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ELEZIONI. RUSSO (PD): NO A DDL 15, FAVORISCE ACCENTRAMENTO POTERI

20.03.2024
11:36
(ACON) Trieste, 20 mar - "Dalla Giunta viene portato all'attenzione dell'Aula un disegno di legge che risponde solo parzialmente al titolo, disposizioni urgenti finalizzate alla tornata elettorale di giugno, mentre in realtà la parte preponderante riguarda modifiche strutturali al sistema elettorale degli enti locali che poco hanno di urgente".

Così il commento in Aula del primo dei tre relatori per la minoranza, Francesco Russo (Pd), in merito al ddl 15 su elezioni comunali e regionali.

"Ho tre domande a cui non riesco a dare risposta - ha spiegato - a cominciare dal perchè facciamo questo provvedimento, ma anche perchè lo facciamo solo in Friuli Venezia Giulia e perchè lo facciamo nonostante la frattura romana che ha derubricato la proposta leghista in un mero ordine del giorno parlamentare". Per Russo, "l'unica risposta data dalla Giunta sul perché si stia proponendo questa norma rimane soltanto il risparmio di spesa. Ma i costi della democrazia non vanno mai messi in discussione, perché sono sempre investimenti e mai veri costi. Altrimenti si potrebbe arrivare al paradosso che, per ridurre le spese, è meglio non indire proprio elezioni".

A suo dire "appare evidente la volontà della Maggioranza di mettere mano alla legge elettorale per cambiare le regole in corsa, per un vantaggio sia in termini elettorali sia di equilibri politici interni".

Il dem ha quindi parlato di "miopi ragionamenti utilitaristici di breve periodo" e di "ripicca per la vittoria del Centrosinistra a Udine" per giustificare la decisione "dell'abbassamento al 40% della soglia per l'elezione al primo turno del candidato sindaco più votato nei Comuni sopra i 15.000 abitanti e il terzo mandato per i sindaci anche nei Comuni medio-grandi, che di certo non hanno un problema di rappresentanza e di reperimento di candidati".

Entrando nel merito dell'articolato, il consigliere ha affermato che solo alcuni dei 10 articoli siano "rispettosi della finalità per cui il ddl 15 è stato presentato: l'allineamento alle modifiche nazionali in tema di calcolo della popolazione residente e di rispetto delle disposizioni in materia di trasparenza e di tutela dei dati personali, oltre che alleggerire alcune procedure e dare una risposta politica urgente al problema delle candidature nei Comuni di piccole dimensioni".

"Siamo d'accordo - ha evidenziato - nell'estendere la possibilità del terzo mandato a un numero più ampio di Comuni, ma riteniamo la soglia di 15.000 abitanti eccessiva quindi abbiamo un emendamento in questo senso. Non è decisamente urgente, invece, la previsione del 40% visto che i pochi Comuni sopra i 15.000 abitanti interessati al ballottaggio non andranno al voto prima del 2027".

Per il relatore, ciò che manca ed è invece richiesto dai sindaci è "una proposta per il quorum dei Comuni dove si presenta un solo candidato. Per questo in V Commissione avevamo presentato un emendamento per abbassare il quorum dei votanti dal 50 al 40 per cento degli aventi diritto, poi ritirato per consentire alla Giunta un approfondimento. È una modifica che vuole premiare chi si reca a votare e i candidati che si mettono in gioco, soprattutto nei Comuni piccolissimi, dove fare l'amministratore è più difficoltoso e quindi anche meno appetibile".

Il consigliere si è poi soffermato sull'accorpamento delle tornate elettorali regionale e comunali, "che in alcuni casi rappresenterebbe un vero e proprio colpo di mano, con sindaci che resterebbero in carica per un tempo molto lungo immotivatamente, quando non i vicesindaci in caso di dimissioni del primo cittadino".

"Che tutto questo - ha aggiunto Russo - si intrecci con la discussione a livello nazionale sul tema del terzo mandato ai presidenti di Regione, non fa che aumentare la certezza che queste operazioni non siano finalizzate a rafforzare l'architettura istituzionale e il sistema degli enti locali, bensì la convenienza del Centrodestra. Noi crediamo, invece, che vada avviata una discussione approfondita su questi temi, che comprenda la doppia preferenza di genere per le elezioni regionali e la partecipazione al voto per chi non vive nel Comune di residenza".

Per la lotta all'astensionismo, il dem ha sottolineato che "le scelte avanzate oggi dalla Giunta vanno in direzione opposta a quel che si dovrebbe fare per invertire la rotta". Inoltre "con una soglia per il ballottaggio ridotta al 40%, si rischia che un Comune sia governato da un sindaco minoritario e legittimato da appena il 20% degli elettori potenziali, quindi debolissimo sulla rappresentanza".

In chiusura, Russo ha ribadito che "non c'è motivo affinché si modifichi una legge che funziona e che è sempre piaciuta ai cittadini; modifiche per le quali, peraltro, non c'è stato alcun approfondimento con le categori economiche, con le parti politiche e con i giuristi. Per noi è imprescindibile il doppio turno e siamo contro il terzo mandato dei sindaci, lo siamo culturalmente perchè siamo contro l'accentrameno dei poteri. Ricordiamoci che la democrazia è la tutela non dei forti, ma dei deboli". ACON/RCM-fc



  • La relazione esposta da Francesco Russo (Pd), tra i relatori di minoranza dell ddl Elezioni
    La relazione esposta da Francesco Russo (Pd), tra i relatori di minoranza dell ddl Elezioni