AMBIENTE. PELLEGRINO (AVS): RICHIESTI A GIUNTA STUDI LAGO TRE COMUNI
(ACON) Trieste, 15 nov - "Partecipando oggi, a Udine, alla
conferenza stampa indetta dal Comitato per la tutela delle acque
del Bacino montano del Tagliamento per illustrare, con dovizia di
documenti, la gravità del dissesto idrogeologico e della mancanza
di acqua negli alvei fluviali dei territori carnici interessati
dalle derivazioni del sistema idroelettrico del Tagliamento, ho
ritenuto opportuno anticipare alcune iniziative che confido
contribuiscano utilmente alle azioni con cui cittadini, pubblici
amministratori, associazioni della Carnia difendono i beni comuni
contro i protagonisti dello sfruttamento delle risorse naturali
al solo fine di produrre redditi d'impresa".
Lo dichiara, in una nota, la consigliera regionale di Alleanza
Verdi e Sinistra Serena Pellegrino, che è anche vicepresidente
della IV Commissione permanente, che spiega innanzitutto di
essere ricorsa alla richiesta di accesso agli atti, rivolta
all'assessore regionale alla Difesa dell'Ambiente, per conoscere
finalmente le risultanze degli studi svolti dal Laboratorio del
lago con cui sono stati analizzati gli impatti della centrale A2A
sul Lago dei Tre Comuni.
"Si tratta di un report molto atteso, tanto più che l'assessore
Scoccimarro, proprio in IV Commissione, ne aveva annunciato, già
all'inizio del mese scorso, la presentazione il 23 ottobre: ci
aspettiamo che grazie a un lavoro tanto complesso beneficeremo di
tutti gli elementi necessari a prendere le decisioni necessarie
alla rinaturalizzazione del Lago dei Tre Comuni in modo da
garantirne il ripristino della biodiversità e la fruibilità, per
la popolazione, per il turismo e per la rivitalizzazione del
tessuto socio-economico locale".
Prosegue Pellegrino: "Parallelamente sto attivando un'audizione,
sempre in IV Commissione, che affronti il tema delle concessioni
idroelettriche includendo anche le piccole derivazioni: sono
circa un centinaio, in Friuli Venezia Giulia, e le relative
titolarità stanno in capo a piccole e medie imprese, enti locali,
enti pubblici e storiche società cooperative alpine. La normativa
regionale prevede che rinnovi per questa tipologia di concessioni
avvengano entro il limite del 2031, o al massimo del 2036: questa
prospettiva disincentiva i titolari ad investire sulla
manutenzione straordinaria degli impianti, in particolare per
l'attuazione di interventi strutturali e tecnologici nell'ottica
della corretta gestione dei bacini idrografici e della
salvaguardia degli ambienti naturali, cioè del patrimonio che
appartiene alle comunità locali ma che è interesse collettivo
proteggere".
Riferendosi alla questione dell'acquisizione in capo alla Regione
degli impianti del grande idroelettrico, allo scadere delle
concessioni, e all'importanza di trasferirle ad una società
pubblica costituita in base alla previsione normativa regionale
che risale al 2017, Pellegrino conclude: "Siamo stati, negli
ultimi decenni, così impegnati a sostenere la nefasta
contrapposizione dell'economia all'ecologia da non accorgerci,
oltre ai disastri di cui siamo unici responsabili, che il Friuli
Venezia Giulia diventava poco a poco territorio di prelievo delle
nostre ricchezze e di transito per gli interessi extra regionali:
autonomia significa anche tenersi stretto ciò che appartiene
alla nostra comunità e quando necessario, come nel caso
dell'energia prodotta dalle acque delle nostre valli e montagne,
riprendercela al più presto".
ACON/COM/fa