ELEZIONI. MARTINES (PD): DDL 15 IGNORA SENTENZA CORTE COSTITUZIONALE
(ACON) Trieste, 20 mar - "Sarebbe stato utile adeguare le norme
in termini di mandati alla legge nazionale appena approvata, dove
se ne prevede un numero illimitato fino a 5mila abitanti e tre
fino a 15mila, per rispettare la sentenza 60/2023 della Corte
costituzionale".
Così in una nota il consigliere regionale del Pd Francesco
Martines, a margine della discussione in Aula del disegno di
legge 15 sulle elezioni comunali e regionali.
"La sentenza - spiega Martines - dichiara costituzionalmente
illegittima una norma della Sardegna che legiferava in termini di
mandati dei sindaci, scrivendo testualmente che nelle Regioni ad
autonomia speciale le disposizioni che pongono un limite ai
mandati consecutivi dei sindaci devono essere conformi ai
principi della legislazione statale in ragione dell'esigenza di
uniformità in tutto il territorio nazionale, giacchè il principio
di cui all'articolo 51 della Costituzione svolge il ruolo di
garanzia generale di un diritto politico fondamentale,
riconosciuto ad ogni cittadino con i caratteri
dell'inviolabilità".
"In questo modo - prosegue l'esponente del Pd -, si sarebbe
rispettato il dettato che la potestà legislativa primaria deve
svolgersi in armonia con la Costituzione, in ragione
dell'esigenza di uniformità in tutto il territorio nazionale,
relativamente ai mandati consecutivi dei sindaci, prendendo così
atto di una situazione della nostra regione dove tantissimi
piccoli e medi Comuni hanno difficoltà a trovare candidati, data
la disaffezione che si nota in questi ultimi anni".
"Il problema fondamentale di oggi - sottolinea il consigliere di
Opposizione - è proprio la disaffezione alla politica e il fatto
che la gente non va più neanche a votare per il proprio sindaco e
per i consiglieri comunali, dimostrando che non si interessa
neanche alla vita amministrativa della propria comunità. Una
situazione, questa, venutasi a creare anche con l'elezione
diretta dei sindaci con la conseguenza che i Consigli comunali
non hanno più grandi poteri e non sono più luogo di discussione e
di costruzione delle strategie e quotidianità che interessa le
proprie comunità".
"La Maggioranza, invece di mettere in atto azioni concrete per
far aumentare la percentuale di persone che vanno a votare e
mettere mano all'attuale situazione dei piccoli e medi Comuni
affinchè riescano a dare risposte ai loro cittadini, in termini
di servizi efficienti e opere pubbliche, e agire a livello
nazionale per far modificare la legge che toglie ruoli ai
Consigli comunali - conclude Martines - propone di ridurre i
ballottaggi per i Comuni oltre i 15.000 abitanti, individuando
nel 40% il limite per essere eletti sindaci, con il rischio di
aumentare la distanza fra eletti ed elettori".
ACON/COM/sm