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FINE VITA. III COMMISSIONE CHIUDE AUDIZIONI, MOZIONE IN AULA 22/11

16.11.2023
18:45
(ACON) Trieste, 16 nov - Si è ribadita l'incompetenza regionale in materia, ma sono state sollevate anche molte critiche, specifiche, alla mozione e alla proposta di legge di iniziativa popolare. La III Commissione si è riunita nuovamente per affrontare le audizioni sul tema del fine vita, nello specifico sui contenuti dell'atto di indirizzo a prima firma Enrico Bullian (Patto per l'Autonomia-Civica Fvg), e della pdl su procedure e tempi per l'assistenza sanitaria regionale al suicidio medicalmente assistito.

Terminate le sedute di ascolto presiedute da Carlo Bolzonello (Fp), la discussione si sposterà in Aula, dove la mozione approderà mercoledì prossimo, 22 novembre.

"Non sono convinto che una legge regionale sia la risposta a tematiche di questo tipo. È piuttosto necessario che la Regione faccia pressione sul Parlamento affinché legiferi", ha esordito Gianfranco Sinagra, direttore della Struttura complessa Cardiologia Asugi. La proposta di legge è stata quindi contestata su alcuni punti: l'insufficiente "spazio per cure palliative", il bisogno di considerare l'obiezione di coscienza e la questione dei "tempi certi". Vicino a quest'opinione, l'ex assessore regionale alla Salute, Vladimir Kosic, che ha ammesso di essere spaventato per "la deriva a cui si può arrivare con queste decisioni. Non c'è coerenza tra le leggi fatte e la proposta di oggi: la coerenza va verso la vita".

Diversa la posizione di Amato De Monte, direttore Sores, che ha posto una domanda ai presenti: chi di voi si è confrontato direttamente con persone che chiedevano di morire? "La loro è una decisione frutto di un dibattito interiore che si è sviluppato nel tempo. Hanno già tentato tutto, l'unica possibilità è la palliazione - ha detto -. Ma questa non interviene nella sfera morale. Una legge che affronta questa tematica è a supporto e garanzia di una libertà individuale, che comprende scelte, sensazioni e dolori profondi che nessuno può capire".

Sono stati commenti strettamente giuridici, invece, quelli di Ludovico Mazzarolli, ordinario di diritto costituzionale all'Università di Udine, e Mario Esposito, ordinario di diritto costituzionale dell'Università del Salento, concordi nell'affermare che non c'è spazio per un intervento delle Regioni in quanto la materia è di competenza esclusiva dello Stato, e puntuali nel affrontare alcuni punti della proposta di legge ("Si parla di attuazione della sentenza, ma questa è direttamente attuabile" per il primo, "si fa riferimento al diritto alla morte, ma questo non emerge dalla sentenza" ha sottolineato il secondo).

Giovanna Razzano, ordinario di Istituzioni diritto pubblico dell'Università La Sapienza, ha stroncato il contenuto della normativa e della mozione, testi basati su "un equivoco, una manipolazione grossolana della sentenza, secondo cui la Corte avrebbe affermato il diritto al suicidio assistito: ma questo non è esatto. La legge regionale sarebbe manifestamente incostituzionale". Concorde Filippo Vari, ordinario di diritto costituzionale dell'Università Europea di Roma ("La sentenza 242 fa riferimento al Parlamento per dettare disciplina sul fine vita").

Le audizioni si sono concluse con l'intervento di Gian Luigi Gigli, coordinatore Rete regionale per l'ictus cerebrale del Fvg, che ha prima riportato l'analogia con la vicenda legge sulla regionale sulle Disposizioni anticipate di trattamento, ("Rivedo oggi la voglia di anticipare il Parlamento, presi da ansia da prestazione") e poi segnalato i punti deboli della pdl: dalla questione della copertura finanziaria ("Come comparare la somministrazione di un farmaco letale alle cure palliative?") ai tempi ("che si vogliono certi: ma non sono rispettati nemmeno quelli per curare le normali patologie").

Prima tra i consiglieri ad intervenire, Rosaria Capozzi (M5S) ha apprezzato le parole di De Monte ("La palliazione delle sofferenze del malato riguardano il fisico, non l'aspetto psicologico"), mentre Enrico Bullian ha replicato all'ultimo degli auditi, Gigli: "Non c'è ansia da prestazione, ma volontà di trovare risposte a esigenze della società. Sulle Dat la bocciatura, nel 2015, è arrivata, ma se è servita a sbloccare il Parlamento, anche in minima parte, allora non è stata vana".

Il consigliere del Patto-Civica Fvg ha riportato la sua interpretazione, diversa da quella dei giuristi, e affermato che "è doveroso trovare procedure uniformi a livello di aziende sanitarie. È questo il tema su cui continuiamo a non dare risposte". Sulle cure pure palliative, Bullian ha precisato che "non è un tema affrontato specificamente, ma la nostra proposta non è in contrapposizione. La persona coinvolta, secondo noi, deve potersi autodeterminare e decidere cosa fare".

"Dissento da quanto detto dal professor Gigli - ha invece affermato Serena Pellegrino (Avs) - perché non possiamo legiferare come se lo facessimo per noi stessi. Stiamo parlando di una mozione e di una legge, qui gli interventi di natura etica sono stati fuori tema".

Bolzonello, replicando a Pellegrino, si è speso in difesa degli auditi ("Non siamo qui per giudicare gli interventi"), così come Andrea Cabibbo (FI) per il quale, la consigliera di Opposizione "continua a voler dare pagelle, appena qualcuno osa uscire dal mainstream deve essere bastonato. Alla fine delle audizioni è chiaro: è stata messa una pietra tombale sulla pdl e la mozione è superata". ACON/MT-fc



  • Carlo Bolzonello (Fp), presidente della III Commissione
    Carlo Bolzonello (Fp), presidente della III Commissione
  • Gianfranco Sinagra, direttore Sc Cardiologia Asugi
    Gianfranco Sinagra, direttore Sc Cardiologia Asugi
  • Amato De Monte, direttore Sores Fvg
    Amato De Monte, direttore Sores Fvg
  • Vladimir Kosic, ex assessore regionale
    Vladimir Kosic, ex assessore regionale
  • Andrea Cabibbo (FI)
    Andrea Cabibbo (FI)
  • Serena Pellegrino (Avs) e Rosaria Capozzi (M5S)
    Serena Pellegrino (Avs) e Rosaria Capozzi (M5S)
  • Enrico Bullian (Patto-Civica Fvg)
    Enrico Bullian (Patto-Civica Fvg)