adattare alle proprie esigenze".
I dubbi di Mauro Capozzella (M5S) sono, invece, relativi alla
riscossione dei tributi da parte dei Comuni a partire dal 2023 e
all'importo assicurato dalla Regione allo Stato, nonché alla
regolazione dei rapporti finanziari tra Regione e Comuni, la cui
compensazione si rivarrà sul Fondo unico comunale. Capozzella ha
chiesto se il rischio di riscossione, con l'introduzione del ddl,
resterà in capo in primis ai Comuni e in seconda battuta alla
Regione, visto che si tratta di una partita di giro. "La
titolarità del tributo - è stata la risposta - non è della
Regione, ma del Comune, in toto. Perciò la riscossione anche
dell'eventuale non versato è competenza del Comune, noi possiamo
solo aiutarlo ad evitare situazioni di crisi. Le proiezioni
basate sull'acconto 2022 parlano, comunque, di un importo di 94
mln, 2 in più".
Massimo Moretuzzo (Patto per l'Autonomia) ha poi chiesto
ulteriori chiarimenti sulle cifre incassate dai Comuni nel caso
in cui queste dovessero aumentare, sui 92 mln accordati allo
Stato (è una cifra fissa, ha ribadito Roberti), se le
preoccupazioni manifestate dall'Anci si limitavano alle
difficoltà di incasso e se sia stato fatto tesoro delle criticità
già registrate da altre realtà regionali autonome.
Non c'è solo il tema dei fabbricati non censiti a fini Imu, ma
anche quello del controllo degli abusi edilizi, perciò serve un
percorso affinché il meccanismo non si sviluppi tra i Comuni in
maniera difforme, ha commentato Enzo Marsilio (Pd), mentre
Tiziano Centis (Cittadini) avrebbe voluto avere una simulazione
di come cambierà la gestione comunale.
"Al momento, le uniche simulazioni che stiamo facendo - gli ha
risposto l'assessore - sono quelle relative alle aliquote, che
sono le stesse delle nazionali. Sono cambiati solo i
raggruppamenti e le fattispecie, perciò l'unica libertà in più è
quella del Comune che può manovrare in autonomia la singola
macro-economia".
ACON/RCM-fa