FINE VITA. III COMMISSIONE CHIUDE AUDIZIONI, MOZIONE IN AULA 22/11
(ACON) Trieste, 16 nov - Si è ribadita l'incompetenza regionale
in materia, ma sono state sollevate anche molte critiche,
specifiche, alla mozione e alla proposta di legge di iniziativa
popolare. La III Commissione si è riunita nuovamente per
affrontare le audizioni sul tema del fine vita, nello specifico
sui contenuti dell'atto di indirizzo a prima firma Enrico Bullian
(Patto per l'Autonomia-Civica Fvg), e della pdl su procedure e
tempi per l'assistenza sanitaria regionale al suicidio
medicalmente assistito.
Terminate le sedute di ascolto presiedute da Carlo Bolzonello
(Fp), la discussione si sposterà in Aula, dove la mozione
approderà mercoledì prossimo, 22 novembre.
"Non sono convinto che una legge regionale sia la risposta a
tematiche di questo tipo. È piuttosto necessario che la Regione
faccia pressione sul Parlamento affinché legiferi", ha esordito
Gianfranco Sinagra, direttore della Struttura complessa
Cardiologia Asugi. La proposta di legge è stata quindi contestata
su alcuni punti: l'insufficiente "spazio per cure palliative", il
bisogno di considerare l'obiezione di coscienza e la questione
dei "tempi certi". Vicino a quest'opinione, l'ex assessore
regionale alla Salute, Vladimir Kosic, che ha ammesso di essere
spaventato per "la deriva a cui si può arrivare con queste
decisioni. Non c'è coerenza tra le leggi fatte e la proposta di
oggi: la coerenza va verso la vita".
Diversa la posizione di Amato De Monte, direttore Sores, che ha
posto una domanda ai presenti: chi di voi si è confrontato
direttamente con persone che chiedevano di morire? "La loro è una
decisione frutto di un dibattito interiore che si è sviluppato
nel tempo. Hanno già tentato tutto, l'unica possibilità è la
palliazione - ha detto -. Ma questa non interviene nella sfera
morale. Una legge che affronta questa tematica è a supporto e
garanzia di una libertà individuale, che comprende scelte,
sensazioni e dolori profondi che nessuno può capire".
Sono stati commenti strettamente giuridici, invece, quelli di
Ludovico Mazzarolli, ordinario di diritto costituzionale
all'Università di Udine, e Mario Esposito, ordinario di diritto
costituzionale dell'Università del Salento, concordi
nell'affermare che non c'è spazio per un intervento delle Regioni
in quanto la materia è di competenza esclusiva dello Stato, e
puntuali nel affrontare alcuni punti della proposta di legge ("Si
parla di attuazione della sentenza, ma questa è direttamente
attuabile" per il primo, "si fa riferimento al diritto alla
morte, ma questo non emerge dalla sentenza" ha sottolineato il
secondo).
Giovanna Razzano, ordinario di Istituzioni diritto pubblico
dell'Università La Sapienza, ha stroncato il contenuto della
normativa e della mozione, testi basati su "un equivoco, una
manipolazione grossolana della sentenza, secondo cui la Corte
avrebbe affermato il diritto al suicidio assistito: ma questo non
è esatto. La legge regionale sarebbe manifestamente
incostituzionale". Concorde Filippo Vari, ordinario di diritto
costituzionale dell'Università Europea di Roma ("La sentenza 242
fa riferimento al Parlamento per dettare disciplina sul fine
vita").
Le audizioni si sono concluse con l'intervento di Gian Luigi
Gigli, coordinatore Rete regionale per l'ictus cerebrale del Fvg,
che ha prima riportato l'analogia con la vicenda legge sulla
regionale sulle Disposizioni anticipate di trattamento, ("Rivedo
oggi la voglia di anticipare il Parlamento, presi da ansia da
prestazione") e poi segnalato i punti deboli della pdl: dalla
questione della copertura finanziaria ("Come comparare la
somministrazione di un farmaco letale alle cure palliative?") ai
tempi ("che si vogliono certi: ma non sono rispettati nemmeno
quelli per curare le normali patologie").
Prima tra i consiglieri ad intervenire, Rosaria Capozzi (M5S) ha
apprezzato le parole di De Monte ("La palliazione delle
sofferenze del malato riguardano il fisico, non l'aspetto
psicologico"), mentre Enrico Bullian ha replicato all'ultimo
degli auditi, Gigli: "Non c'è ansia da prestazione, ma volontà di
trovare risposte a esigenze della società. Sulle Dat la
bocciatura, nel 2015, è arrivata, ma se è servita a sbloccare il
Parlamento, anche in minima parte, allora non è stata vana".
Il consigliere del Patto-Civica Fvg ha riportato la sua
interpretazione, diversa da quella dei giuristi, e affermato che
"è doveroso trovare procedure uniformi a livello di aziende
sanitarie. È questo il tema su cui continuiamo a non dare
risposte". Sulle cure pure palliative, Bullian ha precisato che
"non è un tema affrontato specificamente, ma la nostra proposta
non è in contrapposizione. La persona coinvolta, secondo noi,
deve potersi autodeterminare e decidere cosa fare".
"Dissento da quanto detto dal professor Gigli - ha invece
affermato Serena Pellegrino (Avs) - perché non possiamo
legiferare come se lo facessimo per noi stessi. Stiamo parlando
di una mozione e di una legge, qui gli interventi di natura etica
sono stati fuori tema".
Bolzonello, replicando a Pellegrino, si è speso in difesa degli
auditi ("Non siamo qui per giudicare gli interventi"), così come
Andrea Cabibbo (FI) per il quale, la consigliera di Opposizione
"continua a voler dare pagelle, appena qualcuno osa uscire dal
mainstream deve essere bastonato. Alla fine delle audizioni è
chiaro: è stata messa una pietra tombale sulla pdl e la mozione è
superata".
ACON/MT-fc