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IMPOSTE. I COMM: ROBERTI ILLUSTRA DDL 174 SU MODIFICHE IMU DAL 2023

10.10.2022
14:06
(ACON) Trieste, 10 ott - "Un passo importante verso l'esercizio pieno della nostra autonomia tributaria".

Lo ha detto alla I Commissione consiliare presieduta da Alessandro Basso (FdI) l'assessore regionale alle Autonomie locali, Pierpaolo Roberti, illustrando i contenuti del disegno di legge 174 sull'istituzione dell'imposta locale sugli immobili che sostituirà, a decorrere dall'1 gennaio 2023, l'imposta municipale propria (Imu) prevista nella legge 160/2019.

"Tre i soggetti principali: la Regione, i Comuni, i contribuenti del Fvg che pagano l'Imu - ha spiegato Roberti -. La nuova normativa regionale contiene elementi di quella statale e caratteri innovativi. La legge 160/2019 prevede l'esclusione dell'aliquota per l'abitazione principale, mentre il ddl 174 ne prevede l'esenzione. Punti invece in comune: aliquota dello 0,5% per le abitazioni principali di lusso, dello 0,1% per i fabbricati rurali a uso strumentale, esenzione per i beni merce, dello 0,76% per i terreni agricoli a meno che non siano esenti, dello 0,86% gli altri immobili. Ma il ddl 174 inserisce l'aliquota dello 0,86% per i fabbricati abitativi diversi dall'abitazione principale, per le aree edificabili e per i fabbricati strumentali all'attività economica. La scelta è stata fatta per poter tarare meglio eventuali interventi sull'Imu".

Tra le finalità del ddl, vi è il "consentire ai Comuni politiche fiscali mirate a specifiche categorie di immobili nel rispetto della normativa in materia di aiuti di Stato". Inoltre si prevede che "i Comuni mantengano la possibilità di manovrare le aliquote, in aumento e in diminuzione, nei limiti previsti dalla 'forchetta' stabilita dalla normativa statale", ha aggiunto l'assessore.

Mentre i cambiamenti per gli enti locali sono "l'emanazione di un nuovo regolamento per l'imposta (lo schema è già in fase di predisposizione da parte della Regione e sarà messo a disposizione dei Comuni) e l'approvazione della delibera di determinazione delle aliquote; l'approvazione, dal 2024, di una delibera che determini il valore venale delle aree fabbricabili (come chiesto direttamente da Consiglio delle autonomie locali-Cal e Associazione nazionale Comuni italiani-Anci per evitare che ci siano Comuni che non aggiornano la loro situazione); la gestione delle dichiarazioni riferite ai fabbricati strumentali all'attività economica, sempre a decorrere dal 2024".

Riferendosi all'aspetto della neutralità dell'esercizio finanziario 2023, Roberti ha dichiarato che "a decorrere dal prossimo anno, la quota del gettito dell'imposta sugli immobili ad uso produttivo classificati nel gruppo catastale D sarà riscossa dai Comuni, mentre l'importo di 92 milioni di euro annui (che lo Stato incassa sino al 2022 compreso, calcolati sulla media dei versamenti F24 del triennio 2016-2018 riferiti agli immobili D e all'aliquota dello 0,76%, non la parte in eccesso che resta in carico ai Comuni), finalizzato alla garanzia della neutralità finanziaria nei rapporti tra lo Stato e il sistema integrato, sarà corrisposto, e dunque garantito, dalla Regione allo Stato. Perciò la scelta è di lasciare tutto ai Comuni, non solo l'eccedenza dello 0,76%: i municipi dunque incasseranno di più come entrata propria, ma meno come entrata derivata".

"Sulle tutele da poter prendere per lo storno di tali 92 mln, si sono manifestate delle preoccupazioni da parte degli enti delle autonomie locali. Ciò che ci rassicura - ha detto Roberti - è il fatto che quei milioni non arrivino dal dovuto ma dal versato e che, dal 2016 al 2022, il gettito sia andato aumentando di anno in anno. La Regione comunque monitorerà l'andamento dell'incassato per capire se alcuni territori possano avere situazioni di criticità".

La discussione e l'esame dei 22 articoli sono già in calendario per martedì 18 ottobre, alle 14. Il consigliere dem Roberto Cosolini ha chiesto e ottenuto che i lavori prevedano delle audizioni propedeutiche con Cal, Anci e Consiglio dei revisori (Consob).

Furio Honsell (Open Sinistra Fvg) intanto si è soffermato su alcuni dubbi relativi all'impatto del ddl sui regolamenti che i Comuni dovranno darsi, venendo poi rassicurato dall'assessore che "saranno fatte salve tutte le loro prerogative: saranno forniti di una bozza di regolamento-quadro, ma poi ciascuno lo potrà adattare alle proprie esigenze".

I dubbi di Mauro Capozzella (M5S) sono, invece, relativi alla riscossione dei tributi da parte dei Comuni a partire dal 2023 e all'importo assicurato dalla Regione allo Stato, nonché alla regolazione dei rapporti finanziari tra Regione e Comuni, la cui compensazione si rivarrà sul Fondo unico comunale. Capozzella ha chiesto se il rischio di riscossione, con l'introduzione del ddl, resterà in capo in primis ai Comuni e in seconda battuta alla Regione, visto che si tratta di una partita di giro. "La titolarità del tributo - è stata la risposta - non è della Regione, ma del Comune, in toto. Perciò la riscossione anche dell'eventuale non versato è competenza del Comune, noi possiamo solo aiutarlo ad evitare situazioni di crisi. Le proiezioni basate sull'acconto 2022 parlano, comunque, di un importo di 94 mln, 2 in più".

Massimo Moretuzzo (Patto per l'Autonomia) ha poi chiesto ulteriori chiarimenti sulle cifre incassate dai Comuni nel caso in cui queste dovessero aumentare, sui 92 mln accordati allo Stato (è una cifra fissa, ha ribadito Roberti), se le preoccupazioni manifestate dall'Anci si limitavano alle difficoltà di incasso e se sia stato fatto tesoro delle criticità già registrate da altre realtà regionali autonome.

Non c'è solo il tema dei fabbricati non censiti a fini Imu, ma anche quello del controllo degli abusi edilizi, perciò serve un percorso affinché il meccanismo non si sviluppi tra i Comuni in maniera difforme, ha commentato Enzo Marsilio (Pd), mentre Tiziano Centis (Cittadini) avrebbe voluto avere una simulazione di come cambierà la gestione comunale.

"Al momento, le uniche simulazioni che stiamo facendo - gli ha risposto l'assessore - sono quelle relative alle aliquote, che sono le stesse delle nazionali. Sono cambiati solo i raggruppamenti e le fattispecie, perciò l'unica libertà in più è quella del Comune che può manovrare in autonomia la singola macro-economia". ACON/RCM-fa



L'asssessore regionale alle Autonomie locali, Pierpaolo Roberti, in I Commissione consiliare presieduta da Alessandro Basso (FdI)
La I Commissione consiliare
L'assessore regionale Pierpaolo Roberti in I Commissione consiliare
I consiglieri della I Commissione