FUCILATI. CONVEGNO A UD. ZANIN: VOGLIAMO SCRIVERE PAGINA GIUSTIZIA
+++Dibattito con gli storici dopo legge su restituzione onore.
Boschetti: andare oltre il caso Cercivento+++
(ACON) Udine, 11 nov - "La memoria dei mille e più italiani
uccisi dai plotoni di esecuzione interpella la nostra coscienza".
Pronunciate sette anni fa, queste parole del Presidente della
Repubblica, Sergio Mattarella, richiamate dallo storico Guido
Crainz, sono risuonate forti anche oggi a Udine, durante il
convegno "Non solo Cercivento", organizzato dalle Università di
Udine e di Trieste assieme al Consiglio regionale del Fvg.
L'incontro ha messo a fuoco il dramma delle fucilazioni nel corso
della Prima guerra mondiale, ed è il primo, importante frutto
scientifico della legge regionale approvata all'unanimità
dall'Aula nel maggio del 2021. A organizzare l'iniziativa è stata
infatti la Consulta regionale sulle fucilazioni e decimazioni per
l'esempio, istituita proprio dalla norma che a distanza di più di
cent'anni da quel tragico 1 luglio 1916 ha voluto restituire
l'onore ai quattro alpini che vennero uccisi a Cercivento per
aver disobbedito a un ordine suicida.
"Siamo stati la prima Regione in Italia - ha sottolineato Piero
Mauro Zanin, presidente del Consiglio regionale, nel suo
videomessaggio proiettato all'inizio del convegno - ad approvare
una norma del genere. Abbiamo preso spunto dalla tragedia di
Cercivento, che in Carnia è sempre stata vissuta come una
profonda ingiustizia, e dalle sollecitazioni di molte persone,
tra le quali vorrei ricordare Franco Corleone e Guido Crainz".
"Il convegno di oggi - ha aggiunto Zanin - in qualche modo
completa la legge dell'anno scorso, perché tra i nostri obiettivi
c'è sempre stata la ricerca storica sugli altri casi di
fucilazione. Proprio a questo scopo è stata istituita la Consulta
composta da Andrea Zannini, da Stefano Santoro e dallo stesso
Crainz. Vogliamo infatti contribuire a scrivere una pagina di
giustizia sui fatti di più di cent'anni fa".
Un ringraziamento speciale è stato rivolto a Zanin da Roberto
Pinton, rettore dell'Università di Udine: "Anche come semplice
cittadino l'ho apprezzato molto per la determinazione con cui ha
portato avanti l'iter della legge regionale. E la Consulta degli
storici, con il suo approccio scientifico tipico di stampo
universitario, è il miglior modo per fare chiarezza".
Luca Boschetti, oggi consigliere regionale e in passato sindaco
di Cercivento, ha invece ricordato il peso della fucilazione dei
quattro alpini nella storia del paese carnico: "Per molto tempo
quella tragedia ha rappresentato qualcosa di osceno, da
cancellare. Poi - ha ricordato Boschetti, che ha voluto
sottolineare il ruolo giocato dall'ex parlamentare Diego
Carpenedo, presente in sala - i fatti sono riemersi, in modo
anche un po' fortuito, grazie a un ritaglio di giornale al
mercato delle pulci di Parigi. E il Comune di Cercivento fu il
primo a muoversi, erigendo un cippo in memoria dei fucilati,
agendo contro tutti e contro tutto. Ora però bisogna andare oltre
Cercivento e rendere giustizia e rispetto a chi morì
ingiustamente".
Ricostruire gli avvenimenti della Prima guerra con l'approccio
degli archivi e della storia, andando al di là della pur copiosa
memorialistica, non è un compito facile, ma resta necessario. Lo
ha ricordato Crainz, aprendo la sessione storico-scientifica del
convegno. "Il rapporto tra storia e memoria non è semplice - ha
spiegato - e c'è bisogno di borse di ricerca per giovani
studiosi, come ha previsto la legge: ne parleremo al più presto
all'interno della Consulta".
Numerosi altri spunti sono giunti dagli altri esperti, ospiti
dell'Ateneo udinese nella sala del Consiglio di palazzo Di Toppo
Wassermann, in via Gemona. "In generale gli italiani non sanno,
né di Cercivento né di altre fucilazioni", ha constatato Nicola
Labanca, docente dell'Università di Siena, che ha tracciato un
accurato excursus sulla ricerca storica relativa a quei fatti,
dal quale sono emerse le timidezze politiche che hanno reso gli
anni del centenario qualcosa di simile a un'occasione persa.
Irene Guerrini, del Collettivo di ricerca internazionale sulla
Grande Guerra, ha invece approfondito le fucilazioni senza
processo sul confine orientale, parlando di 300 vittime di
giustizia sommaria sul fronte dell'Isonzo. "Ma abbiamo perso le
tracce di decine, forse centinaia di altre esecuzioni. In Francia
si pensava a 800 fucilati per l'onore, ma poi la ricognizione
storica ha fatto venire a galla più di mille sentenze, oggi tutte
pubblicate su Internet". Marco Pluviano, un altro componente del
Collectif de recherche internationale, ha approfondito in
particolare i tragici giorni della brigata Catanzaro di Santa
Maria la Longa, "unica vera rivolta tra il 1915 e il 1918".
Il numero delle fucilazioni, comparato tra i diversi Paesi
europei, è stato poi al centro della relazione di Paolo
Gubinelli, pubblico ministero alla Procura di Ancona, che ha
approfondito gli aspetti della "specificità italiana"
relativamente alle esecuzioni sommarie. Emozionante anche la
ricostruzione dei fatti di Santa Maria la Longa operata da Giulia
Sattolo, dell'Università di Udine, che si è soffermata sulla
decimazione e fucilazione dei fanti nel luglio 1917.
Sattolo ha parlato di "silenzio omertoso calato negli anni" su
questo avvenimento, ricostruito solo in tempi recenti, a partire
da un'intervista di un giornalista di "Storia illustrata" nel
1980, fino alla più recente collocazione di una lapide nel luogo
della decimazione e ad altre importanti iniziative di recupero
della memoria.
Il convegno si è chiuso con la relazione di Lucio Fabi, della
Cineteca del Friuli, sul "caso Villesse", ovvero le cinque
vittime civili uccise dal fuoco amico. Nel corso del dibattito,
l'ex sottosegretario alla Giustizia, Franco Corleone, ha
auspicato "un approfondimento degli studi storici, grazie alla
norma regionale, per poi in futuro riprendere la sfida di una
legge nazionale su questo tema". Le conclusioni sono state
affidate ad Andrea Zannini, della Consulta regionale sulle
fucilazioni e decimazioni per l'esempio.
ACON/FA-li