CERIMONIE. PELLEGRINO (AVS): SACRARIO DI GONARS SERVA A CHIEDERE SCUSA
(ACON) Trieste, 1 nov - "Ormai del campo di concentramento di
Gonars, attivo dal 1941 al 1943, non rimane alcunché, ma tutti
noi sappiamo essere stata un tappa importante che fu uno degli
episodi più efferati di quella che, dai documenti della II Armata
guidata dal generale Roatta, si definiva come un vero e proprio
progetto di 'bonifica etnica' jugoslava".
Così, in una nota, la consigliera regionale Serena Pellegrino
(Alleanza Verdi e Sinistra) a margine della partecipazione alla
manifestazione presso il sacrario monumentale, nel cimitero della
cittadina friulana.
"In questi ultimi anni - afferma Pellegrino - la politica del
revisionismo portata avanti dalla Destra, il cui processo di
rileggere il Ventennio prescindendo dalla lettura documentale
degli atti della storia, stravolge i fatti e i misfatti del
fascismo. La dittatura che governava l'Italia, forte dell'Asse
realizzato con le potenze belliche del Giappone imperiale e della
Germania nazista, era entrata in guerra nel 1940 dopo aver
consolidato la trasformazione dell'ordinamento giuridico del
Regno d'Italia in regime fascista con le 'Leggi Fascistissime o
leggi eccezionali del fascismo', che erano state emanate tra il
1925 e il 1926".
"Durante la guerra, in queste terre friulane già martoriate da
millenarie invasioni - commenta l'esponente di Avs -, si sono
alternati atti di estrema violenza, come quelle perpetrate nei
campi di concentramento di Gonars e di Visco dove sono stati
internati sloveni e croati, dove morirono circa 500 persone di
cui 71 bambini di meno di un anno, a episodi di illuminata
democrazia, dove la resistenza ha permesso che si realizzasse la
Zona libera della Carnia e dell'Alto Friuli".
"Il nostro territorio, in particolare il confine orientale -
prosegue la consigliera - è ancora oggi materia di studio e di
approfondimento di numerosi storici che con fatica non si
arrendono al revisionismo quotidiano che riempie i comunicati di
chi non vuole fare i conti con la propria storia. Gli
avvenimenti, occorsi nel periodo post bellico, non possono
prescindere da quanto accaduto durante il conflitto dove la
tracotanza, la violenza e la voglia di primeggiare, anche dal
punto di vista di una presunta superiorità etnica dei fascisti,
hanno creato i presupposti per episodi isolati di violenza e
vendetta".
"Il luogo dove sorgeva il campo di concentramento - conclude
l'esponente di Opposizione - ne è testimone e dovrebbe essere da
monito verso coloro che inneggiano e promuovono tutte le guerre
che in questo momento insanguinano il mondo e dove gli oppressi
lottano per una vita dignitosa di diritto e di pace".
ACON/COM/rcm