FINE VITA. IL DIBATTITO IN AULA: GLI INTERVENTI DEI CONSIGLIERI
(ACON) Trieste, 22 nov - Gli interventi di Bolzonello e
Bullian, primi firmatari delle due mozioni sul fine vita, e
quello del governatore Fedriga hanno orientato il dibattito in
Aula, che ha visto l'intervento di numerosi consiglieri.
Alessandro Basso (FdI) è andato sulla scia del presidente della
Regione ribadendo il no a una legge regionale "perché non si
possono immaginare posizioni diverse su questo tra Fvg, Veneto e
gli altri territori" e rivelando la sua "personale posizione
rispetto a questo tema bioetico" citando Papa Ratzinger con la
preoccupazione che "luoghi in cui si cerca il benessere della
persona possano trasformarsi in luoghi in cui si cerca di far
terminare la vita". Sulla stessa falsariga Carlo Grilli (Fp),
convinto che la proposta di legge di iniziativa popolare
dell'associazione Coscioni conduca "al concetto di scarto
riguardo alle persone, mentre ogni essere umano è prezioso in
tutti i momenti della sua vita, anche nella fase finale".
La leghista Maddalena Spagnolo ha ribadito da parte sua che "la
Regione è incompetente a legiferare su questi aspetti" e che "non
esiste un vero e proprio diritto al suicidio medicalmente
assistito, piuttosto la non punibilità". Concetti riproposti dal
capogruppo del Carroccio, Antonio Calligaris: "Grazie a questi
mesi di approfondimento abbiamo capito che la Regione non può
affrontare il tema".
"La risposta al dramma del fine vita è nelle cure palliative -
gli ha fatto eco il capogruppo di Forza Italia, Andrea Cabibbo -,
dove l'uomo è accompagnato nel morire e non a morire. Qui noi
dobbiamo decidere se la sanità pubblica deve sostenere la vita o
agevolare la morte. La posizione del mio partito è chiara: la
vita va tutelata sempre". Una sottolineatura che è venuta dopo
che il collega di gruppo Roberto Novelli, precisando di parlare
"a titolo personale", aveva ammesso la sua "difficoltà a prendere
posizione, perché in Parlamento nel 2022 votai a favore della
legge che introduceva il suicidio medicalmente assistito, senza
avere paura di andare controcorrente rispetto al giudizio
prevalente del mio gruppo. Io credo che vada garantita la libertà
di scelta per un fine vita dignitoso".
Claudio Giacomelli, capogruppo di FdI, ha allargato il discorso
al piano politico-giuridico, sostenendo che "con la sentenza
della Corte Costituzionale il togliersi la vita entra nell'ambito
dei valori sociali della nostra Costituzione, ed è una frattura
profonda con la nostra cultura, laddove i valori sociali avevano
sempre l'obiettivo di garantire e migliorare la vita delle
persone". "Il Parlamento - ha aggiunto Giacomelli - non può
comunque restringere né allargare i criteri stabiliti dalla
Corte". Quanto al futuro, il capogruppo di FdI è convinto "che il
modello è l'Olanda e i prossimi passi sono già scritti".
Dall'altra parte della barricata politica, Simona Liguori
(Patto-Civica) si è detta convinta che "cure palliative e terapia
del dolore siano necessarie ma non sufficienti a soddisfare il
desiderio del malato di autodeterminarsi per un fine vita
dignitoso". "E bisogna dare risposte agli 8mila cittadini - ha
aggiunto Furio Honsell (Open) - che in Fvg hanno firmato la
proposta di legge popolare. Né mi convincono gli argomenti di
Fedriga: siamo legislatori, se lo Stato dovesse impugnare una
nostra legge casomai resisteremo in giudizio".
Serena Pellegrino (Avs), dopo aver sottolineato che "ogni persona
è un universo a sé e nessuno di noi sa come reagirebbe in
determinate situazioni", ha messo in evidenza che "la legge da
noi auspicata non potrebbe mai sovrastare la volontà delle
persone". "E una nostra posizione unitaria - ha aggiunto -
potrebbe aiutare il legislatore nazionale". Rosaria Capozzi (M5S)
ha invece fatto notare che "le cure palliative sono complementari
al suicidio medicalmente assistito. E la legge che vorremmo non
tutela il diritto alla morte, ma all'autodeterminazione".
A spingere per la mediazione suggerita da Bullian sono stati
soprattutto Roberto Cosolini e Massimo Moretuzzo. Il consigliere
del Pd ha osservato "che gli emendamenti proposti sono
perfettamente accoglibili", dopo aver ricordato che "sul suicidio
medicalmente assistito nessuno può decidere al posto di altri,
sono casi molto diversi dalla morte di Stato paventata da qualche
audito in Commissione". Il capogruppo del Patto per
l'autonomia-Civica Fvg è anche entrato nel merito: "Si parla di
rispetto per la vita, ma quale vita? Biologica, fisica,
spirituale? La vita psichica deve piegarsi a quella biologica?",
prima di citare il teologo Vito Mancuso.
Dissonanti rispetto alle posizioni del gruppo i consiglieri Pd
Russo e Carli. "Io non credo allo spezzatino di 20 diverse leggi
regionali - ha spiegato Russo - e dico no al turismo del fine
vita che creerebbe cittadini di serie A e di serie B. Intravvedo
il rischio degli spalti opposti e ho sempre pensato che in questi
campi meno si legifera meglio è: impossibile una norma che
preveda tutte le fattispecie". Carli dal canto suo ha auspicato
"un potenziamento delle cure palliative anche attraverso
l'hospice al Burlo Garofolo, che da tempo viene richiesto dalle
famiglie".
Il capogruppo dem, Diego Moretti, ha ricordato infine
"l'evoluzione della sensibilità sui diritti civili, anche a
livello politico" invitando tutti "a essere laici" e citando la
mozione approvata dal Veneto con le parole di Luca Zaia,
nell'auspicio di trovare un punto di intesa con il Centrodestra.
3 - fine
ACON/FA