ELEZIONI. V COMM, OK A MAGGIORANZA A MODIFICHE BALLOTTAGGI E MANDATI
Centrodestra compatto, passa regola del 40% per evitare secondo
turno. Opposizioni insorgono: meno democrazia e partecipazione
(ACON) Trieste, 7 mar - Muro contro muro in V Commissione sul
disegno di legge della Giunta che modifica le regole sui
ballottaggi e sul terzo mandato dei sindaci. Se infatti, dopo più
di sette ore di discussione, il Centrodestra vota compatto a
favore del testo che abbassa al 40 per cento la percentuale di
voti al primo turno utile a evitare il ballottaggio, e che
consente il terzo mandato del sindaco in tutti i Comuni della
fascia demografica da 1001 a 15mila abitanti, le Opposizioni
continuano a considerare queste correzioni inaccettabili, in
quanto poco rispettose dei princìpi di democrazia e
partecipazione.
Dopo l'illustrazione da parte dell'assessore alle Autonomie
locali, Pierpaolo Roberti, e le rapide audizioni del presidente
del Consiglio delle autonomie locali, Giorgio Baiutti, e di
Roberto Revelant per Anci Fvg, il presidente della Quinta, Diego
Bernardis (Fp) ha aperto un dibattito che ha visto l'intervento
di quasi tutti i consiglieri di Centrosinistra.
I contrari alla riforma hanno portato in aula una serie di
argomenti ricorrenti. Il primo è legato alla motivazione addotta
dalla Giunta nella relazione illustrativa del ddl 15 in cui si
parla di 'evidente risparmio di spesa che si produrrà in tutti
gli enti interessati'. Parole che per primo Roberto Cosolini (Pd)
ha bocciato senza appello: 'Il richiamo al risparmio è
irricevibile e preoccupante: la democrazia non può essere
considerata un costo'. Un concetto ribadito dal collega di gruppo
Francesco Russo: 'È una sgrammaticatura istituzionale. Così come
il fatto che il disegno di legge sia presentato dalla Giunta e
non dal Consiglio: qui non stiamo parlando di norme di parte'.
'Ma se lo scopo è risparmiare - ha aggiunto Massimo Moretuzzo,
capogruppo del Patto-Civica - allora la Giunta avrebbe dovuto
quantificare il risparmio. Quanto sono costati i 24 ballottaggi
degli ultimi vent'anni, assessore?'. 'L'argomento del risparmio
non regge - ha commentato con ironia Honsell -: se è per questo,
le dittature hanno enormi risparmi perché non votano'.
Un altro appunto condiviso dalle Opposizioni è quello della
'mancanza di condivisione, con una modifica unilaterale delle
regole' come ha lamentato Marco Putto (Patto per
l'autonomia-Civica Fvg), che ha difeso il sistema attuale che
prevede la soglia del 50 per cento più 1 voto per evitare il
ballottaggio. Analoghe considerazioni da Rosaria Capozzi (M5S):
'Non avete condiviso con nessuno questa riforma. E con il
costante abbassamento dei votanti si rischia di assegnare la
poltrona di sindaco a chi ha un consenso reale del 20 per cento
degli aventi diritto. Io sono contraria anche all'ampliamento del
numero di mandati perché la politica dev'essere un servizio e non
una professione'.
I consiglieri di minoranza hanno poi criticato gli effetti
dell'abbassamento del quorum per evitare il ballottaggio. 'State
facendo scelte che vanno nella direzione opposta alla
partecipazione - ha detto Francesco Martines (Pd) - e lo trovo
contraddittorio rispetto alla vostra volontà di ripristinare le
Province elettive. E poi cosa significa la soglia del 40 per
cento? Nemmeno nelle bocciofile si dice che 4 voti a favore su 10
sono sufficienti per prendere una decisione'. 'Il problema della
partecipazione - ha proposto la dem Manuela Celotti - si risolve
prestando attenzione a chi non può andare a votare, come ad
esempio studenti e lavoratori fuori sede. Il vero problema è che
non si trovano candidati sindaci nei piccoli Comuni'.
Tutti gli esponenti delle Opposizioni hanno difeso l'attuale
legge elettorale. 'Voi volete far inghiottire lo sciroppo anche a
chi la tosse non ce l'ha', ha riassunto Laura Fasiolo (Pd). 'Dopo
il ballottaggio un sindaco si sente più forte e autorevole nei
confronti della propria comunità, dal momento che viene premiato
con percentuali superiori al 50 per cento', ha aggiunto Cosolini.
'È sconcertante che si dica esplicitamente di voler rendere meno
frequente il secondo turno', ha protestato il collega di gruppo
Massimiliano Pozzo. Mentre il dem Andrea Carli non capisce 'il
carattere di urgenza del ddl sui ballottaggi, visto che le
prossime elezioni in comuni sopra i 15mila abitanti arriveranno
non prima del 2027'. E il collega Nicola Conficoni ha messo in
guardia 'dalle ipotesi che sono circolate sui giornali, relative
al possibile allineamento delle scadenze elettorali: sarebbe una
negazione del diritto di voto per i cittadini, e in quel caso
alzeremmo le barricate'.
Da Serena Pellegrino (Avs) è venuta invece una riflessione più
generale: 'La legge elettorale è la madre di tutte le norme: ogni
democrazia ne è la ricaduta. E oggi il nodo sostanziale è quello
di dare più forza alle assemblee, ai Consigli'.
'Il tema del ballottaggio non è urgente e se non ci credete - ha
riassunto il capogruppo del Pd Diego Moretti - allora abbiate il
coraggio di eliminare del tutto il secondo turno di voto. Queste
norme devono essere accompagnate da un ragionamento di sistema,
altrimenti tutte le nostre interpretazioni diventano plausibili'.
Trasversale invece la richiesta, avanzata dai due poli politici,
di pensare a un abbassamento del quorum anche per i piccoli
Comuni che vedono un solo candidato sindaco in lizza e sono
dunque legati al raggiungimento del 50 per cento dei voti validi.
Un emendamento in questo senso, preparato da Celotti, è stato
ritirato su richiesta dell'assessore Roberti, che ha promesso un
approfondimento.
A replicare, per il Centrodestra, è stato innanzitutto Andrea
Cabibbo, capogruppo di Forza Italia: 'Da sempre il mio partito
chiede di abbassare la soglia per i ballottaggi per evitare un
eccessivo astensionismo al secondo turno. Io non vedo alcun
attacco alla democrazia, ma solo un po' di incoerenza nel
Centrosinistra'. Sulla stessa linea Mauro Di Bert, capogruppo di
Fedriga presidente: 'Non sono norme improvvisate, ma rispondono a
scelte già fatte a livello nazionale. Il mio gruppo condivide in
modo assoluto il terzo mandato dei sindaci e l'abbassamento al
40% del quorum'. 'Io sono un liberale - ha aggiunto -: se la
gente gradisce un sindaco, è giusto che lo possa votare ancora'.
'Non capisco la smania di alzare l'affluenza - ha spiegato Igor
Treleani (FdI) -: il problema dell'astensionismo non nasce dalle
istituzioni ma dalla velocità dei mutamenti della società'. 'Se
prendiamo i dati degli ultimi 20 anni - ha aggiunto Markus
Maurmair (FdI) -, vediamo che i ballottaggi sono stati 24, e in
18 casi uno dei candidati aveva superato il 40% al primo turno:
il verdetto iniziale è stato confermato nella successiva
votazione il 95 per cento delle volte. Senza contare che al
ballottaggio il numero dei votanti è sempre inferiore'.
'La discussione - ha commentato il capogruppo della Lega, Antonio
Calligaris - è stata fuori scala rispetto al provvedimento: non
ha nessun senso parlare di compressione della democrazia. E non
accettiamo accuse di golpe da parte di chi ha piallato il Fvg
eliminando le Province'.
Nella replica affidata alla Giunta, Roberti ha voluto subito
sgombrare il campo delle polemiche sul tema del risparmio di
costi: 'Condivido che non sia questa la motivazione, anche se non
capisco perché si gridi allo scandalo da parte di chi in passato
cancellò le Province parlando di poltronificio'. Quanto
all'urgenza del tema, 'è legata alla questione del terzo mandato
per i sindaci, visto che molti Comuni stanno per andare al voto'.
E slla condivisione, 'vi ricordo che stiamo correggendo una legge
del 2013 che fu varata dalla giunta Serracchiani. Era forse anche
quello un golpe? No, erano solo legittime scelte politiche, così
come quelle di oggi'.
Accusato a più riprese dal Centrosinistra di voler intervenire
solo per 'correggere' quel che è accaduto l'anno scorso alle
elezioni di Udine - con il sindaco eletto che al ballottaggio ha
preso un numero di voti inferiore a quelli ottenuti dal suo
sfidante al primo turno - Roberti ha ammesso che 'guardiamo a
quel che succede sul territorio, e quell'esito ci ha fatto
riflettere. Ma non parlate di una norma salva-Udine: lì ha vinto
De Toni e ha perso Fontanini, e De Toni è il sindaco legittimo'.
Bocciate o accantonate le proposte emendative, la Commissione ha
votato il testo articolo per articolo prima di dare il via libera
a maggioranza al testo finale. Relatori in vista della
discussione in Aula saranno Calligaris, Di Bert, Cabibbo e
Treleani per la Maggioranza, Russo, Putto e Honsell per le
Opposizioni.
ACON/FA