AMIANTO. MARTINES (PD): OK A MAPPATURA MA SERVE VERIFICA CAPILLARE
(ACON) Trieste, 26 mar - "Oggi si è tenuta un'importante
audizione dei vertici della Commissione regionale sull'amianto,
avente come tema le ripercussioni sulla salute di tanti cittadini
che hanno lavorato nel monfalconese e nella bassa friulana".
Così in una nota il consigliere regionale del Pd, Francesco
Martines, evidenziando che "due sono stati i temi da me
sollevati. Il primo è legato all'assenza di un componente nella
Commissione regionale sull'amianto in rappresentanza della Bassa
friulana, assenza che dovrà al più presto essere sistemata con
una modifica normativa individuando una persona sensibile a tale
tema. Questo è importante, perché tantissimi lavoratori della
Bassa friulana hanno lavorato nei cantieri di Monfalcone, ma
anche perché quell'area ha una zona industriale che grava tra San
Giorgio di Nogaro e Torviscosa, dove esistono inevitabilmente
problemi di salute legata al mondo del lavoro, non essendoci in
queste realtà certezza sui criteri di salubrità sul posto del
lavoro".
"Il secondo aspetto - prosegue l'esponente del Pd - riguarda la
grande quantità di amianto presente sui tetti delle strutture
delle caserme in una regione come la nostra, dove esiste una
grande quantità di siti militari dismessi per la sua storia
passata di zona di confine verso l'est dell'Europa. Caduto il
muro di Berlino nel 1989, queste caserme sono state in gran parte
abbandonate, alcune trasferite ai Comuni ed al Demanio civile e,
per la maggior parte, non ci sono segnali positivi per un
utilizzo immediato. Diversamente da quanto fatto a suo tempo in
Francia, è mancato in Italia un piano di dismissione e utilizzo
ai fini sociali, commerciali, istituzionali, culturali e, quindi,
spesso gli utilizzi sono isolati e i cittadini sono preoccupati
della presenza di amianto".
"Ben venga la mappatura, percorso già avviato e che dovrà essere
ancora completato, ma questo non è sufficiente - sottolinea il
consigliere dem -. Sarebbe utile, in un accordo fra direzioni
regionali Salute e Ambiente, entità militare competente nella
gestione di questi immobili, Agenzia del Demanio, Comuni e
Aziende sanitarie, verificare quanti di questi tetti in amianto
sono da rimuovere perché insalubri e quanti, invece, possono
rimanere perché non pericolosi per la salute pubblica".
"Checchè ne dica la direzione regionale Ambiente - conclude
Martines - le indagini fatte con il drone non riescono a dare
certezza sulla pericolosità o meno della presenza dell'amianto -
conclude Martines -. Di conseguenza, è necessaria una verifica
puntuale dell'Azienda sanitaria per dare certezza e sicurezza
alle persone, così come dare certezza a un sindaco che, in quanto
primo responsabile della salute dei suoi cittadini, deve imporre
di rimuovere la presenza di amianto solo nel caso in cui la
qualità e le condizioni di posa richiedano effettivamente un
intervento urgente da parte dei proprietari dell'immobile in
questione".
ACON/COM/sm