IMPRESE. II COMM, AUDIZIONE GRUPPO LEONARDO: RONCHI SITO STRATEGICO
(ACON) Trieste, 7 feb - Non c'è nessun dubbio, nessun "se" e
nessun "ma". Il sito industriale di Ronchi dei Legionari resta
strategico per il gruppo Leonardo. "La notizia - ha detto nel
corso dell'audizione in II Commissione Filippo Maria Grasso,
direttore Affari istituzionali della multinazionale che si occupa
di spazio aereo, difesa e sicurezza - è che Leonardo rimane a
Ronchi, anzi investirà ancor di più in questo centro di
eccellenza".
È arrivata dunque una precisa risposta alle preoccupazioni
espresse nei mesi scorsi dai sindacati e legate a una
riorganizzazione "che va a spacchettare in due lo stabilimento",
come hanno ricordato in aula Gianpiero Turus, segretario
regionale della Fim Cisl, e Vincenzo Intermite della Rsu,
sottolineando il timore che l'unità produttiva di Ronchi - con i
suoi 280 dipendenti diretti la più piccola tra i 50 siti italiani
di Leonardo - possa essere fagocitata da altre realtà.
Questi dubbi sono stati raccolti a livello politico da Diego
Moretti, capogruppo del Pd, che insieme agli altri consiglieri di
Opposizione ha firmato a gennaio una richiesta di audizione
prontamente concessa dal presidente della Seconda, Markus
Maurmair (FdI).
"Leonardo - ha spiegato innanzitutto Grasso - è un gruppo
internazionale con 50mila dipendenti e 50 stabilimenti,
distribuito in 13 regioni italiane. Il sito di Ronchi si occupa
di velivoli a pilotaggio remoto, un progetto che resta al centro
dello sviluppo dei sistemi di difesa". Informazioni già note
all'assessore alle Attività produttive, Sergio Emidio Bini, che
ha raccontato di avere incontrato i vertici aziendali a ottobre e
i rappresentanti sindacali a novembre: "Lo stabilimento di Ronchi
è cresciuto del 16% negli ultimi anni, e vi sono previsti
investimenti e ulteriori assunzioni nei prossimi anni". Uno
sviluppo che sarà reso noto in dettaglio a marzo, quando la spa
presenterà il suo nuovo piano industriale per i prossimi 5 anni.
In questo contesto soft, in cui i sindacalisti si sono limitati a
"chiedere chiarezza" e Grasso si è detto "d'accordo con i
rappresentanti dei lavoratori, che hanno usato parole di buon
senso" - tanto che Roberto Novelli (FI) si è chiesto "se stiamo
facendo un ripassino", non comprendendo "la reale ratio di questa
audizione" - le richieste di chiarimento dei consiglieri si sono
concentrate su temi generali. Il presidente Maurmair ha chiesto
informazioni sul profilo dei lavoratori impiegati a Ronchi,
sentendosi rispondere da Fabio Pauluzzo, responsabile dello
stabilimento, che "il 66 per cento dei dipendenti è laureato in
materie scientifiche", e lo si attinge "dalle università
regionali, ma non solo".
Massimo Moretuzzo, capogruppo del Patto-Civica, era curioso di
capire se vi fossero difficoltà di reclutamento, dal momento che
si tratta di personale specializzato. E la risposta dell'azienda
è stata affermativa: "Abbiamo qualche difficoltà a reperire
profili ingegneristici - ha spiegato Grasso - e non è un problema
che riguarda solo Ronchi e il Fvg, ma tutto il Paese. E state
attenti a non associare automaticamente l'importanza di uno
stabilimento al numero dei dipendenti: per noi le figure che
operano a Ronchi sono irreplicabili".
Il tema del personale è stato trattato anche da Furio Honsell
(Open), interessato in particolare ai rapporti tra Leonardo e le
università del Fvg. "Abbiamo convenzioni con numerosi atenei,
compresi quelli regionali - gli ha risposto Pauluzzo - e anche
colleghi di altre divisioni vengono a prendere qui le figure
professionali di cui hanno bisogno".
Rispondendo indirettamente ai dubbi di Novelli, Moretti ha tratto
le conclusioni dell'audizione ricordando che "i consiglieri di
minoranza non hanno gli strumenti a disposizione della Giunta, e
noi queste cose non le avevamo mai sentite prima. Pur senza
creare allarmismo, abbiamo voluto portare in aula una legittima
preoccupazione legata alla riorganizzazione aziendale".
ACON/FA