LAVORI PUBBLICI. PELLEGRINO (AVS): DDL 16, COMPRESSI SPAZI DISCUSSIONE
(ACON) Trieste, 25 mar - "L'enormità della materia oggetto di
riforma richiedeva tempi adeguati per lo studio,
l'approfondimento e la discussione. Invece, il confronto
politico, tanto sulle strategie quanto sui contenuti tecnici e
prescrittivi declinati dalle singole norme, ci è stato imposto in
termini talmente ristretti e con tale fretta da risultare, di
fatto, una spregiudicata compressione delle possibilità di
interlocuzione, approfondimento e discussione nelle fasi delle
audizioni e dell'esame in Commissione".
Lo ha affermato in Aula la consigliera regionale di Alleanza
Verdi Sinistra, Serena Pellegrino, relatrice di minoranza del ddl
16. Analizzando il testo, Pellegrino ha rilevato come gli
articoli dal 3 al 24 di fatto modifichino la disciplina dei
lavori pubblici, in allineamento alle nuove norme nazionali
emanate dal Decreto legislativo 36/2023, il nuovo codice dei
contratti pubblici, con largo spazio dedicato all'appalto
integrato e alla riduzione della progettazione a due livelli.
In particolare, l'esponente di sinistra si è soffermata sulla
modifica introdotta dall'articolo 19 che fissa la durata delle
Commissioni di competenza in un quinquennio: nel caso la
successiva legislatura, fosse di indirizzo politico diverso e non
fossero di fatto ancora trascorsi i cinque anni previsti dalla
proposta formulazione del testo, il nuovo governo regionale si
troverebbe a relazionarsi con le commissioni nominate dalla
giunta precedente".
La consigliera di Avs ha poi ricordato come la Convenzione
europea del paesaggio, ratificata dalla norma nazionale del 9
gennaio 2006, abbia innovato il concetto di paesaggio: "Non si
tratta più solo di quei contesti naturali che abbiano valore di
singolare pregio vedutistico, ma in primo luogo viene messo in
rilievo il paesaggio inteso come quella determinata parte di
territorio, così come percepita dalle popolazioni, il cui
carattere deriva dall'azione di fattori naturali e/o umani e
dalle loro interrelazioni. Il Codice dei beni culturali e
paesaggistici estende la definizione già esistente, definendo il
paesaggio quella parte del territorio espressivo di identità il
cui carattere deriva dall'azione di fattori naturali, umani e
dalle loro interrelazioni".
Richiami sono stati fatti da Pellegrino in merito all'espressione
del parere della Soprintendenza sui procedimenti che, con
l'approvazione della legge, può esprimersi entro 30 giorni, con
"il rischio reale che se vi fosse una verifica negativa, questo
vanificherebbe le complesse attività di conformazione al Ppr
svolte in quanto, tra l'altro, non scatterebbero le premialità
(il parere del Soprintendente non è più vincolante in sede di
procedimento paesaggistico: vi sono inoltre ulteriori esenzioni
da previa autorizzazione paesaggistica previste dal Prgc). Ne
discende che solo se le due autorità si esprimono senza
prescrizioni il risultato della conferenza di servizi e della
verifica ministeriale è certo".
Per le costruzioni in zona sismica, la consigliera di Avs rileva
che "occorre mettere in evidenza alcuni rischi che il disegno
generale della riforma implica, poiché il testo presenta due
innovazioni che lette in combinato potrebbero aprire la strada a
un abbassamento del livello di attenzione nei confronti della
vulnerabilità sismica degli insediamenti.
In conclusione, Pellegrino si è augurata che "questo disegno di
legge di grande portata, redatto in pochi mesi dalla Giunta
regionale senza una concreta condivisione con i portatori di
interesse, discusso nella Commissione deputata concedendo ai
Commissari pochissimi giorni per l'approfondimento nonostante
avessero espresso chiara volontà di concedere il proprio
contributo, possa essere migliorato durante la discussione in
Aula".
ACON/MV-fc