ELEZIONI. RUSSO (PD): NO A DDL 15, FAVORISCE ACCENTRAMENTO POTERI
(ACON) Trieste, 20 mar - "Dalla Giunta viene portato
all'attenzione dell'Aula un disegno di legge che risponde solo
parzialmente al titolo, disposizioni urgenti finalizzate alla
tornata elettorale di giugno, mentre in realtà la parte
preponderante riguarda modifiche strutturali al sistema
elettorale degli enti locali che poco hanno di urgente".
Così il commento in Aula del primo dei tre relatori per la
minoranza, Francesco Russo (Pd), in merito al ddl 15 su elezioni
comunali e regionali.
"Ho tre domande a cui non riesco a dare risposta - ha spiegato -
a cominciare dal perchè facciamo questo provvedimento, ma anche
perchè lo facciamo solo in Friuli Venezia Giulia e perchè lo
facciamo nonostante la frattura romana che ha derubricato la
proposta leghista in un mero ordine del giorno parlamentare". Per
Russo, "l'unica risposta data dalla Giunta sul perché si stia
proponendo questa norma rimane soltanto il risparmio di spesa. Ma
i costi della democrazia non vanno mai messi in discussione,
perché sono sempre investimenti e mai veri costi. Altrimenti si
potrebbe arrivare al paradosso che, per ridurre le spese, è
meglio non indire proprio elezioni".
A suo dire "appare evidente la volontà della Maggioranza di
mettere mano alla legge elettorale per cambiare le regole in
corsa, per un vantaggio sia in termini elettorali sia di
equilibri politici interni".
Il dem ha quindi parlato di "miopi ragionamenti utilitaristici di
breve periodo" e di "ripicca per la vittoria del Centrosinistra a
Udine" per giustificare la decisione "dell'abbassamento al 40%
della soglia per l'elezione al primo turno del candidato sindaco
più votato nei Comuni sopra i 15.000 abitanti e il terzo mandato
per i sindaci anche nei Comuni medio-grandi, che di certo non
hanno un problema di rappresentanza e di reperimento di
candidati".
Entrando nel merito dell'articolato, il consigliere ha affermato
che solo alcuni dei 10 articoli siano "rispettosi della finalità
per cui il ddl 15 è stato presentato: l'allineamento alle
modifiche nazionali in tema di calcolo della popolazione
residente e di rispetto delle disposizioni in materia di
trasparenza e di tutela dei dati personali, oltre che alleggerire
alcune procedure e dare una risposta politica urgente al problema
delle candidature nei Comuni di piccole dimensioni".
"Siamo d'accordo - ha evidenziato - nell'estendere la possibilità
del terzo mandato a un numero più ampio di Comuni, ma riteniamo
la soglia di 15.000 abitanti eccessiva quindi abbiamo un
emendamento in questo senso. Non è decisamente urgente, invece,
la previsione del 40% visto che i pochi Comuni sopra i 15.000
abitanti interessati al ballottaggio non andranno al voto prima
del 2027".
Per il relatore, ciò che manca ed è invece richiesto dai sindaci
è "una proposta per il quorum dei Comuni dove si presenta un solo
candidato. Per questo in V Commissione avevamo presentato un
emendamento per abbassare il quorum dei votanti dal 50 al 40 per
cento degli aventi diritto, poi ritirato per consentire alla
Giunta un approfondimento. È una modifica che vuole premiare chi
si reca a votare e i candidati che si mettono in gioco,
soprattutto nei Comuni piccolissimi, dove fare l'amministratore è
più difficoltoso e quindi anche meno appetibile".
Il consigliere si è poi soffermato sull'accorpamento delle
tornate elettorali regionale e comunali, "che in alcuni casi
rappresenterebbe un vero e proprio colpo di mano, con sindaci che
resterebbero in carica per un tempo molto lungo immotivatamente,
quando non i vicesindaci in caso di dimissioni del primo
cittadino".
"Che tutto questo - ha aggiunto Russo - si intrecci con la
discussione a livello nazionale sul tema del terzo mandato ai
presidenti di Regione, non fa che aumentare la certezza che
queste operazioni non siano finalizzate a rafforzare
l'architettura istituzionale e il sistema degli enti locali,
bensì la convenienza del Centrodestra. Noi crediamo, invece, che
vada avviata una discussione approfondita su questi temi, che
comprenda la doppia preferenza di genere per le elezioni
regionali e la partecipazione al voto per chi non vive nel Comune
di residenza".
Per la lotta all'astensionismo, il dem ha sottolineato che "le
scelte avanzate oggi dalla Giunta vanno in direzione opposta a
quel che si dovrebbe fare per invertire la rotta". Inoltre "con
una soglia per il ballottaggio ridotta al 40%, si rischia che un
Comune sia governato da un sindaco minoritario e legittimato da
appena il 20% degli elettori potenziali, quindi debolissimo sulla
rappresentanza".
In chiusura, Russo ha ribadito che "non c'è motivo affinché si
modifichi una legge che funziona e che è sempre piaciuta ai
cittadini; modifiche per le quali, peraltro, non c'è stato alcun
approfondimento con le categori economiche, con le parti
politiche e con i giuristi. Per noi è imprescindibile il doppio
turno e siamo contro il terzo mandato dei sindaci, lo siamo
culturalmente perchè siamo contro l'accentrameno dei poteri.
Ricordiamoci che la democrazia è la tutela non dei forti, ma dei
deboli".
ACON/RCM-fc