AMIANTO. III COMM: MAPPATURA UNICA IN ITALIA, SERVE FORMAZIONE MEDICI
(ACON) Trieste, 7 nov - Asbesto ed effetti correlati, con
procedure allungate causa Covid incluse: se n'è parlato nella III
Commissione consiliare di Ivo Moras (Lega), allargata alla IV,
con la Commissione regionale amianto. Tanti i dati, molti dei
quali reperibili sul sito web della Regione, dove sono riportate
tutte le relazioni della IX Conferenza regionale tenutasi a
Monfalcone lo scorso aprile sull'argomento.
Ma diversi sono stati anche i particolari e le novità appresi dal
presidente Fabio Giuseppe Vassallo, da Corrado Negro dirigente
del Centro operativo regionale (Cor), dal commissario Virginio
Bergamasco, da Alberto Chiandotto quale presidente
dell'Associazione nazionale lavoratori mutilati e invalidi del
lavoro (Anmil) di Trieste, da Violetta Borelli dell'Associazione
esposti amianto di Monfalcone, dal direttore del servizio
Prevenzione e sicurezza alimentare, Manlio Palei, e da Flavio
Gabrielcig, direttore del servizio regionale Disciplina gestione
rifiuti e siti inquinati.
La prima sottolineatura, Vassallo l'ha fatta ricordando che 'chi
può iscriversi al Registro regionale degli ex esposti non sono
solo coloro che hanno una pregressa esposizione professionale, ma
anche i conviventi di persone affette da patologie amianto
correlate. Gli iscritti a oggi sono 11.774; la maggior parte
proviene dall'area isontina, l'esposizione lavorativa è stata
soprattutto maschile, mentre quella ambientale è femminile,
perché sono le mogli che hanno condiviso gli spazi con i mariti e
che gli hanno lavato le tute di lavoro intrise di fibre di
amianto. Nel 2022 si sono iscritti 1.056 soggetti, con un inizio
di iscrizione anche dei parenti conviventi. Ma il totale degli
iscritti ovviamente non è il totale degli esposi, sia perché non
tutti si avvalgono delle indagini offerte, sia perché il
monitoraggio non è omogeneo'.
'Importante è il riconoscimento della malattia asbesto-correlata
- ha proseguito Vassallo - e la Commissione si è molto impegnata
per instaurare un dialogo con l'Inail che potesse facilitare il
percorso.
I dati raccolti da Paolo Barbina del Centro regionale
unico per l'amianto (Crua) sono buoni, basta vedere Gorizia dove,
ad esempio, il tasso di riconoscimento tra i casi riconosciuti e
quelli denunciati è di 683 su 721 (94,7%), a Trieste sono 347 su
393 (88,3%), a Udine sono 193 su 239 (80,8%) e a Pordenone sono
30 su 39 (76,9%)'.
'L'area di Pordenone è quella considerata più debole, perché è da
dove arriva il minor numero di denunce di malattie professionali
sebbene vi sia un contesto industriale forte e asbesto non
significa solo cantieristica navale. Evidentemente qui è dove è
necessaria una maggiore azione di sensibilizzazione ed è da qui
che abbiamo iniziato i corsi di formazione dei medici di medicina
generale e via via nelle altre province. Poi il fattore Covid ha
ridotto le attività, ma ami interrotte', ha quindi dettagliato
Vassallo, rassicurando così le preoccupazioni della consigliera
regionale Simona Liguori (Cittadini).
Rispondendo a una specifica domanda di Walter Zalukar (Gruppo
Misto), è stato anche detto che 'per quanto riguarda la
sorveglianza sanitaria degli esposti ad amianto in regione, si è
passati dalle 865 visite del 2019 alle 622 del 2021, l'85% svolte
dal Crua'.
Uno dei risultati dell'operato della Commissione è stato quello
di 'ottenere dalla direzione Salute di estendere la campagna
vaccinale antinfluenzale pre-Covid anche a tutti gli esposti ed
ex esposti indipendentemente dall'età', ha concluso il presidente.
Guardando agli interventi di bonifica del territorio regionale
dall'asbesto, Virginio Bergamasco ha ricordato che 'nell'impianto
di Porcia sono ripresi i conferimenti di questi rifiuti e lo
scorso luglio sono state autorizzate due celle dedicate
all'amianto nella discarica del Comune di Cordenons(la somma dei
volumi disponibili delle due discariche pordenonesi risulta
attualmente di circa 22.000 metri cubi), si propone di pensare a
come rendere più incisiva ed efficace la comunicazione ai
cittadini del reale rischio per la salute pubblica che questi
siti comportano che è, se non nullo, irrilevante per come sono
strutturati e gestiti'.
'Per entrambi i siti, sono iniziate due istanze di procedimento
amministrativo di autorizzazione per la richiesta di un loro
ampliamento, che se andrà in porto dovrebbe garantire una certa
continuità', ha aggiunto Flavio Gabrielcig, rendendo poi nota una
sperimentazione attiva per l'inertizzazione dell'amianto portata
avanti da una ditta di Codroipo.
'Importantissimo - ha proseguito Bergamasco - è anche continuare
quelle pratiche mirate all'inertizzazione delle fibre di amianto,
che ci permetterebbero di riutilizzare questo materiale ad
esempio per i sottofondi stradali. Altra criticità che le
Amministrazioni locali hanno evidenziato è la difficoltà nel
gestire il censimento dell'amianto presente nel proprio
territorio e nell'emanare le ordinanze di bonifica, in quanto
questa attività risulta dispendiosa in termini organizzativi ed
economici, sia per la carenza di organico, sia perché a volte è
il Comune che deve sobbarcarsi il pagamento dell'accertamento
della presenza del materiale da rimuovere. Il suggerimento,
allora, è di potenziare i laboratori regionali amianto, oggi
presenti presso l'Arpa sede di Trieste, nonché presso le Aziende
sanitarie Giuliana Isontina e Friuli Occidentale, ma per le sole
analisi Mocf (microscopia ottica in contrasto di fase)'.
'Un'ulteriore proposta per incentivare i detentori di coperture
in amianto a rimuoverle - ha terminato Bergamasco -, potrebbe
essere la previsione di ulteriori contributi pubblici per
l'installazione di una linea vita permanente sulla nuova
copertura che si andrà a realizzare per i successivi interventi
manutentivi'.A Corrado Negro il compito di affermare che il Registro nazionale
dei mesoteliomi (Renam) ci è invidiato nel mondo e si struttura
come un network ad articolazione regionale. Il Registro
mesoteliomi regionale è stato istituito nel 2003, ma i dati
risalgono al 1983. Il compito del Cor che lo gestisce è di fare
una ricerca attiva di diagnosi e di esposizione. Importante è
l'accesso ai dati regionali dei tumori come il mesotelioma. Dal
punto di vista dell'incidenza standardizzata, la pleura dei
maschi in Friuli Venezia Giulia è 5 volte quella della media
italiana.
È poi in aumento il numero di casi da esposizione
domestica per le donne, ancora sottostimata'. 'Io faccio parte di chi è nel braccio della morte anche se è
ancora vivo, perché nel tempo puoi morire per gli effetti
collaterali', ha detto Alberto Chiandotto. Dopo aver ricordato
che 'è del '92 la legge che ha escluso l'utilizzo dell'amianto,
ma non ha previsto l'eliminazione totale della sua presenza', è
detto insoddisfatto dei contributi statali; delle percentuali
degli interventi di bonifica nel settore edile; della
preparazione dei medici di medicina generale sui problemi
asbesto-correlati; del fatto che un paziente deve recarsi anche
lontano dal suo territorio per fare una visita, oltretutto con
spese di trasferimento a suo carico, per non dire dei lunghi
tempi di attesa, quando per un malato di tumore la tempistica è
fondamentale.
'Ecco che si dovrebbero aprire dei canali
preferenziali per questi malati, calcolato poi che si registra un
morto a settimana per amianto; dei 10 Comuni d'Italia più colpiti
da casi per asbesto, 5 sono in Fvg'.
Violetta Borelli ha detto del ruolo della sua associazione,
sottolineando un particolare progetto di assistenza psicologica e
del contrasto al disagio che colpisce anche gli esposti
familiari.
'Il nostro target è stato quello di creare una nuova
consapevolezza, in particolare nei giovani', ha evidenziato
parlando della stretta attività con il Comune e le scuole, ma
anche di future azioni volte ai gemellaggi con realtà simili a
quelle di Monfalcone.
Manlio Palei ha ripreso il discorso delle mogli morte perché
lavavano le tute dei mariti piene di microfibre di asbesto e ha
dato delle informazioni relative ai fondi: 'Con il nuovo Piano
integrato salute-ambiente collegato al Piano nazionale di ripresa
e resilienza, al Fvg sono state assegnate molte risorse destinate
ad incrementare i due laboratori di analisi delle fibre da
amianto'.
A una richiesta di chiarimento sull'assegnazione dei fondi alle
associazioni da parte di Furio Honsell (Open Sinistra Fvg), è
stato specificato che 'la spinta è che le associazioni si
uniscano per agire con maggiore forza e comunque queste sono
sostenute dalla Regione sulla base di determinati criteri, come
il numero degli iscritti e la qualità delle attività svolte,
oltre alla loro offerta nel tempo'.
Honsell, ma poi anche Diego Moretti (Pd) e Ilaria Dal Zovo (M5S),
hanno chiesto del problema delle discariche abusive, della
bonifica dei siti, dello smaltimento dei materiali e del
monitoraggio delle attività.
Moretti ha aggiunto una parentesi al servizio che veniva offerto
con le biopsie per le malattie asbesto-correlate e ai disagi
registrati dai malati nel doversi spostare un po' ovunque sul
territorio per le visite specialistiche. La sua ipotesi è 'creare
degli ambulatori dedicati dove gli ex esposti si possano recare
senza girare per tutta la regione'. 'Oltre a quelli gestiti dal
Crua, ogni Azienda sanitaria ha un ambulatorio di sorveglianza
sanitaria dove lavorano i medici della Prevenzione e sicurezza
negli ambienti di lavoro', gli è stato fatto notare.
E anche lui si è interessato alle iniziative di formazione e
informazione svolte dalla Commissione amianto, ma anche ai dati
sulle bonifiche, alla percentuale di materiale che si è dovuto
asportare da edifici pubblici rispetto a quelli privati, sulla
pericolosità delle fibre vetrose (non sono pericolose come quelle
di amianto - gli ha detto Negro - e comunque oggi si utilizzano
quasi del tutto fibre plastiche) e se le aziende specializzate
nell'asporto del materiale siano attente a non far rischiare i
loro dipendenti o invece siano sensibili al problema, in
particolare le ditte in subappalto. Dove la Dal Zovo ha puntato
il dito sulla formazione soprattutto del personale straniero e su
cosa poter fare per aumentare l'accertamento dei casi sospetti.
[continua]
ACON/RCM