COMUNI. COSTANTE AUMENTO AVANZO DI BILANCIO, MANCANO 2MILA DIPENDENTI
(ACON) Trieste, 21 nov - Il sistema finanziario comunale del
Friuli Venezia Giulia registra, nel triennio 2019-21, un
incremento delle risorse che rimangono inutilizzate nel corso dei
singoli esercizi. Trend che non dipende dall'indebitamento, che,
al contrario, segna un significativo decremento con particolare
riferimento alla contrazione del debito nei Comuni delle prime
fasce demografiche.
Questo è quanto emerso durante la discussione dei risultati
amministrativi dei Comuni Fvg nel triennio in esame, illustrata
all'Aula da parte del consigliere regionale Diego Bernardis (Fp),
presidente della V Commissione.
"Dal documento - ha spiegato l'esponente di Maggioranza - è
emerso come i 215 Comuni della nostra regione non difettano di
risorse finanziarie ma che, al contrario, abbiano avanzi di
bilancio che tendono costantemente ad aumentare. La sezione di
controllo, infatti, ha rilevato come i Comuni di fasce meno
popolose (152) paiano ricorrere alla leva fiscale senza riuscire
ad utilizzare tempestivamente il relativo gettito, con la
conseguenza di far affluire anche queste risorse nella quota
disponibile di avanzo.
"Dalla relazione - ha aggiunto Bernardis - emerge la scarsa
tempestività dei pagamenti dei crediti commerciali in Comuni da
1000 ai 3000 abitanti che, interpellati dalla Corte, tra le cause
hanno segnalato la carenza di personale, le difficoltà legate al
periodo emergenziale Covid e, infine, lo scioglimento di alcune
convenzioni per la gestione associata dei servizi".
"Dalle proposte avanzate - ha spiegato il consigliere della
civica Fedriga - un unico obiettivo: quello di garantire il
perseguimento dell'interesse pubblico, al fine di assicurare
equità e parità di trattamento ai cittadini della regione, a
prescindere dalla collocazione territoriale. Per raggiungerlo c'è
la necessità di rafforzare il percorso di collaborazione e
confronto con la Sezione regionale di controllo della Corte dei
conti, al fine di avviare una sinergia istituzionale che, nel
rispetto dei rispettivi ambiti di operatività e competenze, sia
capace di dare risposte ai bisogni dei cittadini della regione".
Durante la discussione, la prima ad intervenire è stata Manuela
Celotti (Pd) che ha sottolineato "come tra il 2015 e il 2021 nei
Comuni ci siano oltre 900 dipendenti in meno e di come serva, in
particolare per i Comuni sotto i 5.000 abitanti, un ragionamento
serio sulle possibili soluzioni da intraprendere per evitare la
fuga del personale verso enti di dimensioni maggiori, proponendo
alla Giunta di attuare soluzioni straordinarie per far fronte a
una situazione decisamente complicata passando per l'opzione dei
corsi-concorsi, avvalendosi a tal proposito di Compa per la
formazione dei candidati che, in questo modo, saranno subito
abili a svolgere il loro ruolo. Inoltre, credo sarebbero utili le
progressioni verticali, oltre all'inserimento di indennità di
responsabilità maggiorate per le posizioni organizzative che
svolgono questo compito in più Comuni".
Secondo Francesco Martines (Pd), "uno dei problemi a cui andranno
incontro le Amministrazioni comunali riguarda invece le opere
finanziate dai fondi Pnrr considerando che, visti i ritardi
previsti nell'erogazione delle risorse da parte dello Stato, le
casse comunali potrebbero andare in affanno. Per evitare lo stop
dei cantieri, servirebbe perciò un fondo di rotazione a copertura
di possibili ammanchi rispettando le tempistiche previste del
2026".
Sul tema dei piccoli Comuni è intervenuto anche Enrico Bullian
(Patto-Civica), che ha sottolineato come "la strada delle fusioni
sia l'unica percorribile". In merito alla difficoltà di spendere
l'avanzo disponibile, l'esponente di Minoranza ha ricordato come
"sia stato utilizzato da alcune amministrazioni per estinguere in
anticipo i mutui, non facendoli così pesare sulla spesa corrente.
Voce che meriterebbe una campagna promozionale apposita da parte
della Regione, considerando che nell'ultimo anno solo due Comuni
si sono avvalsi della norma delle buone prassi".
"Dopo le Uti - ha commentato Honsell - bisogna dare il via a un
nuovo tipo di sperimentazione che mira a risolvere i problemi
operativi che si stanno riscontrando, soluzione che non passa da
strutture come l'area vasta o le province. Il futuro è
l'aggregazione di certi tipi di funzioni, visto che le
professionalità richieste per svolgere determinati compiti sono
molto specifiche ed elevate e, quindi, difficili da reperire".
Secondo Andrea Carli (Pd), invece, "è necessario un ripensamento
generale degli enti locali che deve tener conto di altri tre
aspetti: quello dell'aumento dei costi del personale che deriva
dal rinnovo del contratto dei dipendenti del comparto unico,
l'indennità di disagio evidentemente non adeguata per evitare il
passaggio dai Comuni più piccoli a quelli più grandi e, infine,
la questione dei trasferimenti ai Comuni nella fascia dei 10mila
abitanti e del relativo ruolo che svolgono".
In fase di replica, Roberti ha ricordato come "l'indebitamento
dei Comuni sta subendo un drastico calo grazie a più interventi
messi in atto dalla Regione. Tra questi, il fondo delle buone
pratiche, sempre abbondantemente finanziato per l'estinzione
anticipata dei mutui o quello della concertazione con l'obiettivo
di finanziare direttamente i Comuni per evitare che facciano
debito, infine l'introduzione del sistema soglie dove è stata
prevista una premialità per quei Comuni che hanno un basso tasso
di indebitamento a favore del reclutamento del personale. A tal
proposito, i Municipi hanno un'alta possibilità di assumere e
stiamo parlando di circa 2.000 dipendenti. Sul tema delle
posizioni organizzative, il livello della posta è stato innalzato
passando dagli attuali 10mila euro a 16mila".
ACON/LI