PARITETICA. V COMM: SÌ A LINEE GUIDA CHE AUMENTANO AUTONOMIA FVG
(ACON) Trieste, 14 mar - Sono corpose e articolate le linee di
indirizzo politico destinate alla componente regionale della
Commissione paritetica Stato-Regione votate dalla V Commissione
consiliare. Dopo aggiustamenti alla traccia della Giunta, che
rispecchiano il desiderio di raggiungere il più ampio consenso
possibile, la Commissione ha deciso quasi all'unanimità
(astensione di Serena Pellegrino di Avs) di portare il testo
all'esame dell'Aula per mano del suo presidente, Diego Bernardis
(Fp).
La risoluzione vorrebbe ampliare molti punti dello Statuto di
autonomia del Friuli Venezia Giulia, in alcune occasioni in
analogia a quanto già previsto per il Trentino Alto Adige
piuttosto che per la Valle d'Aosta.
Il documento parte dal metodo, chiedendo che si instauri uno
stretto rapporto tra la componente regionale della Paritetica e
l'intero Consiglio attraverso audizioni almeno semestrali, oltre
ad un rafforzamento della collaborazione tra Esecutivo e
Legislativo regionali nelle materie oggetto di attuazione
statutaria.
Quanto al merito, la risoluzione parla innanzitutto delle
relazioni finanziarie Stato-sistema Regione, chiedendo di
sottrarre la normativa dagli interventi unilaterali del
legislatore statale, giustificabili solo in via transitoria; di
acquisire nuove funzioni amministrative ma previa stima
dell'impatto finanziario sul bilancio regionale e, nel caso, di
ricorrere alla sostituzione del concorso finanziario regionale
agli obiettivi di perequazione e di risanamento del bilancio
statale con l'assunzione di funzioni statali; di dotare la
Regione di strumenti di leva fiscale per promuovere lo sviluppo e
l'attrazione di investimenti (fiscalità di vantaggio); di
adottare norme che definiscano il contributo alla finanza
pubblica del 'sistema integrato regionale' a partire dal 2027; di
eliminare dallo Statuto il riferimento alla tassa automobilistica
e, di conseguenza, avere un provvedimento che definisca le tasse
automobilistiche tributi propri, istituiti e disciplinati con
legge regionale.
Molti gli indirizzi considerati prioritari (anche se per il dem
Diego Moretti la Giunta dovrebbe definire il loro grado di
importanza, mentre per Alessandro Basso di FdI si entra fin
troppo nei dettagli, sarebbe stato meglio un testo di più ampio
respiro) per i quali si desidera un intervento, a cominciare dal
settore dei rapporti internazionali sostenendo a livello europeo
il riconoscimento esplicito del Friuli Venezia Giulia, con la
possibilità di sviluppare accordi di commercio estero, aree
transfrontaliere omogenee e interventi anti-dumping (Laura
Fasiolo del Pd avrebbe voluto si parlasse anche di fiscalità
transfrontaliera e sburocratizzazione). In particolare, si
rafforzi il cosiddetto 'potere estero' della Regione per quanto
riguarda la stipula di accordi e convenzioni, ipotizzando forme
di collaborazione strutturale con gli Stati contermini per la
tutela e la valorizzazione del patrimonio boschivo, marittimo e
naturale in generale.
Si passa al trasferimento di beni immobili statali a titolo non
oneroso, proponendo: di proseguire con l'attività già avviata
('Sarebbe il caso di utilizzare prima gli immobili che in qualche
modo hanno già una funzione sociale', ha suggerito Enrico Bullian
del Patto per l'Autonomia-Civica Fvg); una norma quadro per
permettere che, a determinate condizioni, il trasferimento
avvenga in modo automatico; il trasferimento alla Regione del
castello di Pordenone, attualmente sede del penitenziario che nei
prossimi anni sarà trasferito a San Vito al Tagliamento (come
richiesto da una petizione popolare presentata al Consiglio
regionale il 20 febbraio scorso); di perfezionare i procedimenti
riguardanti i beni localizzati nei Comuni di Lignano Sabbiadoro,
Maniago, Pordenone, Sedegliano, Trieste, Palmanova e Aquileia
(questi due indicati rispettivamente da Francesco Martines del Pd
e da Bullian), segnalando la necessità di un fondo a garanzia
della neutralità finanziaria dei loro trasferimenti.
Per il demanio idrico e marittimo si prevede che, nelle more
della modifica delle compartecipazioni, lo Stato provveda in via
transitoria al finanziamento delle funzioni trasferite mediante
un'assegnazione vincolata da quantificare d'intesa con la Regione.
Invece per l'ordinamento degli enti locali, nel documento si fa
presente che, a gennaio 2023, è stata approvata dall'Aula una
proposta di legge costituzionale che prevede l'istituzione di
enti di area vasta, poi presentata alla Camera e al Senato a
marzo; il suo esame è stato avviato dalla I Commissione Affari
costituzionali della Camera a giugno e si è concluso pochi giorni
fa, esattamente il 12 marzo. La proposta, perciò, è di proseguire
l'iter già avviato.
(1-segue)
ACON/RCM-fa