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IDROGENO. AUDIZIONI IN II COMM: OBIETTIVO PRODURRE 5MILA TONNELLATE

15.11.2023
15:00
Energia verde, dibattito in aula con 3 assessori e numerosi tecnici

(ACON) Trieste, 15 nov - Un progetto piccolo nella portata ma grande nelle ambizioni. Così Massimiliano Pozzo, il consigliere del Pd primo firmatario della richiesta di audizioni in II Commissione, ha definito la Valle dell'idrogeno del Nord Adriatico. Che in sei anni di tempo si propone di arrivare a una produzione di 5000 tonnellate di idrogeno rinnovabile all'anno in Friuli Venezia Giulia, Slovenia e Croazia, con uno scambio di almeno il 20 per cento fra i tre territori e il coinvolgimento di 37 diversi partner tra pubblico e privato. Questi numeri sono emersi dagli interventi di tre assessori (Sergio Emidio Bini, Alessia Rosolen e Fabio Scoccimarro) e di numerosi portatori d'interesse, convocati in aula consiliare dal presidente della Commissione, Markus Maurmair (FdI), e sottoposti a un fuoco di fila di domande da parte dei consiglieri, a conferma dell'interesse per il tema dell'energia del futuro.

La domanda di partenza l'ha messa sul tavolo Pozzo, esternando una serie di dubbi: "Quali saranno i risvolti concreti di questo progetto, dove potrà essere utilizzato l'idrogeno? Noi vorremmo che oltre alle parole ci fossero i fatti". E in tanti hanno provato a rispondergli. A partire da Rodolfo Taccani, rappresentante di quell'Università di Trieste che è uno degli attori protagonisti del progetto Nahv (North Adriatic Hydrogen Valley, nella nomenclatura internazionale).

"Si prevede - ha spiegato il docente - lo stoccaggio, il trasporto e l'utilizzo in settori dove nell'immediato l'elettrificazione non può darci un contributo importante. Un esempio è la produzione di acciaio, ma anche quella di cemento. E il settore dei trasporti ad alta intensità energetica: si fa fatica ad immaginare batterie elettriche in camion che viaggiano per 8-10 ore al giorno". Prospettive condivise da Lorenzo Campagna, delle acciaierie Bertoli-Safau che fanno parte del gruppo Danieli: "Rinunciare a carbonio e metano in alcuni dei nostri processi è quasi impossibile, dunque siamo interessati a valutare l'opzione dell'idrogeno verde". Applaude anche Confindustria Alto Adriatico, con Elisabetta Michieli: "L'idrogeno è un vettore strategico per garantirci la sicurezza energetica: appoggiamo questo progetto perché è lungimirante".

Paolo Pivato - rappresentante del consorzio Nip di Maniago che ha avviato un progetto spin-off con l'obiettivo ambizioso della decarbonizzazione di una valle montana - crede che l'idrogeno sarà in grado di alimentare a tariffe ragionevoli i mezzi pesanti ma anche le biciclette, "perché le due ruote elettriche hanno un ciclo di vita breve, e l'idrogeno consentirebbe ricariche molto rapide". Una tesi che non convince Taccani e neppure la consigliera Giulia Massolino (Patto-Civica), convinta che "ci siano già sistemi efficienti con altri tipi di batterie".

Sollecitata in particolare da Furio Honsell (Open) a spiegare la scelta di investimento da parte di Acegas Aps Amga, Maria Mazzurco si è detta convinta che "le infrastrutture debbano partire un attimo prima dello sviluppo dei territori. Nessuno pensa - ha precisato, spiegando di condividere perplessità e dubbi espressi da alcuni consiglieri - che l'idrogeno sarà una soluzione per i consumi domestici: tutto quel che sarà elettrificabile in futuro verrà elettrificato. Ma questo progetto parte con l'approccio di sistema giusto in quanto l'Europa per prima punta sull'idrogeno". Parole apertamente condivise dagli assessori Bini e Rosolen. "L'Ue investirà tra gli 80 e i 120 miliardi - ha ricordato l'assessore al Lavoro - e il Governo nazionale ne metterà altri 3 e mezzo, quindi la Regione investe su un progetto già condiviso". Dall'assessore Scoccimarro e dai suoi uffici è arrivato poi il suggerimento di "tariffe incentivanti per far decollare il sistema, come si fece in passato per il fotovoltaico".

Tra i portatori d'interesse sono intervenuti anche Riccardo Edmondo Bernabei di Snam (che è al lavoro sula tecnologia di compressione dell'idrogeno), Salvatore La Rosa di Area Science park, Sandra Primiceri del Consorzio industriale del'area giuliana ed Eleonora Cordioli della Fondazione Bruno Kessler di Trento. Qualche preoccupazione sul piano dell'occupazione è stata espressa da Ezio Tesan della Uil Fvg, mentre Giuseppe Zottis di Trieste Trasporti ha sottolineato la volontà di avviare una sperimentazione con l'idrogeno.

Altri consiglieri hanno poi aggiunto carne al fuoco. Rosaria Capozzi (M5S) ha chiesto come si stia muovendo la Regione nell'elettrificazione delle banchine portuali, ricevendo da Primiceri la risposta che gli appalti sono appena stati banditi. Andrea Carli (Pd) è preoccupato per il costo di produzione dell'idrogeno, "attualmente di 8 euro per 1 chilo e da portare a 2 euro per renderlo competitivo. E se volessi fare l'attuale pieno di benzina, diciamo 40 litri di carburante, di quanto idrogeno avrei bisogno?". Di pochi chili, gli hanno risposto gli uffici dell'assessore Scoccimarro, delineando però un quadro in cui la risorsa idrogeno sarà importante soprattutto "per garantirsi l'indipendenza energetica rispetto agli sbalzi delle disponibilità e dei prezzi, spesso decisi a livello geopolitico come abbiamo visto con gas ed elettricità in questi anni".

Alberto Budai (Lega) è convinto comunque "che alla fine come Paese saremo importatori netti di idrogeno, perché per produrlo con l'energia elettrica servirebbero milioni di ettari di campi da riservare al fotovoltaico". "Sì, verosimilmente importeremo - gli ha risposto ancora Mazzurco - ma questi piccoli impianti ci serviranno per immagazzinare energia, perché l'idrogeno si può stoccare facilmente e trasportare. L'idrogeno verde richiede energia elettrica ma i due sistemi non confliggono, sono piuttosto complementari". Risposte anche a Massolino che aveva sollevato il tema dei consumi d'acqua, altro elemento necessario per produrre l'idrogeno. "In periodi di siccità la risorsa idrica è preziosa, ma riutilizzeremo le acque reflue che altrimenti verrebbero scartate", ha spiegato Mazzurco. "Per produrre le 5mila tonnellate di idrogeno - ha ribadito Taccani - ci servirebbero 50mila tonnellate d'acqua, numero importante ma non così impressionante se mettiamo insieme Fvg, Slovenia e Croazia". Convinta che si debba garantire una produzione "veramente green" dell'idrogeno anche Serena Pellegrino (Avs).

"Dobbiamo ragionare in prospettiva - ha osservato Roberto Novelli (FI), con una riflessione che in qualche modo sintetizza il dibattito - perché spesso nelle fasi iniziali questi percorsi non sono chiarissimi. Ma l'Europa ci crede, così come Cina, Giappone e altri Paesi. Del resto negli anni Quaranta chi poteva immaginare che l'uomo sarebbe arrivato sulla Luna?". ACON/FA



  • Markus Maurmair (FdI), presidente della II Commissione
    Markus Maurmair (FdI), presidente della II Commissione
  • Massimiliano Pozzo (Pd), al centro, con i colleghi dem Roberto Cosolini (a sx) e Massimo Mentil
    Massimiliano Pozzo (Pd), al centro, con i colleghi dem Roberto Cosolini (a sx) e Massimo Mentil
  • Alberto Budai (Lega) accanto alla collega Lucia Buna
    Alberto Budai (Lega) accanto alla collega Lucia Buna
  • Giulia Massolino e Marco Putto (Patto-Civica)
    Giulia Massolino e Marco Putto (Patto-Civica)
  • Roberto Novelli (FI) a colloquio con Manuele Ferrari (Lega)
    Roberto Novelli (FI) a colloquio con Manuele Ferrari (Lega)
  • Furio Honsell (Open) e Rosaria Capozzi (M5S)
    Furio Honsell (Open) e Rosaria Capozzi (M5S)
  • L'assessore Alessia Rosolen accanto a Maurmair e all'assessore Sergio Emidio Bini
    L'assessore Alessia Rosolen accanto a Maurmair e all'assessore Sergio Emidio Bini
  • Andrea Carli (Pd)
    Andrea Carli (Pd)