DISABILITÀ. III COMM: RICCARDI, LR 16/22 NORMA SIMBOLO E STRADA GIUSTA
(ACON) Trieste, 17 ott - "Ritengo sia stata intrapresa la
strada giusta, fatto che viene riconosciuto anche dai numerosi
portatori di interesse. Siamo alle prese con una norma simbolo,
da affrontare come una sorta di prototipo, prendendo spunto da
una lunga storia iniziata proprio in Friuli Venezia Giulia nel
lontano 1996 e successivamente riconosciuta dallo Stato. Noi
abbiamo cercato di attualizzare i principi di allora,
difendendoli e ancorandoci alle basi volute dai padri di
quell'esperienza, fino a pervenire a una legge approvata
sostanzialmente all'unanimità".
Lo ha evidenziato l'assessore regionale a Salute, Politiche
sociali e Disabilità, Riccardo Riccardi, nel corso dei lavori
della III Commissione consiliare, presieduta da Carlo Bolzonello
(Fedriga presidente), incentrati sulla delibera giuntale relativa
alla nuova configurazione dei servizi e per il conseguente
adeguamento degli atti aziendali sugli interventi a favore delle
persone con disabilità e il riordino dei servizi sociosanitari in
materia (articolo 18 della legge regionale 16/2022).
"L'obiettivo - ha spiegato Riccardi - è quello di far vedere
tutta la complessità della situazione e lo stato di avanzamento
delle azioni portate avanti. Sempre considerando che esiste una
profonda fragilità legata al tema della cronicità, declinazione
che si ripropone in tutte le fragilità. Esistono elementi di
difformità sulla qualità delle prestazioni offerte: dobbiamo
cercare di fare ordine per raggiungere l'equità nella risposta al
bisogno di salute, fornendo risposte uguali per tutti. Un
discorso non semplice e non breve, legato a una transizione da
guidare con equilibrio, senza buttare via quanto fatto da chi
c'era prima di noi".
Ne è uscita un'esposizione approfondita nei dettagli da Ranieri
Antonio Zuttion in rappresentanza della direzione regionale,
grazie anche a una lunga serie di slide. Una presentazione
articolata in due sezioni: la prima relativa allo stato dell'arte
nel 2022 (anno di approvazione della legge) del sistema dei
servizi per le persone con disabilità, creato in seguito alla Lr
41/1996; la seconda incentrata, invece, su quanto fatto finora.
Sono gli enti gestori - si è così appreso - ad avere la
titolarità dei servizi e possono avvalersi di soggetti gestori
(45 in regione, tutti del Terzo settore) che li gestiscono in
convenzione. Esiste però una significativa disomogeneità nel
sistema dell'offerta con variazioni anche importanti, legate alle
varie tipologie di composizione territoriale.
Per quanto riguarda la configurazione dei servizi interni agli
enti gestori, distinguendo tra residenziali e semiresidenziali,
emergono scelte diverse dettate da singole strategie. In termini
di utenza, nel 2022 sono state accolte 1.877 persone (24,63 ogni
10mila abitanti), oltre 1.300 delle quali nei servizi
semiresidenziali e oltre 600 in quelli residenziali (196 nelle
residenze protette, 346 nelle comunità alloggio e 80 nei gruppi
appartamento). Se parametrati con la popolazione di riferimento,
si va dai 30 utenti ogni 10mila abitanti dell'ex Azienda 3 ai 19
e mezzo del Cisi.
La composizione dei nuclei coinvolti vede, inoltre, l'80% di
famiglie composte da tre persone (compresa quella disabile) con
età media di oltre 70 anni per quasi la metà di esse (importante
per la programmazione legata al Dopo di noi, progetto di
accompagnamento del disabile dall'uscita dal nucleo familiare).
Il 90% dei soggetti è privo di autonomia per le attività
strumentali della vita quotidiana.
Mancano anche reti di socialità significative al di fuori della
famiglia e opportunità di apprendimento, quasi il 100% non ha
avuto possibilità di cercare un lavoro, il 60% di ottenere
un'autonomia esterna e il 40% di svolgere alcuna attività per
l'autonomia: "Un sistema dei servizi orientato verso un approccio
di carattere assistenzialistico - è stato sottolineato - va
dirottato verso un'inclusione sociale reale".
Passando dai disturbi del comportamento alle tipologie
patologiche e alla simultaneità di varie problematiche (1.097 le
valutazioni solo nel 2022), lo studio si è spostato anche sul
tema legato al personale con 2.019 lavoratori transitati nel
sistema nel corso dell'anno passato (da 6 a 1,5 ogni 10mila
abitanti). Il sistema di finanziamento indica altresì tre macro
aree: la quota regionale ripartita in modo uniforme in base alla
popolazione (62%, circa 40 milioni di euro, più 130mila per il
Dopo di noi e il supporto ai Sil da un milione e 7500mila euro),
quella dei singoli Comuni (25%) e la compartecipazione
dell'utenza (13%).
Lo stato di attuazione della Lr 16/2022 passa, quindi, attraverso
gli interventi in tutte le aree e il riordino dei servizi
sociosanitari (quello del sistema per le disabilità e la
pianificazione regionale integrata prevede un osservatorio, un
Piano regionale e la programmazione locale).
Compartecipazione e inclusione sociale costituiscono altri
elementi cardine - è stato detto-, mentre i due principi chiave
dell'articolo 17 sono l'attuazione del passaggio di competenze
dall'1 gennaio 2024 e la garanzia di continuità. L'articolo 18,
dal canto suo, si sviluppa attraverso la strutturazione delle
Aziende sanitarie regionali.
In sede di replica ad alcuni interventi dei consiglieri, Riccardi
ha evidenziato che "al momento non è ancora possibile misurare la
gradualità necessaria per esaurire l'attuale fase di transizione.
Il trasferimento dell'Area Welfare nella direzione centrale
Salute è in corso di consolidamento, mentre uno degli obiettivi è
quello di desanitarizzare le Aziende".
"Infine - ha concluso, facendo riferimento proprio a quanto
emerso nel corso del dibattito - introdurremo un elemento di
distinzione per le coperture necessarie, distinguendo e isolando
la quota garantita per la materia della disabilità".
ACON/DB-rcm