ASSESTAMENTO BIS. II COMM: OK A MAGGIORANZA, OPPOSIZIONI SI ASTENGONO
(ACON) Trieste, 11 ott - La II Commissione consiliare,
presieduta da Markus Maurmair (FdI), ha dato parere favorevole a
maggioranza alle parti di competenza del disegno di legge 6,
Assestamento bis, che detta misure finanziarie multisettoriali.
Le Opposizioni hanno scelto invece l'astensione.
La seduta d'Aula è cominciata con l'esposizione da parte
dell'assessore regionale Alessia Rosolen dell'articolo 7
riguardante Lavoro, formazione, istruzione, politiche giovanili e
famiglia. Al centro del dibattito, tra i temi trattati Talenti
Fvg, norma che vuole favorire il rientro in territorio regionale
di giovani con professionalità altamente specializzate.
"Con questo passaggio - ha spiegato l'esponente di Giunta -
vengono chiarite le condizioni di assunzione, che risultano
soddisfatte anche qualora la prestazione lavorativa risulti resa
in maniera prevalente, anche con modalità da remoto, sul
territorio regionale, anche se la sede di lavoro risulti ubicata
al di fuori del territorio del Fvg come per esempio può avvenire
con le società multinazionali".
Aspetto sul quale sono intervenuti i consiglieri regionali Furio
Honsell (Open Fvg) che ha chiesto spiegazioni in merito alla
possibilità di lavorare da remoto anche dall'estero. chiedendo la
differenza tra sede di lavoro e sede legale, e Serena Pellegrino
(Avs) che ha sottolineato come si tratti di "un rientro delle
menti, perché i corpi restano fuori". Massimo Moretuzzo
(capogruppo di Patto-Civica), invece, ha chiesto i numeri delle
persone coinvolte nel progetto per capirne la portata.
"Per agevolare le persone nel rientro sul territorio regionale -
ha spiegato Rosolen - la concessione del contributo avviene anche
in caso di lavoro da remoto, se viene garantita la residenza in
Fvg. Così facendo il richiedente può ottenere quanto gli spetta,
incluso l'accesso immediato al sistema del Welfare territoriale.
In merito ai numeri, bassi ma in aumento, nel primo anno di
applicazione le domande sono state 12, mentre nel secondo anno
sono 38 con un impegno di risorse di circa 80mila euro. Quello
che andremo a fare - ha concluso l'assessore - individuare le
competenze, i titoli e le necessità del territorio rispetto a
questo percorso di insediamento. C'è bisogno di un ampliamento,
non solo su percorsi universitari e post universitari, guardando
con attenzione al sistema degli Its ma anche a competenze che
servono alle aziende e sono state ottenute in precedenza".
Le parti di competenza dell'articolo 3 dedicato a Risorse
agroalimentari, forestali, ittiche e montagna sono stati esposti
dall'assessore regionale Stefano Zannier. Scorrendo l'articolato,
il dibattito si è concentrato sull'autorizzazione a trasferire
all'Eente tutela patrimonio ittico, previa richiesta, le risorse
(35mila euro) per realizzare, anche in collaborazione con
istituti di ricerca ed enti qualificati, indagini ecologiche,
paleontologiche e genetiche finalizzate a verificare l'origine
autoctona delle popolazioni ittiche storicamente presenti nei
bacini idrografici della regione.
Sul tema della pesca è intervenuta la consigliera Rosaria Capozzi
(M5S) che ha chiesto delucidazioni in merito ai contributi alle
imprese del settore attraverso il Feamp. Attualmente ci sono tre
capitoli dedicati a questo fondo, per circa 3 milioni di euro, ma
non risulta ancora nessuna attività. Capozzi ha chiesto se vi
siano per caso bandi in fase di avvio. La pentastellata si è
concentrata anche su altri capitoli con fondi non utilizzati,
soprattutto per contrastare il dilagare del granchio blu nei
nostri mari.
"I fondi Feamp - ha replicato l'assessore - sono a bilancio ma in
realtà non sono fondi regionali, poiché seguono un iter nazionale
per il quale mancavano, fino a pochi giorni fa, i criteri di
ripartizione e una serie di condizioni che devono essere ancora
definite dallo Stato".
Massimiliano Pozzo (Pd) ha chiesto informazioni sugli obiettivi
dello studio e se si intenda fare una fotografia attuale del
sistema, tema su cui ha chiesto chiarimenti anche Andrea Carli
(Pd). "Si tratta - ha spiegato Zannier - di indagini necessarie
perché ci sono specie autoctone che hanno delle sottospecie che
andrebbero identificate, per capire il grado di ibridazione e per
evitare, nel momento in cui daremo il via alle attività di
riproduzione, di agire sulle sottospecie sbagliate".
Il rappresentante di Giunta ha anche anticipato alcuni degli
emendamenti in vista della seduta d'Aula: "Ci occuperemo della
copertura dei costi che le aziende sosteranno quando aderiranno
al sistema del pegno immobiliare, ossia quando un'azienda per
ottenere una controgaranzia può avvalersi di un sistema per cui
vengono posti a pegno i beni e i prodotti dell'azienda stessa.
Per poter gestire questo meccanismo, è necessaria
l'implementazione da parte dei soggetti di intermediazione del
credito di un sistema di gestionale software che ha dei costi e
questi vengono ribaltati sulle aziende. Con questa norma
consentiamo di andare a calmierare questo tipo di costo".
"Altro emendamento - ha proseguito Zannier - riguarderà il fondo
di rotazione, con l'estensione dell'operatività della sezione
emergenze anche sugli immobili, e se ne aggiungeranno diversi
tecnici riguardanti l'allineamento a regolamenti comunitari. Per
quanto riguarda l'aspetto finanziario, i movimenti principali
sono legati alla cifra cospicua che viene ricollocata al fondo di
rotazione: sulla parte delle anticipazioni ci sono 47 milioni di
euro, la sezione speciale avrà invece 23 milioni e il fondo
emergenza 2 milioni e mezzo più una serie di partite".
Su questo aspetto ha chiesto chiarimenti Pozzo, per comprendere
su quali immobili si potrà agire. Replicando, Zannier ha
illustrato i diversi passaggi necessari a livello nazionale per
la certificazione dei danni, spiegando che per le strutture
potranno esserci degli interventi emergenziali con delle
contribuzioni per i tetti delle aziende zootecniche, solo nelle
aree dei comuni con maggiore rilevanza, con l'obiettivo di dare
continuità all'allevamento, nell'ottica del benessere animale e
della tutela dei lavoratori impegnati all'interno".
In merito, all'articolo 2, l'assessore Sergio Emidio Bini ha
velocemente illustrato l'articolato per soffermarsi sulla parte
delle tabelle, annunciando stanziamenti aggiuntivi con una
dotazione complessiva di 86 milioni per il sistema economico
produttivo del Friuli Venezia Giulia nell'assestamento di
bilancio autunnale.
Tra le voci più significative, 470mila euro per la
ristrutturazione delle unità abitative ad uso turistico con un
numero crescete di domande per lo scorrimento della graduatoria;
a favore del Frie (Fondo di rotazione per le iniziative
economiche) sono messi a disposizione 65 milioni, mentre 6
milioni sono destinati alle linee contributive gestite dal Cata a
sostegno delle imprese artigiane e infine 2,6 milioni alla legge
Sabatini.
Capozzi è intervenuta sul capitolo dedicato al fondo commercio
per lo sviluppo dei distretti, chiedendo spiegazioni sul perché
il Comune di Pavia di Udine non abbia ottenuto per intero il
contributo massimo richiedibile. Bini ha spiegato che il Comune
di Pavia di Udine aveva sbagliato la presentazione della domanda,
motivo per cui è stato riconosciuto solo quanto richiesto.
Moretuzzo, invece, ha chiesto chiarimenti in merito ai 2,6
milioni della legge Sabatini per verificare l'apertura di altre
eventuali finestre. "La chiusura della finestra - ha spiegato
Bini - sarà fino alla fine del febbraio 2024, questo per
consentire il passaggio della gestione a Fvg Plus (nuova società
in house voluta della Regione). Le dotazioni ci sono già e
continueremo a ricevere e a liquidare le richieste già pervenute
alle banche".
ACON/LI-fa