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ELEZIONI. PUTTO (PAT-CIV): CONTRARI A DDL 15 PER METODO E CONTENUTI

20.03.2024
11:45
(ACON) Trieste, 20 mar - "La storia, anche recente, del nostro Paese ha più volte dimostrato che la scelta del sistema elettorale da prediligere è fortemente condizionata da convenienze politiche, spesso ammantate dalla presunzione di produrre benefici in favore della cittadinanza, della democrazia o della stabilità, quando in realtà i benefici che si intendono conseguire sono meramente di parte. Cambiare una legge elettorale coinvolgendo soltanto una parte delle forze politiche, come è avvenuto nel caso del ddl 15, partorito dalla Maggioranza di governo del Friuli Venezia Giulia con un concorso solo formale, apparente e simbolico delle forze di Opposizione, è una scelta di metodo che, da sola, inficia il merito del provvedimento, anch'esso meritevole, peraltro di censura".

Così ha esordito in Aula il consigliere regionale del Patto per l'Autonomia-Cvica Fvg, Marco Putto, relatore di minoranza del disegno di legge inerente disposizioni urgenti in materia di elezioni comunali e regionali.

"L'aspetto più controverso e biasimevole di questo ddl - ha affermato Putto - è l'abbassamento dal 50% al 40% della soglia di elezione del sindaco al primo turno nei Comuni con popolazione superiore a 15mila abitanti. Qualcuno della Maggioranza ha deciso, convincendo poi anche gli altri, come questo abbassamento garantisca che il voto del secondo turno, dove generalmente alle urne si reca un numero minore di aventi diritto, non capovolga l'esito del primo. Una logica a dir poco discutibile, sostenuta da chi, è bene ricordarlo, governa legittimamente il Fvg con neanche il 29% del consenso del corpo elettorale".

L'esponente civico ha poi fatto riferimento a quanto avvenuto nelle ultime elezioni comunali di Udine. "Questo ddl sembra essere stato studiato per rispondere all'esito del voto di Udine. Eppure non c'è nulla di anomalo se al primo turno il cittadino-elettore di Centrodestra di Udine ha scelto il consigliere e la lista prediletti e poi, di fronte al turno di ballottaggio, ha ritenuto di non appoggiare il sindaco appartenente alla propria parte politica, decidendo così di votare il candidato sindaco della fazione opposta, oppure di stare a casa e non votare. È modalità di voto legittima che qualche esponente di Centrodestra non ha però esitato a criticare, dimenticando che l'elettore, quando va a votare, ha sempre ragione e lo fa usufruendo appieno delle regole del gioco".

In merito all'introduzione del terzo mandato consecutivo per i sindaci dei Comuni con popolazione sotto i 15mila abitanti, il consigliere di Opposizione ha evidenziato come sia "risaputo che nei Comuni più piccoli non è sempre facile trovare donne e uomini disponibili a candidarsi, sia per il ruolo di sindaco sia per quello di consigliere comunale. Ciò porta sempre più spesso gli elettori a trovarsi di fronte a una sola opzione di scelta o addirittura nessuna, per poi assistere all'arrivo in Comune del commissario nominato dalla Regione". Putto ha quindi definito "il terzo mandato come un tentativo per rimandare di cinque anni, senza risolverli, i nodi della disponibilità di candidati nei territori e la crisi complessiva di credibilità della politica e della democrazia rappresentativa".

In merito all'allineamento delle scadenze elettorali amministrative in un unico grande appuntamento elettorale in occasione delle elezioni regionali del 2028, l'esponente civico ha sentenziato che è "una proposta sbagliata, dettata dal goffo tentativo di mantenere il più a lungo possibile potere e poltrone in alcuni Comuni ritenuti strategici".

"Siamo fermamente contrari a questo ddl - ha concluso Putto - per le ragioni di metodo e di merito, che rispetto alle altre modeste modifiche di carattere formale in esso contenute, lo rendono non votabile". ACON/SM-fc



  • Marco Putto (Patto per l'autonomia-Civica Fvg) durante la lettura della relazione sul ddl 15
    Marco Putto (Patto per l'autonomia-Civica Fvg) durante la lettura della relazione sul ddl 15