ELEZIONI. PUTTO (PAT-CIV): CONTRARI A DDL 15 PER METODO E CONTENUTI
(ACON) Trieste, 20 mar - "La storia, anche recente, del nostro
Paese ha più volte dimostrato che la scelta del sistema
elettorale da prediligere è fortemente condizionata da
convenienze politiche, spesso ammantate dalla presunzione di
produrre benefici in favore della cittadinanza, della democrazia
o della stabilità, quando in realtà i benefici che si intendono
conseguire sono meramente di parte. Cambiare una legge elettorale
coinvolgendo soltanto una parte delle forze politiche, come è
avvenuto nel caso del ddl 15, partorito dalla Maggioranza di
governo del Friuli Venezia Giulia con un concorso solo formale,
apparente e simbolico delle forze di Opposizione, è una scelta di
metodo che, da sola, inficia il merito del provvedimento,
anch'esso meritevole, peraltro di censura".
Così ha esordito in Aula il consigliere regionale del Patto per
l'Autonomia-Cvica Fvg, Marco Putto, relatore di minoranza del
disegno di legge inerente disposizioni urgenti in materia di
elezioni comunali e regionali.
"L'aspetto più controverso e biasimevole di questo ddl - ha
affermato Putto - è l'abbassamento dal 50% al 40% della soglia di
elezione del sindaco al primo turno nei Comuni con popolazione
superiore a 15mila abitanti. Qualcuno della Maggioranza ha
deciso, convincendo poi anche gli altri, come questo abbassamento
garantisca che il voto del secondo turno, dove generalmente alle
urne si reca un numero minore di aventi diritto, non capovolga
l'esito del primo. Una logica a dir poco discutibile, sostenuta
da chi, è bene ricordarlo, governa legittimamente il Fvg con
neanche il 29% del consenso del corpo elettorale".
L'esponente civico ha poi fatto riferimento a quanto avvenuto
nelle ultime elezioni comunali di Udine. "Questo ddl sembra
essere stato studiato per rispondere all'esito del voto di Udine.
Eppure non c'è nulla di anomalo se al primo turno il
cittadino-elettore di Centrodestra di Udine ha scelto il
consigliere e la lista prediletti e poi, di fronte al turno di
ballottaggio, ha ritenuto di non appoggiare il sindaco
appartenente alla propria parte politica, decidendo così di
votare il candidato sindaco della fazione opposta, oppure di
stare a casa e non votare. È modalità di voto legittima che
qualche esponente di Centrodestra non ha però esitato a
criticare, dimenticando che l'elettore, quando va a votare, ha
sempre ragione e lo fa usufruendo appieno delle regole del gioco".
In merito all'introduzione del terzo mandato consecutivo per i
sindaci dei Comuni con popolazione sotto i 15mila abitanti, il
consigliere di Opposizione ha evidenziato come sia "risaputo che
nei Comuni più piccoli non è sempre facile trovare donne e uomini
disponibili a candidarsi, sia per il ruolo di sindaco sia per
quello di consigliere comunale. Ciò porta sempre più spesso gli
elettori a trovarsi di fronte a una sola opzione di scelta o
addirittura nessuna, per poi assistere all'arrivo in Comune del
commissario nominato dalla Regione". Putto ha quindi definito "il
terzo mandato come un tentativo per rimandare di cinque anni,
senza risolverli, i nodi della disponibilità di candidati nei
territori e la crisi complessiva di credibilità della politica e
della democrazia rappresentativa".
In merito all'allineamento delle scadenze elettorali
amministrative in un unico grande appuntamento elettorale in
occasione delle elezioni regionali del 2028, l'esponente civico
ha sentenziato che è "una proposta sbagliata, dettata dal goffo
tentativo di mantenere il più a lungo possibile potere e poltrone
in alcuni Comuni ritenuti strategici".
"Siamo fermamente contrari a questo ddl - ha concluso Putto - per
le ragioni di metodo e di merito, che rispetto alle altre modeste
modifiche di carattere formale in esso contenute, lo rendono non
votabile".
ACON/SM-fc