AGRICOLTURA. OK A MOZIONE BUDAI: SERVE ELASTICITÀ SU ROTAZIONE COLTURE
(ACON) Trieste, 1 feb - Riconsiderare la decisione di
Bruxelles, che vincola i pagamenti di base agli agricoltori al
rispetto di una serie di condizioni green, tra le quali l'obbligo
della rotazione delle colture sui suoli destinati a colture
seminative. Una norma, quella prevista dalla Politica agricola
comune (Pac) 2023-27, che secondo Alberto Budai (Lega), primo
firmatario della mozione assieme ai colleghi di gruppo Giuseppe
Ghersinich e Antonio Calligaris, rischia di "rivoluzionare una
tradizione che in Fvg è più radicata rispetto ad altri territori"
in quanto "il cereale più colpito è il mais". E vigilare sul
rispetto della nota con la quale il Ministero - come ha ricordato
in aula l'assessore competente, Stefano Zannier - ha di recente
chiarito i termini dell'interruzione della coltura principale,
alleviando il peso della norma.
Il testo è stato alla fine approvato dall'Aula a maggioranza, al
termine di un dibattito che ha portato tutto il Centrodestra ad
apporre la firma al documento di Budai, e il Centrosinistra a
schierarsi contro quella formulazione, pur manifestando
solidarietà al mondo agricolo, protagonista in questi giorni di
manifestazioni e proteste non solo nel nostro Paese.
Nella mozione Budai menziona la "stretta ambientalista e green
dell'Ue, in un momento complicato, in quanto la coltura del mais
ha subito importantissime ripercussioni dopo l'ondata di maltempo
che ha colpito nel luglio scorso un'ampia fascia del territorio
regionale". Si è fatto riferimento anche alla protesta degli
agricoltori italiani e di altri Paesi europei, Francia in primis,
con il promotore della mozione che ha parlato di "un settore
vessato da un crescendo di imposizioni burocratiche, finito nel
mirino perché pesta i piedi a multinazionali con grande potere
geopolitico. Non ci sottraiamo in assoluto alla rotazione delle
colture, ma va applicata con elasticità: in Fvg siamo già passati
da 100mila a soli 40mila ettari di mais".
Opinioni esplicitamente condivise da Roberto Novelli (FI):
"Dobbiamo accompagnare il processo di trasformazione senza
provocare danni enormi alle coltivazioni, e incoraggiando il
ricambio generazionale". Sulla stessa linea l'assessore: "Le
associazioni di categoria protestano - ha detto Zannier - non sui
princìpi ma sul modo di applicarli, su come vengono calati sul
territorio. Tutte le nostre 'fasi ascendenti', con le proposte
che mandiamo al Parlamento europeo, sono inutili se poi i
regolamenti ci piombano addosso dalla Commissione, intrisi di una
burocrazia asfissiante che vuole controllare anche il colore
delle foglie".
Il controcanto del Centrosinistra è stato avviato da Massimo
Moretuzzo. "Condivido tante cose dette da Budai, ma nella mozione
ci sono altre parole, e rischiamo di sbagliare bersaglio - ha
detto il capogruppo del Patto-Civica -: il tema non è contrastare
le norme sulla successione colturale, che sono basate su
considerazioni scientifiche. Il bersaglio dovrebbe essere
piuttosto il sistema dell'agro-business, con i prezzi del
cerealicolo dettati da 4 mega aziende". Ha parlato di
"contraddizioni ed esagerazioni nella mozione" anche il
capogruppo del Pd, Diego Moretti, convinto che "l'intera vicenda
sia condizionata dalla campagna elettorale in vista delle Europee
di giugno".
"Il no alla monocultura - ha osservato Rosaria Capozzi del M5S -
porta vantaggi, con un miglioramento della fertilità e un miglior
utilizzo dell'acqua". "E gli agricoltori - ha aggiunto Serena
Pellegrino (Avs) - hanno bisogno di azioni di mitigazione
climatica per ridurre gli eventi meteo estremi". "Apprezzo la
conoscenza e l'impegno del consigliere Budai - ha premesso Furio
Honsell di Open - e credo che sia importante difendere
l'agricoltura a chilometro zero, ma una mozione come questa non
sarebbe utile neppure a loro".
Allargando lo sguardo alla situazione generale, Massimiliano
Pozzo (Pd) si è invece rammaricato del "calo di considerazione
sociale nei confronti di chi lavora in agricoltura", rilevando
che "da parte delle istituzioni c'è una scarsa conoscenza delle
difficoltà del settore primario".
ACON/FA-fc