FINE VITA. LIGUORI (PAT-CIV): PALLIATIVI E TERAPIA DOLORE NON BASTANO
(ACON) Trieste, 22 nov - "Le cure palliative e la terapia del
dolore sono un diritto del cittadino. Permettono di affrontare e
gestire il fine vita di tante persone affette da patologie con
esito infausto. Ne siamo convintamente consapevoli, tanto che con
la mozione 15 depositata l'11 luglio scorso, a prima firma della
sottoscritta e poi avallata da tutti i Gruppi consiliari di
opposizione, chiedeva l'impegno della Giunta a mettere in atto
tutte le azioni necessarie per superare le principali criticità
presenti in Friuli Venezia Giulia in merito al suddetto diritto
di ricevere tali cure in regione".
Lo afferma in una nota la consigliera regionale Simona Liguori
(Patto per l'Autonomia-Civica Fvg), dopo essere intervenuta
durante i lavori dell'Assemblea legislativa sul tema del fine
vita, aggiungendo che "le cure palliative sono necessarie, ma non
sufficienti, nel ricomprendere ogni forma di volontà del malato
di autodeterminarsi nel decidere di preservare la propria dignità
personale, anche con la possibilità di accedere al suicidio
medicalmente assistito".
"Faccio mie - ha sottolineato l'esponente del Patto-Civica - le
parole della dottoressa Lucia De Zen, medico palliativista dei
bambini, secondo la quale 'le cure palliative molto possono fare,
ma non tutto'. Il non voler riconoscere il limite delle cure
palliative sembra essere una strategia di attesa a scapito del
diritto della persona di decidere per sé stessa. Nella mozione
presentata dal Centrodestra è evidente la volontà di prendere
tempo, quel tempo che molte volte il malato non ha. Credo che ai
pazienti non sia utile un dibattito che mette il diritto alle
cure palliative in contrapposizione con il diritto della persona
a decidere per sé stessa nel fine vita, anche attraverso il
suicidio medicalmente assistito, la cui liceità è sancita
all'interno di ben precise condizioni contenuta nella sentenza
della Corte costituzionale 242/2019".
"Per alcuni malati - conclude Liguori - possono infatti non
essere sufficienti risposte quali la desistenza da trattamenti
rifiutati dal paziente stesso o ritenuti futili dai sanitari e la
sedazione palliativa. Soltanto la persona direttamente
interessata, che già è in sofferenza estrema, deve essere messa
nelle condizioni di scegliere liberamente come intende congedarsi
dalla vita nella maniera che ritiene più dignitosa".
ACON/COM/db