SALUTE. PELLEGRINO (AVS): BUONI PASTO/MENSA OK, MA NO ALLE FREGATURE
(ACON) Trieste, 4 lug - "Non possiamo che essere d'accordo con
la buona intenzione del proponente di questa mozione, ovvero
quella di accreditare ai lavoratori turnisti delle aziende
sanitarie il buono pasto. E ci mancherebbe altro".
Così la nota con cui la consigliera regionale Serena Pellegrino,
di Alleanza Verdi e Sinistra, dopo la discussione in Aula della
mozione di Fratelli d'Italia sull'accessibilità alla mensa o al
buono pasto anche ai dipendenti del comparto delle professioni
sanitarie e della dirigenza medica che superano le sei ore di
turno.
"Alle volte però è necessario cercare nelle pieghe della buona
volontà - aggiunge Pellegrino - la cosiddetta fregatura perché
l'importante volume di denaro necessario per affrontare questa
spesa, i proponenti lo cercano senza una variazione di bilancio
sulla spesa sanitaria, ovvero sottraendola da altri capitoli di
spesa e che il finanziamento integrativo potrebbe derivare dai
risparmi di spesa conseguenti ad una più attenta e oculata
gestione dei fattori produttivi. Come dire che non si stanno
facendo spese oculate".
"Durante il dibattito in Aula - fa sapere la consigliera - si è
evidenziato come la ricerca delle risorse per questo argomento
preveda la reingegnerizzazione dei processi sanitari e
tecnico-amministrativi, ovvero che per ottenere queste risorse
sarà necessario rivedere tutta l'architettura sanitaria. Questo
fa emergere palesemente che non solo le risorse non ci sono, ma
che se vogliamo soddisfare questi lavoratori siamo obbligati a
rinunciare a qualche altro servizio sanitario".
In conclusione, Pellegrino punta il dito sui "regolamenti di
tutto l'intero comparto del pubblico impiego sanitario dove non
ci siano figli e figliastri, ovvero deliberare un unico
regolamento valido per tutte le Aziende Sanitarie della Regione,
turnisti e non turnisti. La proposta emendativa avanzata dalla
consigliera, votata dalle Opposizioni, prevedeva di mantenere la
richiesta della quantificazione relativa al finanziamento
aggiuntivo necessario per riconoscere il diritto alla mensa per
coloro che lavorano oltre le sei ore, ma c'è stato il colpo di
scena dell'assessore Riccardi che ha sostanzialmente demolito il
dispositivo della sua stessa maggioranza avocando a sé ogni
decisione in merito senza specificare le modalità".
"In sintesi - chiosa l'esponente di Avs - l'assessore potrà
tranquillamente archiviare questo tema con il bene placet della
sua Maggioranza".
ACON/COM/rcm