MUSICA. DDL 180 INTRODUCE ELENCO SCUOLE FVG, OK DA ENTI E CONSERVATORI
+++Norma illustrata in VI Commissione, via libera dalla V+++
(ACON) Trieste, 10 nov - "È stato prodotto un risultato
importante che più volte si era cercato di raggiungere". È quanto
evidenziato dall'assessore Fvg a Formazione, Alessia Rosolen,
durante l'illustrazione davanti alla VI Commissione presieduta da
Giuseppe Sibau (Progetto Fvg/Ar) del disegno di legge 180
sull'istituzione dell'Elenco regionale delle scuole di musica non
statali del Friuli Venezia Giulia e altre disposizioni in materia
di attività didattica musicale di base. In un secondo momento, il
ddl è stato anche discusso in sede di V Commissione, presieduta
da Diego Bernardis (Lega), che ha dato parere positivo
all'unanimità.
"I dati importanti - ha affermato l'assessore - sono lo sblocco e
la definizione del raccordo tra scuole di musica e istituzioni
dell'Alta formazione artistica e musicale (Afam), attraverso il
quale sarà possibile riconoscere le competenze raggiunte dai
giovani durante il percorso formativo. Inoltre, l'introduzione
dell'Elenco delle scuole non statali di musica, con cui sono
stati definiti gli interventi di supporto a questi soggetti
attraverso tre linee contributive. Gli obiettivi che ci eravamo
posti - ha proseguito Rosolen - sono stati ottenuti e, tra
questi, spicca anche la creazione di un corpus organico di
disposizioni che rafforzino il sistema musicale regionale".
Il ddl, che va a sostituire leggi vetuste in materia (Lr 49/1983
e 59/1988), prevede in primo luogo l'istituzione dell'Elenco che
permetterà ai gestori in possesso di determinati requisiti di
accedere ai finanziamenti previsti dalla legge. Le linee
contributive riguardano invece, come ricordato dall'assessore, il
finanziamento "dei corsi di studio pre-Afam utili per l'accesso
ai percorsi accademici di primo livello; la corresponsione di
fondi per l'insegnamento musicale di base, valorizzando le scuole
operanti nei Comuni con popolazione inferiore a 3.000 abitanti;
il sovvenzionamento di progetti didattici da realizzarsi in rete
tra Enti gestori di scuole non statali, dedicati agli allievi
fino a 21 anni anche in situazione di svantaggio".
"È un riconoscimento per le associazioni del territorio che
spesso suppliscono alla mancanza di scuole secondarie di primo e
secondo grado a indirizzo musicale. Cosa che avviene, per
esempio, nel territorio di Gorizia", ha fatto notare il
rappresentante della scuola di musica comunale di Mossa, che ha
poi chiesto alle Direzioni competenti di semplificare il processo
burocratico di presentazione delle domande per i finanziamenti e
di valutare una riduzione dei soggetti richiesti dalla legge per
costituire una rete di scuole. In merito a queste ultime si è
espressa anche l'associazione Musicainrete, augurandosi che la
legge costituisca "una spinta al dialogo tra le reti e con i
conservatori, con l'obiettivo di creare una filiera formativa". A
questo proposito, l'apertura alle scuole del territorio è stata
ribadita dal direttore del Conservatorio Tartini di Trieste.
Di filiera ha parlato anche Dj Tubet, ricordando come sia
"importante sostenere la formazione, ma al tempo stesso anche
essere consci della necessità che questi allievi avranno di
esprimersi all'interno del settore e, di conseguenza, di essere
sostenuti anche a livello lavorativo".
Considerazioni generalmente positive da tutti i portatori di
interesse, quindi, tra cui anche l'associazione Amici della
musica, che ha definito il percorso per arrivare al ddl un
"lavoro costruttivo sintesi di un ampio coinvolgimento" e
dall'associazione Farandola, che ha auspicato "la creazione, in
regione, di un sistema che possa essere d'esempio anche a livello
nazionale". Opinione condivisa anche dal Centro sloveno di
educazione musicale Emil Komel, che ha ricordato come il ddl sia
un'occasione per "dare ancora maggiore importanza alla nostra
regione autonoma".
Qualche distinguo l'ha però sollevato Anbima (l'associazione
nazionale delle Bande italiane musicali autonome, gurppi corali e
strumentali e complessi musicali popolari), sostenendo che il
numero vada "aumentato ad almeno 15 enti gestori - a fronte dei
10 previsti dal ddl - e che tutti debbano avere sede legale e
operativa in regione, in modo da garantire la rappresentatività
del territorio". Inoltre, Anbima ha richiesto che "nella
valutazione delle domande siano considerate, dal punto di vista
della ricaduta sul territorio, variabili come il numero di
soggetti coinvolti, la copertura del territorio e la dimensione
della rete, sulla base della quale potrebbero essere determinati,
in maniera scalare, i sostegni".
Nel corso della discussione, il consigliere Furio Honsell (Open
Sinistra Fvg) ha fatto presente di aver già presentato una
proposta di legge per la valorizzazione dellla produzione
musicale nel 2021 (la pdl 139/2021) che, "pur mantenendo ferma
l'importanza della formazione, prevedeva anche delle modalità per
mettere a frutto le competenze create, permettendo di valorizzare
la produzione musicale, anche attraverso l'istituzione di una
music commission, in una regione che costituisce singolarità da
questo punto di vista".
"Non ritengo necessario fare né artificiali divisioni, né
artificiali distinguo", ha sottolineato Cristiano Shaurli (Pd),
opinione condivisa anche dal capogruppo leghista Mauro Bordin,
ricordando come "il testo sia frutto di un equilibrio importante
che va mantenuto per non vanificare gli sforzi fatti dai soggetti
coinvolti per andare oltre le posizioni specifiche e produrre una
sintesi significativa".
"La norma - ha concluso l'assessore Rosolen - è la sintesi dei
contributi di tanti soggetti che hanno collaborato per
individuare le caratteristiche che permettono l'inclusione
nell'Elenco. Detto questo, il provvedimento si occupa di
formazione e di come la Regione contribuisca ad essa. È proprio
attorno a questo tema principe che si sviluppa il percorso".
ACON/SP-fc