FINE VITA. CABIBBO (FI): LE ISTITUZIONI SCELGANO TRA CURA E ABBANDONO
(ACON) Trieste, 22 nov - "Dobbiamo decidere se la sanità
pubblica deve sostenere la vita o agevolare la morte".
Così in una nota Andrea Cabibbo, capogruppo di Forza Italia, nel
motivare il suo convinto voto contrario alla mozione della
Sinistra sul suicidio medicalmente assistito e il voto favorevole
alla mozione della maggioranza.
"Bisogna innanzitutto sgomberare il campo - secondo Cabibbo - da
un clamoroso equivoco: la sentenza della Corte costituzionale non
è una fonte di diritto e non c'è alcun obbligo del legislatore di
intervenire sul tema. Ci sono state invece numerose invasioni di
campo da parte dei giudici laddove sono diventati arbitri supremi
della dignità della vita umana, come dimostra il caso della
piccola Indi in Inghilterra".
"La scelta tra cura e abbandono è un bivio - ancora il capogruppo
di Fi - cui le Istituzioni non possono sfuggire e che si
presenta ogni volta che si approva una legge o che si costituisce
un servizio pubblico. Se il servizio sanitario affermasse che di
fronte a un'invalidità o una malattia incurabile è un bene
procurarsi la morte, direbbe ad alta voce che la vita fragile non
ha senso, che va abbandonata, che va scartata. Ognuno giudichi se
ritenga più umano e ragionevole ricevere per sé e per i propri
cari, anche dalle istituzioni pubbliche cura o abbandono".
Secondo Cabibbo "compito del servizio sanitario è creare attorno
al malato una vera e propria piattaforma umana di relazioni che,
mentre favoriscono la cura medica, aprano alla speranza,
specialmente in quelle situazioni limite in cui il male fisico si
accompagna allo sconforto emotivo. L'associazione Luca Coscioni,
con le sue iniziative, vuole invece qualcosa di molto diverso da
un mero esercizio della libertà personale: si vuole che la morte
sia avvallata, deliberata e comminata dallo Stato".
Il consigliere sottolinea: "La riposta ai sostenitori dell'aiuto
alla morte facile consiste quindi nell'aiuto alla vita difficile,
integrando la buona volontà sussidiaria delle famiglie con
attività di assistenza e cura h24 del servizio sociosanitario
territoriale e sostenendo la funzione dei familiari impegnati
nell'assistenza con la formazione, con la tutela previdenziale,
con il diritto a modulare il tempo di lavoro con prestazioni
monetarie".
"Vanno sostenuti gli hospice e le cure palliative e la
legislazione regionale negli ultimi 30 anni è andata in questa
direzione, come dimostra il piano dell'assessore Riccardi
approvato nel mese di settembre per il potenziamento delle cure
palliative, all'interno della più ampia riforma dell'assistenza
territoriale che prevede lo sviluppo dell'offerta di
residenzialità anche per i bambini" conclude Cabibbo.
ACON/COM/mt